Messina, Sciotto: «Ragusa è il Maradona della C. Contestazione? Rassegnato»

Pubblicato il 3 Febbraio 2023 in Sala Stampa

Torna a parlare il presidente Pietro Sciotto. L’occasione è quella della presentazione di Antonino Ragusa e tutti gli altri nuovi acquisti del Messina. Il numero 1 giallorosso punta la salvezza, guarda già al futuro e ai tifosi dice: «Non mi arrabbierò più per la contestazione, ho risposto coi fatti».

GLI ERRORI E LA PROSSIMA CENA – «Sono felice di poter presentare questi nuovi ragazzi, alcuni li avete già visti in campo e hanno dimostrato di essere all’altezza del miracolo che dobbiamo compiere. Un mese fa eravamo retrocessi e senza speranze, oggi lottiamo per la salvezza. Questo è, soprattutto, il giorno di Antonino Ragusa: il Maradona della Serie C». Classico vulcano di sentimenti e parole Pietro Sciotto, che non ha badato a spese per provare a mettere in linea la sua creatura. Una squadra che era sprofondata a un passo dalla Serie D, che oggi è tornata in corsa: «Sono il presidente e mi assumo tutte le responsabilità, sono abituato a fare così anche nella mia azienda, anche quando non ho nessuna colpa. Chi sta in testa deve prendersi le responsabilità. In estate abbiamo confermato un ds che aveva fatto bene, di conseguenza è arrivato Auteri e insieme abbiamo stimato un budget che è stato, comunque, sforato di 200 mila euro. Abbiamo speso male, ma non abbiamo speso poco. La squadra era carente di esperienza e personalità. Ho provato a tenere Morelli, Carillo e Thiago ma non ci sono riuscito. Mi prendo le mie colpe, perché delegare è giusto ma ho imparato che devo impormi. L’ho fatto in questo mercato, non dirò la trattativa ma ho deciso di non avallare una cessione importante». La ricostruzione di quanto accaduto dall’estate a oggi diventa protagonista, quasi fisiologicamente visti i tanti mesi di silenzio interrotto solo dall’intervista alla Gazzetta del Sud di qualche settimana fa e la sfuriata telefonica post Avellino. Si torna su temi conosciuti, come le modalità che hanno portato allo smantellamento di tutte le rose che bene avevano fatto negli ultimi anni: «Dopo la promozione dalla D alla C avevo promesso a tanti ragazzi che li avrei confermati. Quando ho contatto Lo Monaco, però, lui aveva la responsabilità della costruzione della squadra e non ha voluto sentir ragione su alcuni calciatori che avrei confermato. La stessa cosa è accaduta – come detto per i casi Morelli, Carillo e Thiago – la scorsa estate». Guardare al futuro, però, è un obbligo e Sciotto sa bene quale sia l’obiettivo: «Non posso far retrocedere la mia creatura, ho deciso di fare nuovi sacrifici per trovare i risultati. Non abbiamo fatto ancora nulla, eravamo retrocessi ora stiamo lottando. Mai montarsi la testa. A fine anno faremo i conti. Siamo concentrati sul campo perché ancora siamo distanti dall’obiettivo, ma stiamo pensando già ai rinnovi degli uomini in scadenza anche se non è ancora tempo per lavorarci. Il gruppo sta bene e ha eliminato le tossine delle tante sconfitte subite. Lo dimostra la reazione contro il Giugliano. Che non ho visto – rivela Sciotto -, perché sul 2-0 ero arrabbiato e nervoso e ho spento la tv. Quando ho riacceso stavamo 2-2 e, allora, ho spento di nuovo (sorride, ndr). Ho riacceso ed eravamo nel recupero, abbiamo subito quel gol che è stato annullato e ho tremato fino all’ultimo. Le sconfitte indeboliscono, i risultati positivi costruiscono l’autostima e serve una guida che sappia stimolare e noi l’abbiamo trovata in Raciti e nello staff tecnico. E la prossima cena la offro io».

