
Messina-Crotone, Modica: «Per me è il capolinea, lascio»
Pubblicato il 20 Gennaio 2025 in Sala Stampa
Sconfitta senza appello per il Messina contro il Crotone, evidente la differenza di livello tra le due squadre e la necessità per i giallorossi di rinnovare la propria rosa. Il tecnico Modica, però, annuncia il suo addio.
MODICA – «Ho visto trenta minuti buoni, di intensità e buone giocate; poi di fronte c’era una squadra di altissimo livello e contenere non era semplice. I nuovi hanno profuso impegno, nonostante alcuni siano arrivati da pochissimi giorni. Dopo il secondo gol è finita. Viviamo con grandi disagi da tanto tempo, non ci aspettavamo ovazioni ma ora è arrivato il momento in cui sono diventato l’obiettivo. Lascio libera la nuova proprietà di decidere, prendo atto di essere il primo responsabile e se devo pagare pagherò. Ma voglio partire da lontano: c’è stato chi ci ha sempre sostenuto, ma non abbiamo sentito una carezza in 7 mesi. C’era un muro contro muro con la proprietà e abbiamo rispettato. Ma non mi sento rispettato io. A tutto c’è un limite, non devo ancora dimostrare l’amore per questa bellissima città. Per Messina. Siamo arrivati al capolinea, vivo una situazione in cui mi sento spiazzato e ringrazio i nuovi anche per la complicità dimostrata. Dopo tante debacle è arrivato il momento della dignità e può darsi che con qualcosa di nuovo potrebbe far scattare una scintilla. Oggi accontento chi voleva la mia testa; mi auguro che venga qualcuno che possa prendere in consegna dei ragazzi meravigliosi. I risultati sono stati negativi, ma c’è qualità. Non abbiamo smarrito la qualità, sono semplicemente stati abbandonati. Difficoltà infinite, sbeffeggiati nella dignità perché i pagamenti non sono tutto. I risultati sono frutto di tante cose, qui ci sono solo piccole cose. Si chiama Messina ma non c’è più niente di un tempo. Mi sento una persona serena nell’animo, ho perso tanto orgoglio ma non la dignità. Lascio tanti soldi e un gruppo meraviglioso che ringrazierò uno dopo l’altro. La società sta buttando le basi per cambiare. Non sono le sconfitte, il numero, ma il modo in cui si vive questo lavoro. Ringrazio Messina, i tifosi e anche i denigratori. Era da tempo che avevo capito che il mio percorso fosse finito, mi hanno blindato, quasi costretto. Dal 12 dicembre volevo andare via e non è stato possibile, ma devo anche ringraziare chi lo scorso anno non mi ha cacciato dopo 6 sconfitte. Ho cercato di proseguire per il bene che provo nei confronti dei ragazzi. Il risultato di oggi non mi preoccupa, ma è l’aria attorno a noi che mi preoccupa. La gente contesta giustamente, ma noi quante ne abbiamo vissute? Da soli, senza Curva con dolore. Li capisco, ma ci avrebbero dato tanto. Se alla gente serve qualcuno da azzannare, eccomi. Forse è giusto che lasci per dare seguito alla corsa salvezza. Spero che la nuova proprietà rinsaldi il rapporto con l’ambiente. Io non ce la faccio più. Per il mio percorso di carriera, questi ragazzi restano una pietra miliare. Mi prendo le mie responsabilità: la squadra l’abbiamo fatta in tre, con Pavone e Costa, e non fuggo dalle colpe. Ma troppe cose mi vengono addossate, sbagliare la formazione – per esempio – fa parte del mestiere. Non è mai venuto meno l’impegno. Siamo sempre andati in guerra disarmati. Diamo soddisfazione a chi ha pretese, a chi vuole la mia testa. Ci sono dimissioni ed esoneri che fanno male, non è questo il caso. Perché il calo mentale dell’ultimo periodo? Parte tutto da lontano, siamo rimasti coesi ma è stata sempre dura. Erano tanti scarsi che avevano offerte da grandi squadre, non sono felice di quello che hanno fatto ma chi ha opportunità le ha colte al volo. Se parli con ognuno di loro ha le proprie ragioni, se non ci sono con la testa devono andare via. Meglio così che gente che non ti dà più niente. Il mercato aperto consuma. Ho dato il meglio di me, sono sereno con me stesso. Sono caduto, mi sono rialzato, mi sono arrabbiato e ripreso. Nella vita ci sono momenti belli e brutti. Oggi, mi prendo la responsabilità e vado via con dignità. Rispetterò vita natural durante i sette capi tifosi che conosco da sempre. Non certo chi mi insulta tanto per. Forse, avrei dovuto dire di “no” a giugno. Mi sono ammazzato da solo, ma ne sono fiero. Mi sono suicidato il 13 giugno, lo ammetto. Ho sbagliato e pago».
PETRUCCI – «Non è il risultato che volevamo, ci dispiace molto. Stiamo cambiando tanto, ma queste prestazioni non bastano anche se di fronte c’era un avversario molto forte e la loro vittoria è giusta. Sicuramente sono una squadra che palleggia bene ed è in fiducia, dopo il vantaggio per loro è diventata facile e noi siamo calati parecchi. Cercheremo di lavorare di più per assottigliare il gap con le altre. Dobbiamo ripartire dalle cose buone, come la prima mezz’ora. La batosta, come il gol subito, ci pesa sempre. Serve una scintilla per migliorare, ma la medicina è il lavoro. La società si sta muovendo bene, sono arrivati calciatori importanti come Crimi. La squadra non è completa ma sono stati fatti passi in avanti, sono sicuro arriverà gente motivata. Chi è arrivato ha la testa giusta, rispetto a chi è andato via che non aveva più la volontà di rimanere. C’era un pubblico bellissimo, ci dispiace non averli resi felici. Dobbiamo invertire il trend, i risultati dipendono da noi. Guardiamo partita dopo partita, con la Casertana non è l’ultima spiaggia. La situazione non è buona, ma ogni miglioramento inizia da un primo passo».