Messina, più forte del fattore D

Pubblicato il 26 Maggio 2021 in Primo Piano

Mai come stavolta lasciare il dilettantismo sarà una vera e propria liberazione. La gestione del finale di stagione è la conferma che questo calcio – la Serie D – è ormai distante anni luce dalle serie superiori.

DIMOSTRAZIONE DI FORZA – L’annullamento dei playout all’ultimo momento, la programmazione dei recuperi, la dilatazione dei tempi di conclusione del torneo vanno al di là dello stato emergenziale legato alla pandemia. Prova ne sia il fatto che A, B e C hanno comunque trovato un equilibrio grazie al quale hanno concluso, o stanno chiudendo, l’annata senza troppe anomalie. In questa sorta di lotteria, il Messina si è trovato in mano uno dei biglietti vincenti, ma più che la buona sorte deve ringraziare innanzitutto sé stesso. Finora, infatti, la squadra di Novelli ha messo insieme numeri al di sopra di ogni sospetto e, se non fosse stato per un avvio di torneo non brillantissimo, avrebbe già messo il sigillo sulla promozione. Basta ricordare che i giallorossi sono in testa da quasi 6 mesi consecutivi, pur se – tenuto conto della differenza di gare giocate rispetto alle rivali – il vero e proprio primato è arrivato il 21 marzo grazie al successo contro l’FC. Proprio marzo ha sancito la supremazia dei biancoscudati, capaci di raccogliere 7 punti nei tre scontri (due dei quali fuori casa) contro dirette rivali (Acireale, FC e Gelbison). Più in generale, però, tutto il girone di ritorno è stato, fin qui, una cavalcata. Basti pensare che – a tre curve dalla fine – Aliperta e compagni hanno già raccolto un punto in più (34 contro 33) rispetto a quanto fatto in tutta l’andata, portando la media a partita da 1,9 a 2,4. La vera, grande differenza l’hanno fatta le trasferte: 2 successi all’andata, già 5 in questa parte del ritorno. Lontano dal “Franco Scoglio” il Messina ha segnato 26 volte, dato non troppo distante da quello interno (33 reti). Più netta la forbice relativa ai gol subiti (17 in trasferta, 6 in casa).

IL MURO – Paradossalmente, i biancoscudati hanno ingranato le marce alte proprio nel momento di maggiore difficoltà, quando cioè hanno perso Addessi, l’uomo che era diventato un fattore determinante, e capitan Arcidiacono. Così, tra i marcatori spiccano i 19 centri di Foggia, unico ad avere già raggiunto la doppia cifra. Ben distanti da lui, seguono Bollino (8 gol) e lo stesso Addessi (7). Sono 13, complessivamente, i giocatori che hanno timbrato il cartellino in termini di realizzazione. Di particolare “peso” le 10 marcature dei centrocampisti (Aliperta 6, Cristiani 2, Vacca 2), a cui vanno aggiunte le 3 di Cretella che, in stagione, ha fatto la spola tra linea mediana e reparto avanzato. Se, tuttavia, volessimo individuare uomini e momenti chiave del cambio di passo, la copertina – a nostro avviso – va divisa tra due protagonisti della retroguardia. Da un lato, Leonardo Caruso: con lui tra i pali, nessuna sconfitta e 8 reti al passivo in 15 turni, prima di lui 15 in 16 gare e due insuccessi. Dall’altro, Paolo Lomasto: al di là dell’indiscutibile apporto difensivo, è sua la firma su quella che, insieme alla punizione trasformata da Aliperta nella stracittadina, rappresenta una vera e propria rete crocevia nell’annata giallorossa. A Paternò, in piena emergenza formazione, a un quarto d’ora dalla fine un’inzuccata da 3 punti, che ha permesso di mantenere il vantaggio inalterato nonostante le contemporanee vittorie interne di FC e Gelbison e di ammortizzare le conseguenze del successivo pareggio interno contro la Polisportiva Santa Maria. Resta da completare l’opera, mettendo al sicuro il salto di categoria con altri due successi. La ciliegina su una torta che gli uomini di Novelli stanno rendendo, giornata dopo giornata, più dolce che mai.

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