CI VUOLE FORTUNA – Puntini sulle i a cui il presidente tiene, uno campo da sgomberare prima di calarsi sul tema acquisti. Il fiore all’occhiello su tutti: Ragusa. Divertente e curioso l’aneddoto che porta al primo contatto con l’ex Sassuolo. Con Sciotto protagonista che deve ringraziare il suo mal di schiena: «Sono andato nel centro di Andrea Calimeri per discutere di alcune faccende organizzative, dato che la squadra aveva bisogno di un centro per la fisioterapia in città, in più dovevo fare alcune sedute per il dolore alla schiena che mi affligge. Parlando con il dott. Calimeri, allora, è venuto fuori che Ragusa si allenasse nel suo centro e che la sua condizione fosse ottimale. Ho voluto immediatamente mettermi in contatto con lui, la trattativa non è stata difficile o lunga. Quando due persone vogliono la stessa cosa è tutto più facile. Quella di Ragusa è una di quelle cose che bisogna fare nella propria vita, senza guardare ad altro. Se mio fratello fosse stato vivo mi avrebbe spinto a farlo, così ho affondato il colpo in fretta». Trattativa rapida, confermata anche dallo stesso calciatore che riparte dalla sua terra: «Questa è una sfida difficile e allo stesso tempo affascinante. In carriera ho lottato per altri obiettivi, ma quando hai grossi stimoli non ci sono traguardi che tengano. Tornare vicino casa ha inciso, ma anche le prospettive. Ho avuto offerte anche dalla B, ma a 32 anni non penso di dover andare in un club per fare numero o dare soltanto una mano nello spogliatoio. Mi sento un protagonista. Non è bello stare fuori, ma la pazienza paga sempre. In campo? Posso fare tutto, ho parlato col tecnico e ho dato massima disponibilità per ogni posizione dell’attacco».

LA CONTESTAZIONE – La chiosa finale è dedicata al rapporto teso con una parte della tifoseria, una contestazione ha portato il presidente a disertare lo stadio nell’ultimo mese. «Sono il primo tifoso del Messina, vivo male quando perdiamo. Vivo giorno e notte male quando le cose non vanno in maniera positiva. Domenica tornerò allo stadio, mi sono rassegnato alla contestazione e non mi arrabbierò più. Sono fiero di quello che ho fatto per rialzare la squadra, credo di aver fatto il mio dovere. Ai tifosi dico che sono liberi di pensare e fare quello che vogliono». Nessuna resa, ma una dichiarazione di tregua che magari potrebbe portare a un incontro chiarificatore.

I NUOVI ARRIVI – Antonino Ragusa è il protagonista di giornata, ma l’occasione è buona per strappare una battuta a tutti i nuovi arrivi. Unico assente Leonardo Perez che ha lasciato il Celeste prima dell’inizio della conferenza per un impegno personale. Ci sono Fumagalli e Kragl a rappresentare la fetta di esperienza e personalità arrivata dal mercato, con il tedesco che ha le idee chiare sul suo ruolo in campo e fuori: «Sono venuto qui per giocare come so, non mi interessa cosa viene detto di me da altre parti. Noi più esperti ci mettiamo a disposizione dei giovani, diamo una mano. Speriamo di salvarci, dobbiamo far ancora tanto. Il ruolo? Gioco dove mi dice il mister». “L’importante è che abbia la palla”, a dirlo è Ermanno Fumagalli che con la sua spavalda ironia spiega quanto sia mutato: «Siamo riusciti a riaccendere la fiamma, siamo stati bravi a far tornare l’allegria e la voglia di soffrire. Siamo positivi sempre, stiamo facendo bene, ma ancora la strada è tanta». Sono felici dell’opportunità che gli è stata concessa il terzino del 2003 Giuseppe Salvo e il trequartista Lino Ortisi. All’ex Casarano, poi, è facile strappare una battuta sul suo ex allenatore nel club pugliese, quel Giovanni Costantino messinese e grande tifoso giallorosso: «Col mister avevo un ottimo rapporto, era dispiaciuto per la mia cessione ma felice che andassi a provare a rinforzare il “suo” Messina. Conosco bene anche Raciti, sono contento di ritrovarlo. Ruolo? Esterno destro o trequartista, ma mi adatto a tutto». Altro giovane, ma con le idee chiare, è quel Christian Celesia che ha già ben impressionato nelle prima due uscite: «Sono giovane e ho bisogno di giocare, si è presentata questo grande sfida e l’ho accettata con piacere. A Potenza il mister faceva altre scelte, io faccio il calciatore e non l’allenatore e non sta a me commentare». Ultime battute per Michele Ferrara, difensore centrale reduce da una prima parte di stagione a Catania: «Messina è una grande piazza al pari di quella etnea. Ho colto con convinzione questa opportunità che può essere un trampolino di rilancio della mia carriera, ho già 30 anni ma posso dare ancora tantissimo».

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