Fidelis Andria-Messina, variabili e costanti

Pubblicato il 4 Aprile 2022 in Primo Piano

Fondamentale non perdere. Il Messina che strappa un pari ad Andria gioca una partita dall’approccio vivace, poi capisce l’andazzo e preferisce non rischiare più di tanto. Un pari che torna utile per l’obiettivo salvezza: mirino puntato sul Taranto, squadra da scavalcare e prossimo avversario.

REMI IN BARCA – Aveva parlato di squadra pronta a fare la partita in cerca della vittoria, mister Raciti (voto 6). Vero in parte, perché il suo Messina parte forte e prova ad approfittare delle gambe tremanti dei pugliesi. Per metà del primo tempo la gara viaggia su buoni ritmi, con occasioni per tutti e voglia di dare il primo schiaffo. Quando Lewandowski deve salire in cattedra – aiutato anche da un salvataggio di Piovaccari -, però, i giallorossi capiscono che la Fidelis Andria non è avversario da sbranare. La parte finale del primo tempo suggerisce cosa avverrà nella ripresa, quindi non sorprende un Messina basso e accorto, più attento a non scoprirsi che a ripartire – che convince il giusto, anzi pochissimo – e pericoloso solo al centesimo minuto, ma con l’uomo sbagliato per qualità e caratteristiche. La partita del Degli Ulivi non racconta moltissimo, non ci sono contenuti tecnici o mosse tattiche di cui discutere. C’è un copione che appare chiaro e due squadre dalle possibilità molto diverse. La Fidelis gioca la sua onesta partita, limitata da una qualità bassina e l’incapacità di trovare la rete con facilità. Quando ci prova c’è un Lewandowski in pomeriggio di grazia. Il polacco è questo qui: alti e bassi, stavolta hanno trionfato gli alti. Il Messina mette la paura di perdere davanti a tutto, non vuole far accorciare i pugliesi in classifica e dagli altri campi arriva la conferma che guardare avanti è l’obiettivo più vicino. Taranto in difficoltà evidente quello che impatta con la Juve Stabia, tanto che le due partite in meno (Monopoli e Catania) assomigliano più a grossi problemi in arrivo che opportunità. Domenica scontro diretto al San Filippo, quella non potrà essere partita in cui accontentarsi di fronte al pericolo.

LE PAGELLE

  • Lewandowski 7,5: decisivo nel primo tempo su Alcibiade, nella ripresa sulla doppia conclusione Messina-Bubas. Tecnicamente resta un buonissimo portiere, senza insicurezze diventa un fattore positivo.
    Morelli 6: parte con una bella sgroppata e un gol cercato, poi è bravo a contenere e giocare una partita di applicazione difensiva.
    Camilleri 6,5: sempre preciso negli anticipi e nelle chiusure. Soffre poco le punte avversarie, più pulito di altre volte in costruzione. Si vede pure annullare una rete.
    Carillo 6,5: non perde un duello, non soffre ed è bravo ad alzare la linea quando la squadra si schiaccia. Esce infortunato. (dal 36′ s.t. Celic 6: entra con attenzione, bravo a disinnescare un contropiede pericoloso dei pugliesi)
    Fazzi 5,5: dalla sua parte si balla parecchio, lui deve pure spendere un giallo molto presto.
    Fofana 6: porta a casa il compitino senza strafare, non ce ne bisogno.
    Rizzo 6: ordinato, pulito nelle giocate e buono schermo difensivo.
    Damian 6: qualche pallone sprecato, ma c’è un gran lavoro di pressione alta e tentativi di dettare la profondità in fase di costruzione. (dal 49′ s.t. Konate 5: poco lucido quando la palla giusta finisce sui suoi piedi, doveva fare di più)
    Russo 5,5: buon approccio, poi gli avversari gli prendono le misure e lui fatica a incidere. (dal 49′ s.t. Simonetti sv)
    Piovaccari 6: sempre vivace e pericoloso costante, spreca qualche chance, ma la cosa migliore la fa quando salva sulla linea di porta un tentativo a colpo sicuro di Benvenga. (dal 30′ s.t. Adorante 5,5: entra in un momento di gestione, sbaglia qualcosina dal punto di vista tecnico. Nell’azione condotta da Konate avrebbe la chance sulla respinta, ma è più bravo Saracco a reagire che lui a non colpire con decisione)
    Statella 5,5: un paio di accelerazioni interessanti, ma manca la rifinitura giusta. Esce all’intervallo. (dal 1′ s.t. Gonçalves 5: solo contenimento, in fase di appoggio non c’è quasi mai)
    FIDELIS ANDRIA Saracco 6; Benvenga 6,5, Monterisi 6, Alcibiade 6, Nunzella 6; Risolo 5,5, Urso 5,5; Ciotti 5 (dal 19′ s.t. Gaeta 5,5), Casoli 6,5, Bubas 6; Sorrentino 5 (dal 39′ s.t. Messina 5,5). All. Di Leo-Di Bari 5,5

