Messina-Latina, transizione vincente

Pubblicato il 2 Febbraio 2025 in Primo Piano

Le finali si vincono. Quella contro il Latina, però, non è la pagina risolutiva per un Messina ancora di rincorsa. La squadra di Banchieri ribalta i laziali, spinta da una forza interiore che supplisce a possibili difetti o errori. La partita è episodica, ma sono i giallorossi a portarla dalla propria parte.

MENTE E QUALITÀ – Una vittoria è una vittoria, soprattutto in una fase della stagione in cui vincere non basta per avere una classifica serena. Quella del Messina è un’impresa in corso d’opera, per questo non ci si può perdere in profonde analisi tattiche o di gioco. Non solo per l’emergenza, anche per una fase di costruzione ancora all’alba. Banchieri è arrivato da sole due settimane, la squadra sta prendendo forma e giocatori come Costantino hanno passato più tempo in campo in partita che in allenamento. Il Messina visto col Latina, quindi, deve essere imperfetto. Non sarebbe potuto essere diversamente. Parte anche bene, perché è aggressivo al punto da sfiorare il vantaggio con Crimi. L’altra faccia della medaglia è il contropiede laziale che parte dal corner a favore, con Lia che non ha il senso di responsabilità per sparare il pallone nel parcheggio del San Filippo. Non per paura, ma per consapevolezza che si sia entrati in una parte di campionato in cui non ci sono fronzoli. Dopo un minuto quel pallone si mette fuori, perché non si corrono rischi e ci si risistema. Certo, l’idea di mantenere il possesso e ripartire è meravigliosa, ma bisogna anche avere contezza di quanto l’errore sia dietro l’angolo. Ingrosso fa il resto con un’entrata inutile. Petermann segna e tutto sarebbe potuto crollare. Invece no, perché il Messina è squadra imperfetta dal punto di vista tattico – ne parleremo – ma con un paio di guide tecniche e mentali importanti. Buchel si deve togliere di dosso Mastroianni, non appena la marcatura salta, sale in cattedra. Il ritmo lo decide lui, quando gioca di prima sono gli altri a doversi adeguare. Se non ci arrivi non è il passaggio a essere sbagliato, è il ricevente che si deve svegliare. Occorre essere chiari. Banchieri (voto 6,5) gli cuce addosso la squadra, perché questo 4-3-1-2 non è proprio il modulo dei sogni e probabilmente manca qualità per giocare in verticale per vie centrali. Ci arriviamo, intanto restiamo sulla reazione emotiva. Il Messina non esce dalla partita, macina gioco e si prende rischi. Boscaglia abbassa la squadra e cerca solo il lancio lungo per il veloce Ekuban. Marino e Dumbravanu si organizzano e mettono pezze varie. Il Latina gioca una partita banale, il tecnico nerazzurro prova a raccontarla secondo il suo punto di vista ma la superiorità tattica di cui va teorizzando è frutto di voglia di rivalsa, almeno verbale, alla sconfitta. Anche perché il suo è un 4-4-2 che non varia mai dai contenuti tradizionali, vero che la partita è episodica come è vero che anche il Latina crea per errori del Messina. Insomma, poteva finire in tanti modi ma non c’è alcuna superiorità dei laziali. Zero. C’è un senso di pericolo potenziale, ma è un altro discorso. La partita si divide in tre analisi – dice Boscaglia -, verissimo e sia in quella fisica che tattica il match resta in equilibrio. Gli episodi, prima cosa giusta detta, vanno invece dalla parte del Messina. Il Latina ha palla per stendere i giallorossi, ma Ekuban scivola. Ci fu un derby di Milano di qualche anno fa, commentato da Beppe Bergomi su Sky, un difensore del Milan scivolò e lui fu molto netto a dire: “Non si scivola”, non per cancellare la casualità ma per sottolineare che anche l’inciampo può essere figlio di mancata concentrazione. Tema che torna vivo in questa sfida, perché Luciani diventa professionista della disattenzione. Arriviamo anche qui, restiamo sull’aspetto emotivo: Buchel detta gioco, la squadra corre e va a riempire spazi per dettami tattici ma la vera spinta resta mentale. Non si vuole perdere e non si ha paura di prendere il secondo, c’è rispetto perché la posta in gioco è delicata. Chiaro, senza il pari tutto questo sarebbe stato cestinato. Il Messina segna tre volte, Luciani ne fa annullare due e poi si riscatta dal dischetto. Il rigore che Grasso assegna – perché non ci interessa fare quelli di parte – non sembra esserci. Crescenzi interviene col destro sul pallone, Luciani impatta sull’altra gamba per sua responsabilità. Anche perché scopre il pallone nel suo lentissimo movimento prima di provare a calciare. Crescenzi paga la dinamica e l’aver corso il rischio, ma è pur sempre Serie C. Parità e comincia un’altra partita.

