Messina-Casertana, quando saltano gli schemi

Pubblicato il 2 Maggio 2016 in Tattica

Il giorno delle ultime volte. Si chiude la stagione casalinga del Messina, e con essa si potrebbe chiudere l’esperienza sulla panchina di mister Raffaele Di Napoli e della presidenza Stracuzzi. Il primo legato al secondo perché, se davvero avverrà il passaggio di proprietà alla cordata guidata da Francesco Barbera, sarebbe naturale attendersi una rivoluzione anche dal punto di vista tecnico. Non per demeriti o altro, solo perché solitamente nuova proprietà fa rima con cambiamenti. Chiusa la parentesi futuro torniamo alla sfida dello scorso sabato al San Filippo tra Messina e Casertana. Occasione gettata al vento dai campani, incapaci di far fruttare al massimo un primo tempo dominato tatticamente anche grazie ad alcune scelte cervellotiche di Di Napoli. Il Messina è troppo lungo, mal raccordato da un Giorgione schierato play basso, quando nel ruolo subentra Fornito cambia davvero poco. Il cambio di passo il Messina lo fa nella ripresa quando archivia il 4-3-3 e passa ad un 4-2-4 mobile ed elastico. L’assenza di Baccolo pesa come un macigno, quando manca lui insistere sul 4-3-3 è un errore grave. Giuseppe Russo non ha mai convinto, Fornito si intristisce e Giorgione è fuori ruolo. Forse meglio provare Bossa, che nella Berretti ricopre quel ruolo da due anni. Le quattro punte convincono di più, anche perché lo sbilanciato 3-5-2 di Romaniello fatica ad arginare le catene esterne fatte di sovrapposizioni. Tanto è vero che una volta subito il pari il tecnico campano passa ad un 4-2-3-1 che blocca il Messina ma congela la partita. Tuffiamoci nella sfida con un’analisi dei due tempi e della diversa applicazione tattica.

DISORDINE – Primo frame dedicato al gol subito quasi immediatamente dal Messina. Lo firma Mancosu di testa, favorito da un Messina poco cattivo e distratto (come spesso accade) dalla palla. In rosso ci sono gli uomini schierati a zona nell’area piccola, in giallo abbiamo evidenziato un esempio di marcatura attenta (come almeno altre due in area di rigore), mentre in azzurro c’è il grave errore di Fornito. Negro dalla bandierina non sembra cercare proprio Mancosu, più che altro vuole il cuore dell’area. Mancosu parte da fuori area, si prende tanto campo da attaccare. Lo fa in totale libertà perché Fornito è lontanissimo ma sopratutto è concentrato sulla palla. Non guarda mai l’uomo che lo sorprenderà alle spalle colpendo indisturbato.

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ALLA RINFUSA – Sempre Mancosu protagonista della nostra analisi. Ancora primo tempo e ancora libertà eccessiva concessa al fantasista di Romaniello. Il Messina ha già cambiato, Giorgione è andato a coprire il centrosinistra con Fornito in regia. Non cambia praticamente nulla perché i giallorossi sono lunghissimi. Mancosu (cerchio rosso) riceve sulla trequarti e si trova davanti una prateria da percorrere. Cerchio arancione per Giorgione, evidenziato per sottolineare la distanza tra lui ed il resto del centrocampo. Riquadro azzurro per tre giocatori fuori posizione: Mileto, Zanini e Fornito. Tutti e tre sopra la linea della palla e in ritardo colossale. I centrali lavorano sulle due punte, Martinelli su De Angelis e Burzigotti su Negro. Non possono accorciare sul portatore perché i terzini sono troppo alti (De Vito lo vedete in basso ed in ritardo). Squadra spaccata in due e senza coerenza, Mancosu si invola verso la porta di Addario ma sparacchia malamente in Curva Sud.

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CAMBIO DI PASSO – Chiudiamo con una lunga analisi della fase offensiva. Qualche frame in più del solito ma utili per sottolineare le differenze tra il Messina schierato col 4-3-3 e quello della ripresa con il 4-2-4. Prima immagine: siamo nel primo tempo, vediamo come Gustavo (cerchio azzurro) abbia tagliato verso il centro del campo lasciando a Zanini (riquadro giallo) lo spazio per attaccare la fascia destra. Tavares (cerchio rosso) si è abbassato con Cocuzza (cerchio arancione) che è pronto per attaccare la profondità. Nell’occasione la prima cosa che possiamo notare è la superiorità numerica della Casertana, che può giocare con una certa serenità vista la facile lettura delle possibilità nelle scelte del Messina. Tavares è lontano dalla porta e ben coperto dai centrali oltre alla schermata di Matute. Zanini è presente ma passivo, l’unico voglioso pare Cocuzza ma la giocata è complicata dallo schieramento perfetto della Casertana.

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Nella seconda immagine abbiamo messo vicine due fasi di gioco della ripresa. Fuori Burzigotti e dentro Barisic, addio al centrocampo a tre con le quattro punte libere di scambiarsi. Squadra più corta che riesce a coinvolgere tutti nella manovra offensiva. Break di Martinelli che può attaccare la linea avversaria (riquadro giallo), il suo movimento attira gli avversari e permette ai compagni di schierarsi in maniera pericolosa. Gustavo (cerchio azzurro) si apre a destra per lo scarico che arriva puntuale. Cocuzza (cerchio arancione) agisce da trequartista pronto ad attaccare una possibile seconda palla, mentre l’area è ben divisa da Tavares (rosso) e Barisic (nero). Peccato che il cross del brasiliano sia lento e molle, il destro non è il piede di Gustavo e l’azione si spreca. Passiamo alla seconda parte del montaggio: qui troviamo i quattro attaccanti che schierano in maniera diversa. Sull’apertura di Fornito Cocuzza dà ampiezza a sinistra (cerchio arancione), Gustavo (azzurro) gioca da raccordo mentre Barisic (nero) si tira addosso i centrali avversari lasciando a Tavares (rosso) la possibilità di attaccare la linea alle spalle dell’ultimo uomo. Ripresa giocata con una libertà offensiva meno ritmata da schemi e soluzioni, spesso lasciare l’estro esprimersi porta risultati concreti. Il Messina si rende tante volte pericoloso, spesso fermato più da un guardalinee distratto che dalla Casertana.

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