GLI SCENARI – Attenzione da spostare sulla classifica. Perde la Paganese, pareggia il Potenza che si fa riprendere nel recupero dal Catania. Doppio regalo al Messina che non deve guardarsi troppo alle spalle. Davanti, come detto, c’è un Taranto che non sembra aver smaltito la sosta forzata causa Covid. Pugliesi poco pericolosi contro un avversario ostico ma appagato come la Juve Stabia. Segnali di difficoltà, anche se credere che la squadra di Laterza arrivi al San Filippo col ruolo di vittima sarebbe sbagliato. Messina sempre con lo stesso bivio di fronte: guardare al Taranto e provare a scavalcarlo o allungare a +9 sulla Fidelis Andria penultima. Domenica è il giorno della verità.

IPOTESI TARANTO CON 4-6 PUNTI NEI RECUPERI – I numeri aiutano sempre e servono per chiarirci le idee: Taranto e Messina a 37 punti, la squadra di Laterza sarà impegnata mercoledì contro il Monopoli allo Iacovone. In caso di vittoria andrebbe a 40 punti, ma al Messina basterebbe comunque vincere per scavalcarlo visto il vantaggio negli scontri diretti (andata 0-0). Chiaro, in caso di vittoria del Taranto sul Monopoli il destino del Messina non sarebbe solo nelle proprie mani, perché sulla parità a 40 punti graverebbe l’altro recupero del Taranto, quello a Catania del 13 aprile. Utopia o peggiore degli scenari possibili quello di pensare a 4 o più punti per Di Gennaro e compagni, ma prendere in considerazione il peggio aiuta sempre. Perché prendiamo in considerazione i recuperi? Perché si giocheranno entrambi prima delle ultime due giornate di campionato (6 e 13 aprile) e cambieranno, nel bene o nel male, gli scenari in casa pugliese. Il Taranto – al netto della sconfitta a Messina, che resta la base per la salvezza dei giallorossi – potrebbe chiudere tra 41 (col bottino minimo di 4 nei recuperi) e un massimo di 49 punti (con due vittorie nei recuperi più altre due nelle restanti giornate post Messina a cui si presenterebbe con una base di partenza di 46 punti). I giallorossi con tre vittorie possono toccare un massimo di 46 punti. Al Taranto, quindi, servirebbe almeno un punto tra penultima e ultima giornata (Bari in casa e trasferta a Picerno). Il magic number per la squadra di Laterza è: 47.

IPOTESI TARANTO CON 0 PUNTI NEI RECUPERI – Discorso diverso, invece, se il Taranto non dovesse ottenere punti nei recuperi. In quel caso il Messina avrebbe tutto nelle sue mani: vincere col Taranto e andare a 40 con i pugliesi fermi a 37. Alle spalle del Messina ci sono Potenza e Paganese che vincendo tutte le gare a disposizione si fermerebbero a 42 e 41 punti. Al Messina, quindi, basterebbe battere la Turris – il sabato di Pasqua – per salire a 43 e diventare irraggiungibile per tutte. Al Taranto, infatti, non basterebbe battere Bari e Picerno nelle ultime due sfide e arrivare a quota 43 punti: il Messina sarebbe salvo grazie al vantaggio negli scontri diretti.