IL CASO LUCIANI – Direte voi: “Perché sottolineare la prestazione negativa di un calciatore che ha comunque fatto gol?”, perché siamo qui per fare il nostro lavoro. La partita di Luciani non è sufficiente. E sia chiaro, queste parole non sono di critica fine a sé stessa, ma di stimolo a un ragazzo che dovrebbe essere il primo insoddisfatto di quanto fatto ieri. Viene schierato perché Costantino ha fatto mezzo allenamento e De Sena ha accusato un po’ di fastidi in settimana. Tordini ha il compito di svariare, lui deve dare profondità. Però, deve stare attento. A Caserta è inaccettabile che finisca in offside nei primi tre tentativi offensivi; contro il Latina diventa straripante la sua distrazione. Per almeno l’80% delle situazioni d’attacco è in fuorigioco; tanto che spesso i compagni – molto più lucidi – devono rallentare e ricominciare per non perdere il possesso. Gioca sulla linea ma guarda solo il pallone. La prima rete annullata ci sta, perché prova a sorprendere la linea e parte in anticipo. Classico, non è un errore. La rete annullata a Crimi, invece, è un errore gravissimo: l’azione del Messina è lenta, non è una ripartenza rapida ma un’azione manovrata. La linea accorcia in avanti passo dopo passo, lui dà un’occhiata poi continua ad avanzare come fosse un gioco senza regole. Il cross parte, non poteva mai arrivarci ma ci prova lo stesso. Crimi fa una meraviglia insaccando di petto in tuffo, ma la partecipazione di Luciani fa annullare tutto. Se fosse rimasto fermo, semplicemente fermo, sarebbe stato valido. Nella ripresa il copione non cambia, perché parte sempre in anticipo. Ora, Luciani ha qualità fisiche e tecniche innegabili, ma deve cambiare livello di attenzione e di spesa emotiva nella sua prestazione. Il gol non deve essere un’ossessione, il suo primo compito deve essere quello di diventare utile per compagni e manovra. La rete, come sempre, è una conseguenza che deriva dalle cose fatte bene.

