Foggia-Messina, la reciprocità è il più bel valore di un rapporto

Pubblicato il 19 Novembre 2023 in Primo Piano

Fare risultato. Il post Latina ha regalato parole che, mescolate ai fatti, hanno svelato la crisi – anche esistenziale – del Messina. Squadra che non pare alla stessa pagina dello spartito tattico di un Modica che, adesso, deve trovare – assieme ai calciatori – il punto d’equilibrio per cancellare l’abitudine alla sconfitta.

COMPRENDERSI – Drammatizzare non serve a nulla. Nella vita e nel calcio, naturalmente. Un punto in cinque partite è statistica da brividi di paura, anche per il copione che sembra ripetersi con dannata puntualità. Novembre mese della decadenza giallorossa. Spoiler alert: le cose sono andate sempre peggio fino alla rivoluzione. Che non è ancora matura, perché Modica merita la chance di mettere la situazione sulla retta via. Tre sconfitte consecutive e senza lo straccio di una rete segnata, una caduta libera che non sembrava possibile dopo la reazione caratteriale di Crotone. Invece, la disfatta di Taranto è diventato il punto di non ritorno con il vaso di Pandora andato in frantumi con tutti i suoi mali connessi e portati in primo piano. Modica si è detto tradito da prestazioni e atteggiamenti di alcuni – Emmausso, per non fare nomi – e che non perdonerà più nulla. Anche a costo di giocare con sette under. Difficilmente sarà così, perché il senso di responsabilità impone che il carico pesante lo portino sulle spalle proprio i presunti leader. Messina che resta dotato di una rosa adeguata a lottare per l’obiettivo salvezza – che pensa ad altro deve fare i conti con realtà e realismo -, ma che senza applicazione e consequenziale rendimento non andrà da nessuna parte. Evidente come la squadra non riesca a mettere in pratica quasi nulla di quanto richiesto da Modica, cosa che diventa una colpa in primis dei calciatori. Per due motivi: dopo 4 mesi di lavoro è inconcepibile fare sempre all’opposto di quanto preparato, poi, si può sempre alzare la mano e chiedere al mister di venire incontro ai limiti. Sì, perché è verissimo che anche Modica dovrà sottostare all’incapacità strutturale di mettere in pratica alcuni concetti, ma una squadra viva e non passiva si confronta col proprio tecnico per cercare una soluzione. Esercizio, questo, poco presente in una piazza dove si cerca sempre il colpevole e mai la soluzione. Appunto. Modica, va ribadito, deve (non dovrà) accettare di non poter esprimere in toto la sua idea di calcio vista una rosa che fatica a difendere alta, a giocare rapidamente e in verticale. Di contro, però, la squadra non può (non potrà) nascondersi dietro i presunti errori del tecnico, perché le prestazioni – piene zeppe di orrori individuali – sono tali da considerare tutti (Fumagalli escluso) ben sotto la soglia minima della sufficienza.

MOSTRARSI RESPONSABILI – Parole e fatti, ma poi c’è una settimana di lavoro e chiarimenti. Per questo, quindi, basare le possibili scelte in vista della sfida di Foggia su quanto dichiarato una settimana prima diventa difficile. Fuori Buffa e Lia infortunati, poi Frisenna squalificato oltre a Zammit in Nazionale. Rientrano Ferrara, Luciani e Ortisi. Questo il quadro generale, da cui tirare fuori una formazione che – a sensazione, dato che non è stata svolta la consueta conferenza stampa pre gara – sembra andare in direzione di quei calciatori considerati titolari. Sì, perché oggi non è il giorno di punire ma di responsabilizzare. Tutti. Emmausso incluso. Allora, Fumagalli con Salvo e Ortisi larghi ai lati di Manetta e Polito, da preferire a Ferrara e Pacciardi. Perno centrale Franco con Scafetta – che chiude il pacchetto under – e Firenze, perché serve la sua qualità. Tridente con Plescia più Ragusa ed Emmausso. Dubbi permangono, perché se Salvo non dovesse convincere toccherebbe a Ferrara con Polito dirottato a destra. A quel punto, allora, fuori uno tra Emmausso e Ragusa con Cavallo inserito per rispettare l’imposto minutaggio. Di fronte ci sarà un Foggia che spaventa per blasone e poco altro, perché la squadra di Cudini è tra le più ondivaghe e discontinue del girone. Contrariamente alla propria storia, poi, segna poco e subisce meno. Moduli cangianti, titolari non titolari e per Cudini l’avvicinamento all’ultima spiaggia pare andare spedito. Col Messina per salvarsi momentaneamente, probabilmente ripartendo dalla difesa a tre mentre in attacco Schenetti e Peralta saranno liberi di ispirare Tonin.

FOGGIA (3-4-2-1) Nobile; Salines, Carillo, Riccardi; Garattoni, Martini, Odjer, Vezzoni; Peralta, Schenetti; Tonin. All. Cudini

MESSINA (4-3-3) Fumagalli; Salvo, Polito, Manetta, Ortisi; Scafetta, Franco, Firenze; Ragusa, Plescia, Emmausso. All. Modica

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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