Gaetano Auteri, la versione originale di sé stesso

Pubblicato il 18 Luglio 2022 in Storie

Raduno in Umbria e ritiro iniziato per il Messina. Primo giorno di scuola per Gaetano Auteri sulla panchina giallorossa: personaggio tra i più estremi e particolari di un mondo – quello del calcio – in cui resta difficile non omologarsi.

UNA VITA DIETRO IL PALLONE – Classe 1961, Floridia, provincia di Siracusa. Curriculum che racconta tutto, con ben 700 presenze in panchina e 5 campionati vinti. Cartina al tornasole che rivela chi sia il nuovo allenatore del Messina: fortemente voluto dal ds Pitino e subito in sintonia – umana e calcistica – col presidente Sciotto. Una vita fatta di sacrifici e sofferenze quella del tecnico siracusano, costretto a ritirarsi a 30 anni dal calcio giocato per ripetuti problemi al menisco. Poi, un nuovo inizio: con l’incarico – accettato un po’ di getto – da allenatore dei portieri dell’Atletico Catania. Non fa per lui: «Non ce la faccio più a star lontano del campo, accetto senza pensarci. Poi, torno a casa, tra me e me “allenatore dei portieri? Ma come?”». Comincia da quella riflessione il percorso di Auteri che, nei successivi anni, tocca piazze importanti come: Ragusa, Igea Virtus, Avellino, Crotone, Catanzaro. Stavolta però, da allenatore. Proprio con l’Igea Virtus arriva il primo titolo: la vittoria del campionato di Serie D nella stagione 1999/2000. Vince ancora: col Siracusa nel 2008/2009, il suo Siracusa. Terra siciliana che è stata, di fatto, lo sfondo della sua vita professionale: più di 25 anni di carriera trascorsi da allenatore del sud. Campionati vinti – sempre in Serie C – con la Nocerina nel 2010/2011 e con il Benevento nel 2015/2016. Un palmares che parla da solo, che racconta un tecnico di successo e abituato alla pressione della vittoria. Messina – col suo programma triennale – sarà avventura diversa, ma – come da lui stesso ammesso – era tempo di tornare a dare qualcosa alla sua terra.

IL SUO MODO DI VEDERE IL CALCIO – Un uomo semplice, veterano di un calcio, a suo modo, filosofo. «A pensar grigio, siamo diventati pallidi», dichiarava in un’intervista qualche anno fa. Un Auteri che parla, anche, attraverso il suo gioco Auteri: un 3-4-3 che lo ha accompagnato lungo tutta la sua carriera. Dal regista vecchia scuola, agli esterni che macinano chilometri e chilometri fino a passare dall’alta linea difensiva che accorcia a centrocampo. Gioco sfrontato che punta al divertimento, senza peccare di presunzione: «Cercheremo di proporre un bel calcio, di fare divertire le famiglie, che aspettiamo di nuovo allo stadio, consapevoli ovviamente della categoria in cui militiamo».

TRA PASSATO RECENTE E PRESENTE – Ultime due stagioni turbolente per l’esperto tecnico, con un paio di sbandate alla guida di Bari e Pescara. Passi falsi che gli sono costati addii anticipati. Adesso, il nuovo inizio seduto sulla panchina del Franco Scoglio e del Messina, con un obiettivo chiaro: crescere insieme. «Con la società dobbiamo intraprendere un percorso a lunga gittata – ha dichiarato -, magari non soltanto di un anno. Consapevoli, ovviamente, che nel calcio tutto dipenda dai risultati. Questo è un campionato importante, con squadre che investono tanto, ma noi potremmo rappresentare la mina vagante».

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