EPISODIO CERCATO – Il pari firmato da Luciani, però, pesa parecchio. Intervallo più sereno e partita che cambia copione. Il Messina pare più stanco, ma è normale dato che la rosa è stata riempita di calciatori con pochi minuti in stagione. Ma sono professionisti e tra una settimana si vedrà una condizione migliorata. Contro il Latina, però, serviva gestirsi. Qualche errore tecnico favorisce i laziali, ma la barca regge. I cambi fanno la differenza: Gyamfi è più in partita di Lia, mentre Costantino mette peso offensivo con Tordini che ha uno spunto che Petrucci non avrebbe potuto dare. La fase centrale è lenta, complicata e il Messina sembra quasi difendere il pari per poi tentare di vincere. Banchieri gioca le sue carte con lucidità: Pedicillo e De Sena. Il Latina ha sprecato i suoi episodi, ma che non sono minimamente ricercati dato che arrivano per un paio di rimpalli vinti. Il Messina resta volenteroso nel cercare lo spazio in profondità. Per paradosso, però, arriva da un’azione nata da palla ferma. Buchel si inventa un corridoio che vede solo lui, anzi no! Lo vede anche De Sena perché è il suo movimento a essere decisivo. Gioca con la linea – lui sì – e fa un paio di contromovimenti per fare perdere le sue tracce. Buchel imbuca, lui c’è. Cross dentro, Costantino buca ma Garofalo spacca tutto. Corsa a perdifiato. E dove lo teneva? Perché il numero 4 fa una partita mastodontica dal punto di vista fisico, meno per movimenti. Ma ci arriviamo. La sua rete è simbolica, perché è quella di un ragazzo che non ha mai risparmiato una goccia di sudore. Che è finito nel tritacarne del caos del girone d’andata. Casertana e Latina sono due grandi prestazioni. L’episodio c’è, ma è cercato perché il Messina trasforma in vittoria un pallone lavorato. Insomma, la superiorità tattica di cui sopra non pende dalle parti di Latina.

QUESTO ROMBO – Parliamo di tattica. Due partite non sono un gran parametro per fare analisi, ma qualcosina dicono. Sia al Pinto che contro il Latina, mister Banchieri, sceglie il 4-3-1-2. L’idea di fondo è chiara, tutto ruota attorno alla mediana. Perché Buchel è imprescindibile e va protetto, quindi serve un centrocampo a tre. La rosa sta prendendo forma con punte centrali – De Sena e Costantino più Luciani – ma anche con esterni come Vicario e Chiarella. Insomma, davanti si potranno fare varie cose, ma la mediana deve essere a tre. Messaggio anche per Roma, perché serve un altro mediano che faccia respirare Garofalo e Crimi. Ma restiamo sulla scelta tattica: proprio partendo dal fatto che le due mezzali sono giocatori di quantità e dinamismo, ma servirebbe qualcosa in più in fase di ultimo passaggio. Quello che dovrebbe dare il trequarti, ma Petrucci fatica a trovare spazi per incidere. La squadra nel corto gioca discretamente, Crimi non sbaglia nulla ma non può addossarsi anche il compito di giocare da 10. Quando Tordini arretra ci mette più tecnica pura, ma sempre nello stretto. La famosa profondità di cui abbiamo scritto prima, infatti, andrebbe valorizzata da maggiore pulizia nella trequarti. Insomma, Buchel scrive il copione e dirige, ma non può sempre assistere lui le punte. Il rombo prevede l’idea di bucare centralmente, ma ancora non si è visto. Tanto che, sia a Caserta che col Latina, lo sfogo maggiore si è trovato in corsia destra. Che è una soluzione, ma troppo limitante se decide di avere un trequarti e due punte. Serve giocare di più per via centrale, in verticale. Ma serve maggiore qualità nel corto e nel lungo. Attenzione, non deve arrivare dal mercato perché i calciatori ci sono. Devono dare di più. Poi, sarà Banchieri a comprendere in quali occasioni serviranno profili come Vicario e Chiarella, utili sia dentro il campo che in ampiezza. Insomma, il materiale per fare bene e variare è a disposizione. Vedremo l’evoluzione. Capitolo mercato: serve un centrale di piede destro, forse un terzino sinistro e certamente un centrocampista. Krapikas piace sempre al Trapani che però prova a chiudere Ravaglia della Sampdoria, ma la sensazione resta quella che qualcosa in porta arriverà. Sia che Krapikas resti o che, a maggior ragione, vada via. Si saprà tutto nelle prossime ore, dato che il mercato chiude alla mezzanotte di lunedì 3 febbraio. Poi, testa al Picerno: un’altra partita che non si può non vincere.

Krapikas 6
Para quasi il rigore di Petermann, poi non deve fare grossi straordinari per contenere gli avversari.

