Messina-Benevento, paura e delirio

Pubblicato il 18 Gennaio 2016 in Tattica

Pensare solo al calcio, questo il nostro obiettivo nel commentare tatticamente la disfatta del Messina contro il Benevento. San Filippo amuleto di mister Auteri, seconda cinquina rifilata ai siciliani dopo quella dello scorso anno alla guida del Matera. Le tante chiacchiere pre e post partita interessano pochissimo senza il suffragio di prove concrete e non parole da social, pur espressa da un presidente che censura il rendimento del proprio portiere come fatto da Stracuzzi con Berardi. Il campo parla di un Messina schierato in maniera errata, con un 4-4-2 scelto da mister Arturo Di Napoli che non riesce a trovare distanze e aiuti. Barraco è fuori da qualsiasi progetto tattico, Zanini fa troppi ruoli e se la testa si spegne anche i migliori come Martinelli e Giorgione finiscono per collezionare disastri. Focus sui primi due gol subiti dal Messina, quando ancora c’era una partita, e poi lo spettacolare gesto tecnico e atletico di Marotta per il gol dello 0-5 finale.

RINCORSA VERSO IL NULLA – Primo gol del Benevento, Ciciretti scaglierà un sinistro non irresistibile sul quale Berardi parte in ampio ritardo. Tanto basterà al pubblico e non solo per “chiudere” il capitolo Berardi a Messina. Prima del tiro di Ciciretti ci sono un mare di errori che consentono all’ex messinese di calciare senza alcun ostacolo. In azzurro ci sono Martinelli e Cissè, il centrale del Messina esce dopo che il centravanti sannita salta facilmente Baccolo (a terra). Il suo ritardo è evidente, panico nella gestione dell’azione e sullo scarico insegue il pallone. Ciciretti ha il tempo per saltarlo col controllo verso l’interno, facilitato dal tantissimo spazio che Russo (evidenza rossa) gli lascia. Martinelli lavora per due, esce su Cissè e vuol sostituirsi al compagno nella chiusura sul fantasista del Benevento. Il risultato è ben noto. Cissé e Ciciretti scambiano senza problemi, Berardi farà il resto.

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LIMITI EVIDENTI – Passiamo alla seconda rete della squadra di mister Auteri. Marotta taglia da sinistra verso il centro, Cissè si muove attaccando la profondità e riceve in mezzo all’area. Controllo smarcante, conclusione secca e raddoppio. Passo indietro, nel nostro frame la palla è già partita. In azzurro vediamo che Cissè goda di ampia libertà, in rosso Martinelli e Russo rimangono a distanza dall’attaccante sannita. Russo rimane nella terra di nessuno, in ritardo per la diagonale e lontanissimo dallo spauracchio Ciciretti. Anche Martinelli sbaglia tutto, mal messo col corpo e troppo distante in marcatura. Anche qui il Messina rincorre e arriva in ritardo. Genesi dell’azione: Marotta parte da sinistra senza che Barraco o Barilaro se ne occupino, deve uscire lateralmente Giorgione che è in fisiologico ritardo visto il ruolo da interno di centrocampo. Nessun colpevole, tutti colpevoli.

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LO SCORPIONE – Nessun pippone tattico anche sul gol dello 0-5, anche se ci sarebbe da ricamare sulla facilità con cui il Benevento riesca a sfondare sulla sinistra difensiva del Messina e di come Marotta sia completamente solo in mezzo all’area di rigore. Solo una foto, un fermo immagine per esaltare il gesto tecnico e atletico di Marotta che si inventa il famoso “colpo dello scorpione” per battere per la quinta volta Berardi. Nessuna voglia di irridere l’avversario, sicuramente con quattro gol di vantaggio è più semplice pensare e realizzare questa prodezza ma c’è anche un motivo tecnico. Il cross di destro di Ciciretti è leggermente arretrato, Marotta rimedia inventandosi un colpo che non può non meritare gli applausi anche dei tifosi avversari.

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