IPOTESI TARANTO CON MASSIMO 3 PUNTI NEI RECUPERI – Chiaramente, poi, gli scenari non sono solo i due analizzati, che restano quelli estremi. In mezzo ci sono quelli che vedono il Taranto fare al massimo 3 punti nei recuperi. Ai giallorossi potrebbe non bastare vincere contro Taranto e Turris, ma servirebbe un successo anche al Massimino contro il Catania. Giallorossi che chiuderebbero, quindi, a 46 punti. Taranto che non potrebbe andare oltre i 44-46 punti (i 37 attuali più max 3 nei recuperi e 6 nelle ultime due giornate). Questo il massimo possibile per il Taranto che, però, se non dovesse battere il Bari (ottenendo zero o un punto) alla penultima vedrebbe il suo tetto massimo scendere tra 43 e 44 punti. In quel caso il Messina – a cui servono sempre le vittorie con Taranto e Turris – sarebbe salvo ottenendo minimo un pareggio al Massimino. Chiudendo, in questa ipotesi, a 44 punti e in vantaggio negli scontri diretti. Ipotesi di 43-44 punti che varrebbe pure in caso di successo del Taranto sul Bari e mancata vittoria contro il Picerno all’ultima, in questa circostanza entreremmo in un nuovo girone infernale: le partite in contemporanea da giocare aspettando – e ascoltando – il risultato dell’altra.

IPOTESI CON TARANTO CHE NON PERDE A MESSINA – Scenario più complicato perché il risultato del recupero col Monopoli influenzerà l’atteggiamento del Taranto per la sfida del San Filippo. E non solo, perché in caso di non vittoria il Messina sarebbe legato ai risultati del Taranto nelle altre partite. Partiamo, allora, dalla base senza considerare i recuperi da giocare: 37 punti pari. Con un pareggio o peggio una sconfitta contro il Taranto domenica prossima, invece, il Messina difficilmente potrebbe evitare i playout. I giallorossi potrebbero arrivare tra quota 43 e 44 punti (0-1 punto più un max di 6 con Turris e Catania), mentre il Taranto oscillerebbe da un minimo di 38 a un massimo di 52 punti. Come? Pari a Messina e solo sconfitte nelle altre quattro sfide: 38 punti. Vittoria a Messina e poi solo sconfitte? 40 punti. E sarebbero i due migliori scenari per il Messina nonostante la mancata vittoria col Taranto. Ancora opzioni, stavolta prendendo in considerazione i recuperi o almeno il primo: se il Taranto dovesse arrivare a Messina avendo pareggiato o vinto col Monopoli si troverebbe a 38 o 40 punti. Partiamo dai 38 punti: con una vittoria andrebbe a 41 e in vantaggio negli scontri diretti. Il Messina potrebbe chiudere al massimo con 43 punti (successi su Turris e Catania), ai pugliesi basterebbero 2 punti nelle tre restanti sfide. Sempre base di 38 punti per il Taranto e pareggio al San Filippo, per il vantaggio in caso di parità finale conterebbe la differenza reti generale: con un pari il Messina arriverebbe a quota 38 punti e potrebbe arrivare al massimo a 44 punti. Taranto che arriverebbe a 39 punti e avrebbe bisogno di 6 punti per la certezza aritmetica (45 punti) o 5 in caso di vantaggio nella differenza reti generale. Altra opzione, il Taranto vince contro il Monopoli e arriva al San Filippo con 40 punti in classifica: con una vittoria andrebbe a 43 punti e in vantaggio negli scontri diretti. Il Messina, come detto prima, potrebbe arrivare al massimo a 43 punti e sarebbe, quindi, già impossibile superare la squadra di Laterza. Sempre base con Taranto a 40 punti, ma pareggio al San Filippo: i pugliesi salirebbero a 41 e il Messina a 38. I giallorossi potrebbe ambire a un massimo di 44, al Taranto basterebbero 3 punti nelle successive tre giornate in caso di vantaggio nelle differenza reti generale o 4 per avere l’aritmetica salvezza arrivando a 45 punti e diventando irraggiungibile per il Messina.

IPOTESI VANTAGGIO SULLA PENULTIMA – Resterebbe, però, in piedi l’ipotesi di allungare a +9 sull’Andria, con la squadra di Di Bari impegnata nei prossimi tre turni sul campo del Picerno, in casa contro il Monterosi e al Veneziani di Monopoli. Tre squadre, classifica alla mano, ancora in lotta per la miglior posizione in griglia playoff. Per questa opzione i calcoli sono più semplici: +7 attuale, occorrono 2 punti in più dell’Andria nelle prossime tre partite. Al netto di non farsi scavalcare dal Potenza in classifica, lucani (a -4 dal Messina) che giocheranno in casa di Turris e Campobasso con in mezzo la sfida del Liguori contro la Juve Stabia. Ci sarebbero da fare due calcoli pure sulla Paganese, ma la verità che sembra venire fuori da questo ammasso di numeri e ipotesi pare solo una: il Messina deve vincere contro il Taranto.

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