Juve Stabia-Messina, il pugile a riposo

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Pubblicato il 11 Aprile 2016 in Primo Piano

“Rigore è quando arbitro fischia”, diceva il compianto Vujadin Boskov: mai una contestazione all’operato dell’arbitro ha portato punti in classifica. Tre penalty a sfavore nelle ultime due trasferte rappresentano tuttavia un dato significativo, difficilmente spiegabile solo con le pesanti defezioni che hanno penalizzato il pacchetto arretrato. Gara spettacolare al “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia: in scena le paure dei padroni di casa contro la spensieratezza di un Messina ancora una volta poco cinico e fatalmente distratto nei frangenti decisivi dell’incontro. Come nel derby di Catania, Raffaele Di Napoli (voto 5,5) non riesce a trasmettere la necessaria cattiveria per chiudere definitivamente i giochi: nessuna perplessità sullo sfortunato utilizzo del giovane Fusca, qualche dubbio sull’ingresso in campo di Russo. Giustificazioni a parte, l’attenta analisi dell’andamento psicologico di una gara come quella di Castellammare potrebbe rivelarsi più utile di qualsiasi manuale di tattica.

Berardi 6: qualche intervento in bello stile prima di lasciare il campo per infortunio. (dal 43′ p.t. Addario 6,5: strepitoso in più occasioni tra i pali, non può nulla sulle due conclusioni di Favasuli dagli undici metri)

 jvs-mes gel corner scrittaBarilaro 5: Lisi trova dalla sua parte ampie praterie da percorrere in serenità, la fascia destra giallorossa torna nuovamente a soffrire. Sostituito all’intervallo a causa di un infortunio. (dall’1′ s.t. Burzigotti 5,5: ancora lontano dalla migliore condizione, sbanda pericolosamente in area quando aumenta la pressione offensiva degli stabiesi)

Fusca 4,5: supera con coraggio l’impaccio iniziale fino a segnalarsi tra i migliori in campo. Due rigori sulla coscienza nella ripresa rovinano irrimediabilmente un debutto terminato anzitempo in lacrime.

Mileto 6: non va troppo per il sottile quando il pericolo si fa imminente. Resta l’unico a mantenere la bussola in una difesa priva di veri punti di riferimento.

Zanini 5,5: timido nelle avanzate oltre la linea di centrocampo, prova a fare la sua parte senza particolari acuti in posizione arretrata.

Giorgione 6: l’eccessivo nervosismo e l’inconsueto egoismo in avanti macchiano la prova comunque positiva del capitano.

Baccolo 6,5: finte, dribbling, tunnel, veroniche e rapide verticalizzazioni per la migliore prestazione del centrocampista patavino con la maglia giallorossa.

Fornito 6: cala alla distanza dopo un primo tempo caratterizzato da eleganti scambi sulla mediana e interessanti intuizioni nelle proiezioni offensive.

Gustavo 6,5: il cinismo come primo fattore su cui lavorare per poter intraprendere discorsi più ambiziosi. Le sue giocate illuminano la scena, ma la cattiveria agonistica è rimasta probabilmente in riva allo Stretto.

Scardina 6,5: un gol per ritrovare le certezze perdute. Finalmente incisivo, l’ex Lupa Castelli firma una prova di carattere completata con l’abituale tendenza al sacrificio. (dal 36′ s.t. Gi. Russo sv)

Tavares 6: fallisce clamorosamente un gol a due metri dalla linea di porta. Prezioso nell’assist a Scardina e nella costante assistenza ai compagni di reparto.

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