Messina, la moltiplicazione degli errori e delle carenze

Pubblicato il 16 Ottobre 2022 in Primo Piano

Ottobre doveva essere il mese della verità, ma a metà strada ha già rivelato tanti dei problemi tecnici e strutturali del Messina. La parentesi Giugliano è diventata tale dopo le rovinose cadute con Cerignola e Gelbison.

DIFFICOLTÀ CRESCENTI – «Ci sono due modi di affrontare le difficoltà, modificare le difficoltà o modificare te stesso in modo da poterle affrontare». Citazione della scrittrice britannica Phyllis Bottome che calza a pennello con la situazione che sta vivendo l’allenatore del Messina, Gaetano Auteri. Analizzando la sconfitta maturata negli ultimi minuti al San Filippo per mano della Gelbison non si può non pensare all’inadeguatezza del progetto tecnico. Perché sì, è vero che probabilmente il risultato più giusto sabato sarebbe stato il pareggio, ma va anche detto che la Gelbison non ha rubato nulla. Lo splendido gol di Fornito a cinque minuti dalla fine non sa di beffa ma di conferma. Il motivo va ricercato nella prestazione degli undici – più i cinque subentrati nel secondo tempo – nell’arco di tutta la partita e non solo. Fare di tutta l’erba un fascio sarebbe troppo facile. Inutile parlare dell’inconsistenza dell’attacco che potrebbe essere rappresentato come un encefalogramma piatto. Inutile anche parlare dell’indecisione di Daga sulla punizione decisiva. Come è inutile parlare delle prestazioni sottotono di Marino che potrebbero essere descritte dal popolare detto sullo zoppo e l’imparare a zoppicare. Tornando ad Auteri: è stato fin da subito visto come una sorta di “totem”. Nell’arco della sua carriera ha vinto e, soprattutto, ha sempre dimostrato di essere un allenatore con la A maiuscola per il campionato di Serie C. Da solo non può bastare. A lui, però, va dato atto dell’insistenza nel provare a “modificare le difficoltà”. Contro la Gelbison ha cambiato varie volte lo scacchiere tattico: iniziando con il suo abituale 3-4-3 per poi passare a un 3-5-2 e chiudere col ritorno al 4-3-3. Tanti e continui cambiamenti nell’arco dei suoi primi mesi da allenatore del Messina che trasudano mancanza di certezze. La vittoria di due settimane fa con il Giugliano ha dato sicuramente ossigeno all’ambiente, sollievo che è durato troppo poco fino ad arrivare alla piena apnea, riscontrata anche nelle parole post partita di Auteri.

LA COSTRUZIONE – Il tecnico è apparso ampiamente sconsolato e alla ricerca costante di frasi di circostanza. Le ultime conferenze del tecnico sembrano ricalcare lo stesso copione, tutte legate da un filo rosso che sembra suonare come un “vorrei ma non possiamo”. Le scelte fatte sul mercato dal ds Pitino vengono sempre giustificate dalla mancanza di budget e dalla volontà di voler fare minutaggio. Alcune valutazioni, però, sono evidenti errori di valutazione. L’esempio più lampante – anche per lo spessore della sua carriera – è Davis Curiale. Inseguito già lo scorso gennaio per rinforzare la rosa guidata da Raciti. Curiale alla fine di quel mercato non arrivò in Sicilia e firmò per la Vibonese con Pitino che virò su Piovaccari. Sei mesi dopo ancora Messina su Curiale e firma arrivata l’11 Agosto. Lungo corteggiamento che certifica la forte investitura del direttore sportivo che si sta rivelando fallimentare. Non è un problema soltanto di singole scelte, ma di concetti. Perché resta un mistero come faccia una squadra costruita per giocare puntando sulle sgroppate sulle fasce ad avere soltanto due esterni di ruolo da poter utilizzare. Problema costante che si è verificato in quest’inizio di campionato quando entrambi gli esterni – Fazzi e Versienti – sono stati costretti a dare forfait per infortunio. Paradosso riassunto dal pacchetto difensivo schierato al Partenio contro l’Avellino formato da: Trasciani, Filì, Camilleri e Angileri, quattro centrali.

GLI INTERVENTI – «Sono disposto ad intervenire anche sul mercato degli svincolati acquistando uno o due innesti se il direttore sportivo lo riterrà necessario». Parole di Pietro Sciotto vecchie di qualche settimana. La domanda che sorge spontanea è la seguente: come mai di questi innesti non c’è ancora traccia? Provando a ipotizzare una possibile risposta da parte dei diretti interessati, ci sono due possibili strade da considerare: la prima è che il mercato degli svincolati in questo momento non sia in grado di fornire al Messina quei profili che servono a innalzare la qualità della rosa, la seconda strada percorribile è quella che vede il direttore sportivo non ritenere necessario – come detto dal presidente – di intervenire sul mercato. Che si possa pensare che questa squadra sia perfetta così com’è resta difficile da immaginare. La classifica in questo momento piange e le competitor stanno dimostrando – a differenza del Messina – di essere squadre vive. Le neopromosse Gelbison, Cerignola e Giugliano hanno già superato quota 10 punti, mentre Potenza, Viterbese e Picerno – oltre ad avere un paio di punti in più – trasmettono maggiore solidità e organizzazione dei giallorossi. La partita al Degli Ulivi con la Fidelis Andria è già decisiva e potrebbe regalare al Messina un po’ di respiro, ma le riserve di ossigeno restano limitate e non sempre può bastare un super girone di ritorno. I responsabili di questa situazione sono molteplici con una lista delle accuse che coinvolge calciatori, tecnico e dirigenza compresa una proprietà chiamata a dare risposte concrete.

*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi