Catania-Messina, non è da un derby che si giudica una squadra

Pubblicato il 23 Marzo 2016 in Tattica

Mancano dieci minuti alla fine di Messina-Melfi, il San Filippo non sa ancora che a breve gioirà per il gran gol di Diogo Tavares. In tanti, forse, hanno la testa già al derby di Catania. “La salvezza sarà più dolce se conquistata al Massimimo” potrebbe pensare qualcuno, il portoghese non ci sta e regala una sfida serena ai giallorossi. Arrivano tre punti che in generale fanno 40. Quella cifra che da un Di Napoli all’altro, passando per Argurio, Stracuzzi o Gugliotta era diventata ossessione già dal mese di agosto. Il Messina la salvezza la conquista alla vigilia del derby contro il Catania, la classica partita che fa storia a parte per i tifosi. La pressione è cancellata, perché la classifica sorride e andare a Catania per inguaiare ancora di più i rivali è motivazione stimolante. Questi i contenuti psicologici del match visto dalla parte dei giallorossi. Dall’altra parte c’è un avversario incomprensibilmente invischiato nella zona playout. Chissà, sarà forse la presenza di Fabrizio Ferrigno nella dirigenza che di quelle parti di classifica è frequentatore abituale, ma la stagione del Catania è stata un corollario di fallimenti sportivi. Malissimo Pippo Pancaro, allenatore dalla carriera fallace ma ancora in grado di trovare panchine come quella etnea fino ad un imprecisato numero di calciatori da categoria superiore col rendimento da Serie D. Proprio quello è lo spettro che il Catania deve evitare, dopo una retrocessione per illecito sportivo e una società senza chiarezza sul futuro. Una tifoseria spiazzata che contesta come lecito, ma spera nel derby come ripartenza verso una salvezza divenuta complicata. Che il Catania possa retrocedere, però, lo credono in pochi visti soprattutto i contenuti tecnici delle eventuali avversarie al playout. Certamente non era questo il campionato previsto, al netto della penalizzazione con logico peso psicologico. Adesso tocca a Francesco Moriero salvare capre e cavoli, il suo inizio è stato balbettante e senza successi. Un pizzico di tattica, per conoscere meglio il suo “nuovo” Catania, però lo sappiamo tutti che il derby esce da schemi e valori.

ZERO CATTIVERIA – Perché una squadra come il Catania non esce dalla zona bassa della classifica? Potremmo anche allargare il concetto e chiedervi perché una squadra in generale rimane in fondo alla graduatoria. Spesso si cercano risposte importanti nei toni e nei termini, alla stretta però il motivo è sempre uno: prende troppi gol. I numeri del Catania non sono così tragici dato che le reti subite sono solo 28, in media con le squadre della fascia media della classifica. Il problema del Catania è che troppo spesso questi gol sono decisivi. Non solo nel risultato, ma sopratutto psicologicamente. Gli etnei producono una mole di gioco offensiva importante, concretizzata in bassa percentuale, è quindi chiaro che una volta subito un gol la squadra subisca un contraccolpo. Perché subisce gol? Altro quesito con risposta semplice, difende male. Frame che serve da esempio, siamo nella sfida di due giornate fa quando al Massimino arriva la Juve Stabia di Zavettieri. Una delle particolarità offensive del Catania è l’attacco utilizzando entrambi gli esterni bassi, nel caso Garufo è in zona d’attacco e una volta persa palla per il Catania iniziano i guai. Lisi è in possesso e scappa sul buco (cerchio rosso), vediamo però che i rossazzurri sono in sovrannumero importante rispetto agli avversari. L’unico uomo in area è Diop (cerchio azzurro). In viola abbiamo evidenziato tutto il pacchetto difensivo di Moriero, un 5vs2 che servirà a poco. Cross in mezzo e Diop che siglerà il gol del definitivo pari. Qui di tattico c’è poco da spiegare, manca solo e soltanto la cattiveria. Potremmo farvi vedere la rete di Di Grazia in Akragas-Catania di domenica scorsa, sarebbe uguale. L’attaccante di Rigoli salta birilli vestiti con le maglie del Catania e piazza il 2-0.

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FALSO 9, FALSO 10, FALSO ATTACCO – Analizzata la scarsa attenzione difensiva passiamo a quella offensiva. Tornando ai numeri vediamo che il Catania non è sotto media, anzi i 31 gol realizzati sono una cifra riguardevole per un girone abbastanza asfittico. Il problema del Catania è la percentuale di realizzazione rispetto al creato. In attacco i nomi a disposizione prima di Pancaro e ora di Moriero sono di livello superiore. Calil e Calderini, Russotto o Falcone e Lupoli, e poi Bombagi e Plasmati. Sono queste le bocche da fuoco che si sono alternate nell’attacco rossazzurro, tutte con un tratto comune: poca concretezza. Il movimento dell’attacco del Catania è armonico, funziona fino al momento di concludere. A quel punto si sbaglia troppo. Da Pancaro a Moriero si è passati dal 4-3-3 al 4-2-3-1, un centrocampista in meno per piazzare un uomo tra le linee. Non un trequartista puro, ma una attaccante aggiunto. Diremmo un falso 10, che fa coppia col falso 9 che gli gioca davanti. Calil o Falcone, addirittura Lupoli; comunque un centravanti che non riempie l’area ma apre spazi e gioca a servizio dei compagni. Il frame scelto, come sempre in fase di presentazione, serve per farci un’idea di cosa vedremo in partita. Siamo sempre a Catania-Juve Stabia, pochi giri di lancette e i rossazzurri creano subito un pericolo con il grande movimento degli uomini di attacco. Pallone verso Calil (cerchio rosso) in posizione di punta centrale, scarico immediato per Bombagi (cerchio azzurro), il numero 10 chiuderà il triangolo ma senza fortuna. Esempio di poco conto, l’importante è comprendere i continui interscambi degli uomini di Moriero. L’attaccante centrale deve liberare spazi ed essere utile al compagno. Si cerca di togliere il riferimento centrale pur mantenendo un uomo in quella zona di campo.

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CASA MESSINA – Mister Di Napoli non recupera Barisic per il derby, niente sfida da ex per lo sloveno. Con lui resta fuori anche Burzigotti, assente dell’ultimo momento Genny Russo. Ha smaltito, invece, il problema muscolare subito contro il Melfi il jolly Matteo Zanini. Potrebbe essere proprio lui il titolare sulla fascia sinistra difensiva, in alternativa è pronto Barilaro. A centrocampo torna Giorgione, con Baccolo e Fornito si riforma il trio titolare. In attacco certi del posto Tavares e Gustavo, anche Scardina verso la conferma anche se non sono escluse sorprese dell’ultimo momento.

CataniaMessina

 

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