Messina-Lecce, orgoglio e superficialità

Pubblicato il 19 Aprile 2016 in Tattica

Un Lecce brutto, sfilacciato e che lascia sul campo del Messina i punti necessari per continuare a sperare nel sorpasso sul Benevento. Quanto fatto vedere al San Filippo dalla squadra di Braglia non può bastare per competere col rullo compressore guidato da Auteri o con il ritrovato Foggia di De Zerbi. Il Messina trova una prova di carattere e orgoglio, figlia dell’unità di un gruppo che non ha mai tradito e che si è responsabilizzato di fronte alle tante assenze. Un Lecce forse arrivato in Sicilia tranquillo di trovare un avversario “morbido”, il vantaggio di Lepore (rigore inesistente) ha abbassato la già pochissima concentrazione dei salentini. Mister Di Napoli conferma un 4-3-3 che non convince quando in regia c’è Giuseppe Russo, l’assenza di Baccolo pesa di più di quella di Giorgione, lo modifica con l’inserimento di Cocuzza ma è sempre Tavares a fare la differenza. Il portoghese quando può lavorare con un compagno di reparto in zona centrale si esalta, dimostrando che oltre ad un gran senso del gol è dotato di una grande lettura del gioco. Analisi della sfida tra impatto offensivo delle due punte e maglie larghe in fase difensiva.

APPLICAZIONE DA MANUALE – Partiamo dalla fine, dalla grande occasione che capita sui piedi di Cocuzza e che avrebbe regalato al Messina una vittoria in rimonta. Impreciso l’attaccante palermitano, peccato per un errore che avrebbe ripagato il sacrificio di giocare con una spalla prossima all’intervento chirurgico. Capita di sbagliare, ma questo non inficia la bellissima applicazione del sistema a due punte. Dopo la rete di Lepore mister Di Napoli tira fuori Russo e mette Cocuzza in avanti in coppia con Tavares. Il portoghese, come già accaduto con Scardina, sfrutta alla grande la presenza del compagno. In primis trova la rete del vantaggio, che a dire il vero è un episodio isolato arrivando in uscita da una palla inattiva, poi lavora per il compagno. Fermiamo l’immagine: cerchio azzurro per Tavares che troviamo come riferimento basso del quartetto offensivo, con la sua grande tecnica individuale serve l’attacco della profondità del compagno di reparto (freccia azzurra). Passiamo appunto a Cocuzza (evidenza rossa), perfetto nel dettare il passaggio e nell’attaccare il Lecce tra il terzino e il centrale, ovvero la zona più complicata da difendere per chiunque. In giallo abbiamo segnato la linea dei salentini, vediamo come Abruzzese e Legittimo si facciano sorprendere da Cocuzza rimanendo troppo concentrati sul pallone, mentre Cosenza (freccia gialla) sia troppo distante da Tavares rinunciando ad uscire e non supplire alla mancata copertura dei centrali di centrocampo.

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MANCATO PREMIO – Passiamo adesso all’azione incriminata del match: Caturano attacca la profondità, aggancia il lancio di Abruzzese, contrasto pulito di De Vito ma per il signor D’Apice è calcio di rigore. Chiaramente il fischietto di Arezzo sbaglia, l’intervento in allungo del terzino del Messina è sulla palla e il contatto sul costato di Caturano non merita neanche la citazione. Svista o sudditanza? Materiale per complottisti, se sbaglia un centravanti come Dzeko ad un metro dalla porta figuratevi un arbitro di Lega Pro. Peccato per l’errore arbitrale perché non premia, anzi punisce, l’ottimo lavoro difensivo di Andrea De Vito. In azzurro abbiamo isolato il 2vs1 di Martinelli e De Vito contro Caturano. Con la freccia gialla in giusto movimento in diagonale che completa la profonda diagonale da sinistra al centro di De Vito, aiuto perfetto al compagno che va a coprire il bellissimo movimento di Caturano, bravo a sorprendere la coppia centrale siciliana. De Vito legge bene l’azione, arriva coi tempi giusti perché il suo intervento non è in ritardo ma puntuale e sul pallone. D’Apice fischia, Lepore trasforma dal dischetto.

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DISTRATTI E MOLLI – Ultimo momento della partita che prendiamo in analisi. Siamo nel primo tempo, partita scossa da un paio di conclusioni dalla distanza e niente più. La grande chance arriva sui piedi di Salvemini, molto bravo l’attaccante pugliese a lottare contro la difesa leccese, difendere palla e incrociare. Fuori di un soffio, piccola imprecisione che non diminuisce i meriti di Salvemini nell’occasione. Fermiamo l’immagine qualche frame prima della conclusione: in azzurro Gustavo e Salvemini che stringono in mezzo sullo spazio lasciato da Tavares, il portoghese si è abbassato per lavorare per i compagni (ancora una volta), con la linea gialla evidenziamo i due centrali salentini ai quali si aggiunge in aiuto Legittimo. In tre non riescono ad attaccare con cattiveria la palla e si fanno asfaltare da Salvemini. In rosso abbiamo segnato la seconda linea del Lecce, ovvero il centrocampo che potete notare distante dal reparto arretrato. Un Lecce lunghissimo sul campo, che favorisce il lancio lungo del Messina e la velocità di attaccanti agili come Salvemini o Gustavo.

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*foto evidenza ©PeppeSaya

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