Juve Stabia-Messina, una lenta agonia

Pubblicato il 12 Aprile 2016 in Tattica

Non è tutta da buttare la prestazione del Messina sul campo della Juve Stabia, nello stesso tempo non è il caso di esaltarsi per un buon primo tempo scaricando le colpe sull’arbitraggio per la sconfitta finale. Come sempre non ci tiriamo indietro quando c’è da dare un’opinione: i due rigori per la Juve Stabia sono netti e il signor Amabile non sbaglia nel concederli. Sull’onda della moviola diremo la nostra pure su altri tre casi: è da fermare l’azione che porta al gol di Scardina perché il Messina recupera palla con un evidente fallo di mano di Fornito. Non è rigore il contatto tra Romeo e Gustavo nel primo tempo, mentre poteva essere assegnato quello su Giorgione nella ripresa per una spintarella di Izzillo. Parentesi arbitrale dovuta visto che nel post partita lo stesso Raffaele Di Napoli non spiegherà perché la sua squadra sia crollata nell’ultima mezz’ora ma parlerà dei presunti torti subiti. La Juve Stabia gioca una partita impregnata dal terrore di non vincere, prende tre pali e trova Addario in giornata positiva. Dopo aver sparato alto un paio di conclusioni trova due rigori che le spianano la strada. Il Messina si può mangiare le mani per un primo tempo nel quale avrebbe potuto chiudere la partita e seppellire l’avversario. Raffaele Di Napoli pecca, come a Catania, nella gestione della gara e il cambio Scardina-Russo, una volta sotto di un gol, rientra tra le cose inspiegabili del mondo del calcio. Sebastian Fusca? Non spareremo su un ragazzo esordiente, ci ha pensato il Dio del calcio facendogli commettere due falli da rigore in pochi minuti. Catania, Catanzaro, Juve Stabia, tre indizi che fanno una prova: il campionato è finito. Ci aspetta un ultimo mese che difficilmente cambierà questa percezione, che la retorica sulle motivazioni sia con noi. Analisi della sfida che si concentra sui movimenti offensivi del tridente e sul piazzamento difensivo del Messina. Poi l’azione che porta al rigore su Diop, colpa di Fusca? Non solo.

CENTRAVANTI PERIFERICO – Il Messina è andato in vantaggio con una bellissima azione sull’asse Tavares-Scardina. Il portoghese si sta applicando alla grande nel ruolo di esterno offensivo, aiuta in fase di non possesso e in avanti lavora per i compagni. Quando si mette in proprio sono i compagni, invece, a non trovare la giusta intesa. Fermiamo l’azione: in azzurro abbiamo cerchiato Scardina che, sul taglio centrale di Tavares, si apre a sinistra forse per tirare fuori i difensori avversari. Movimento errato, l’ex centravanti della Lupa Castelli Romani finisce con l’allargarsi troppo e non partecipare per nulla all’azione. I due centrali della Juve Stabia si concentrano solo su Tavares con Cancellotti pronto a stringere da destra, data la non pericolosità della posizione di Scardina. Nel riquadro arancione c’è Gustavo, il brasiliano attacca benissimo la profondità tra terzino e centrale. Il suo movimento non è premiato con Tavares che va a concludere senza fortuna.

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MALEDETTA PALLA – Passiamo alla fase difensiva del Messina. La squadra di Raffaele Di Napoli crea tanto in attacco ma balla ancora di più in difesa. Siamo nella ripresa, la Juve Stabia preme ma spreca ed anche questa azione terminerà con un tiraccio di Favasuli. La prendiamo comunque in analisi per vedere come l’intero pacchetto giallorosso non lavori mai sull’uomo ma sempre sulla palla. Come abbiamo già detto in altre circostanze, non esiste alcun pallone in grado di finire in rete senza l’aiuto decisivo di un calciatore. Per questo motivo, sin dai primi calci, gli allenatori chiedono ai difensori di non guardare solo la palla ma di rimanere concentrati sull’uomo. Nell’azione vediamo come Lisi sfondi su Mileto, l’ex di turno perde il duello individuale ma è in mezzo che il Messina è troppo molle. Tra Burzigotti e Diop c’è una distanza siderale (linea azzurra) trovandosi i due a pochi metri dalla porta. In giallo abbiamo evidenziato un due contro due pieno zeppo di errori: Del Sante fluttua in mezzo a Fusca e Zanini, con nessuno dei due giallorossi impegnato in una reale marcatura. In più c’è il rimorchio di Nicastro che nessuno segue. L’errore più evidente? Tutti hanno lo sguardo rivolto verso il pallone, nessuno si preoccupa di stringere la marcatura sull’uomo.

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ERRORE IN COPPIA – Ultima azione della nostra analisi è quella che porta al rigore del pareggio. Il contatto finale tra Fusca e Diop merita la massima punizione, il centrale del Messina non riesce a frenare la corsa dopo il pallonetto dell’attaccante dei campani, lo scontro che ne sussegue è da punire. Torniamo alla genesi dell’azione per vedere come le conseguenze finali siano il frutto di errori dell’intero reparto, ed in particolare della coppia difensiva. La palla verso Diop arriva senza nessun tipo di pressione, sul lancio lungo l’attaccante della Juve Stabia è accoppiato con Burzigotti. L’ex Grosseto non ha il passo per seguire Diop, parte troppo tardi ed invece di coprire preventivamente rimane con l’uomo e sbaglia. È bravo Fusca nel leggere il pericolo e scappare per raddoppiare la marcatura. Diop è furbo nel saltarlo con un pallonetto e aspettare il contatto, Fusca è ingenuo ed irruente.

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