Lia 5
Parte malissimo lanciando Saccani che troverà il penalty, va in confusione e gioca un primo tempo pessimo sotto ogni aspetto. Diffidato, ammonito, salterà il Picerno. (dal 1′ s.t. Gyamfi 6: entra mettendo sostanza, soffre un po’ la velocità di Bocic ma poi gli prende le misure)

Marino 6,5
Esperienza e pragmatismo. Le due punte laziali sono difficili da tenere a bada, soprattutto Ekuban scappa via in velocità, ma sul lungo periodo viene reso inefficace.

Dumbravanu 6,5
Deve fare a sportellate con Ekuban in velocità per supplire dove Marino non può arrivare, soffre un po’ ma esce alla distanza.

Ingrosso 5,5
Il fallo che provoca il rigore era evitabile, in generale è ancora imperfetto nelle due fasi. Può fare meglio.

Garofalo 7
Probabilmente ha percorso più chilometri in questa partita che in tutto il campionato. Scherzi a parte, si sacrifica per mettere fisicità in una mediana che, sennò, sarebbe troppo leggera. La sua presenza diventa, quindi, imprescindibile. Deve migliorare in fase di possesso perché spreca troppi tocchi negli ultimi venti metri; poi è cazzuto nel fiondarsi sul pallone della vittoria.

Buchel 7
Come a Caserta diventa padrone del tempo e dello spazio. Partenza complicata per una marcatura ad personam asfissiante, poi si libera e comincia a far correre il pallone. Quando De Sena detta il movimento, lui risponde con una delizia rara. (dal 42′ s.t. Morichelli s.v.)

Crimi 7
Che partita. Cuore, tecnica e volontà. Attacca gli spazi, segna ma Luciani cancella tutto, corre e recupera palloni e un paio di volte salta l’uomo con giocate di tecnica superiore. In crescita e ancora si è visto poco del suo potenziale. Chiaro, questo sistema è molto stressante per i centrocampisti e sulla lunga distanza la spia della riserva si accende.

Petrucci 5,5
Troppo lento quando dovrebbe velocizzare l’azione, un paio di tocchi di qualità non possono bastare. Ammonito, col Picerno non ci sarà. (dal 1′ s.t. Costantino 5,5: in ritardo di condizione dopo qualche settimana di troppo in panca a Lucca, prova a metterci mestiere ma potrebbe fare di più. Crescerà)

Luciani 6
Se sei in fuorigioco nell’80% delle azioni offensive della tua squadra non stai lavorando bene. Passi la rete che gli viene annullata, ma quella cancellata a Crimi mostra un attaccante troppo emotivo e poco lucido. Non si interessa del movimento della linea, poi non comprende che su quel pallone non sarebbe mai arrivato e interviene lo stesso. Crimi segna ma non vale, se fosse rimasto fermo… Nella ripresa lo spettacolo è lo stesso. Deve essere il primo a non essere contento della propria prestazione. Il rigore è un regalo dell’arbitro, almeno è freddo dal dischetto. (dal 26′ s.t. De Sena 6,5: l’esatto opposto. Masterclass di come si attacca la linea, Buchel illumina e lui serve la palla della vittoria. Due prestazioni pesanti, da lui passa tanto del destino giallorosso)

Tordini 6
Non male, non male davvero. Alcuni tocchi di palla sono interessanti, nello stretto esce sempre con tecnica. Calcia anche in porta, un filo di confidenza in più lo aiuterà a crescere. Arma da sfruttare. (dal 26′ s.t. Pedicillo 6: dovrebbe fare molto di più dal punto di vista delle scelte tecniche, ma va premiato l’atteggiamento di sacrificio in un momento di sofferenza)

LATINA Zacchi 5,5; Ercolano 6 (dal 45′ s.t. Di Giovannantonio s.v.), Crescenzi 5,5, Marenco 6, Vona 6; Saccani 6,5 (dal 32′ s.t. Ndoj s.v.), Gatto 5,5 (dal 1′ s.t. Ciko 5,5), Petermann 6,5, Bocic 5,5; Mastroianni 5,5, Ekuban 5,5. All. Boscaglia 5

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi