Monopoli-Messina, la costruzione di un errore

Pubblicato il 31 Ottobre 2022 in Primo Piano

Bagno di realtà. La sconfitta del Messina a Monopoli riporta la squadra di Auteri alla mediocrità interrotta solo nel match vinto contro il Latina. Una serie di imperdonabili errori difensivi, aggravati da una fase offensiva che non può essere sorretta dai discontinui protagonisti presenti.

FAVORIRE GLI ERRORI – Paradossale la gara del Veneziani, perché questa sconfitta del Messina non è simile ad altre viste in stagione, ma è pur sempre una partita che i giallorossi perdono mostrando i loro difetti di fabbrica più noti. Troppo brutte erano state le uscite di Cerignola e Andria, così una caduta “normale” lascia pure qualche recriminazione per quanto prodotto. Che resta poco, ma è qualcosa in più rispetto alle apatiche scene mute esibite nella giornate scorse. Auteri – nel post gara – parlerà pure di una squadra in crescita e dove salvare le cose positive. Un po’ gioco delle parti, un po’ la consapevolezza che questo Messina era stato capace di molto peggio nel recentissimo passato. Arrendersi alla mediocrità, però, è sempre errore mortale. Monopoli bruttino, bravo a sfruttare un orrore difensivo – dove può mai arrivare una squadra che cade al primo blocco in area? – e poi più preoccupato di difendere il minimo scarto che raddoppiare. La seconda rete arriva pure – con Fella che ringrazia Lewandowski – per trasformare una vittoria risicata in qualcosa di più sostanzioso. Non totalmente realistico – almeno nei fatti -, perché un Messina mediocre era riuscito, comunque, a pungere e farsi notare dalle parti di Nocchi. Robetta, che rimane nel merito di un Catania vivace, ma l’attacco giallorosso è materiale leggero per impaurire una difesa esperta come quella pugliese. Costruzione della rosa bocciata in toto, ma se anche Auteri (voto 5) ci mette del suo la musica stona fortemente. Nel roster offensivo a disposizione del tecnico non ci sono eccellenze irrinunciabili, ma il campo un paio di indicazioni le avrebbe anche date. La prima racconta di un Iannone attaccante duttile, cattivo e capace di giocate meno banali rispetto ad altri compagni. Nulla di mirabolante, ma sempre meglio di altri… e, infatti, l’ex Paganese torna in panchina dopo la buona prova contro il Latina. Faticoso comprendere. Soprattutto, se chi viene scelto al suo posto – Grillo – offre la solita prestazione a metà. L’ex Vibonese era finito dietro nelle gerarchie per sue carenze, il ritorno tra i titolari non convince. Parlare di questo o quel calciatore potrebbe assomigliare a una banalizzazione, ma quando la qualità è così risicata anche i dettagli fanno la differenza. Presentare undici formazioni diverse in undici partite non rappresenta la normalità, anche al netto dei problemi fisici che hanno obbligato alcune scelte. Pesa, quindi, l’incapacità di trovare un blocco di titolari granitico. La qualità è bassa, ma senza un minimo di riferimenti sarà sempre peggio.

MEDIOCRITÀ GENERALE – Il ritornello è sempre lo stesso, perché i problemi sono sempre gli stessi. Difetti strutturali, i soliti, che condizionano Auteri al punto da dover cambiare modulo alla prima assenza di un laterale. Incredibile, inaccettabile. Perché il 3-4-3 e il 4-3-3 non sono nemmeno parenti stretti. Non lo sono, soprattutto, se nella difesa a quattro finiscono sulle corsie un ex mediano e un centrale nemmeno mancino. Non esistono moduli giusti o sbagliati, ma se vale – e pesa maledettamente – il discorso del non aver un blocco di titolari figurarsi non avere nemmeno un sistema certo. Fuori Versienti e Fazzi? Si cambia modulo. Messina che fugge via veloce dalla normalità, come in una continua ricerca di complicazioni. Il lavoro di Pitino rasenta l’insufficienza massima con un girone e mezzo di anticipo, perché la disarmonia con cui questa rosa è stata costruita non può dipendere sempre e solo dal budget. Non è credibile, infatti non ci crede nessuno. Sono state compiute scelte precise (tagliare qualsiasi calciatore della gestione precedente), inseguiti calciatori precisi (Curiale) e sottovalutato lacune precise (corsie laterali senza laterali). Tecniche, tattiche e caratteriali. La vittoria col Latina non aveva illuso nessuno e forse sembra eccessiva la critica per la sconfitta di Monopoli. La mano leggera, però, non è metodo che questa proprietà, dirigenza, gestione tecnica meritano a prescindere o ad oltranza. La squadra di Pancaro era avversario ferito, pieno zeppo di infortunati e reduci dalla classica beffa – il pari del Monterosi all’ultimo istante – che complica la testa. Il Messina ha punto un paio di volte, si è spesso fermato per scelte sbagliate ma quando è capitolato non è stato per motivi episodici. Konate non ha attitudine alla marcatura, fatica a leggere e sentire l’avversario. Finisce in un blocco che lo taglia fuori, Messina al tappeto. È diventato, inspiegabilmente, un titolare quasi inamovibile e pure in un ruolo sperimentale. Non molto meglio gli altri, che nel blocco ci cadono come esordienti anche loro. La rete del raddoppio – al netto del problema al naso di Lewandowski citato da Auteri nella conferenza post gara – è film già visto data la poca confidenza nel gioco coi piedi del polacco. Questi i macro orrori (non è un errore di battitura), poi c’è il contorno che pesa allo stesso modo. La continuità sotto rete di Catania è obiettivo ambizioso, ma visto il parterre del reparto diventa necessaria. Balde è un attaccante che non sa far gol: lo dimostra quando Grillo e Catania confezionano un buona palla per lui – che è anche bravo nell’aggirare il suo marcatore -, ma il suo non trovare la porta dal limite dell’area non è digeribile. Un attaccante la porta deve prenderla, deve essere il nemico numero uno del portiere avversario. Niente, Balde la porta non la sente e non la inquadra. Criticarlo nemmeno serve, perché la prestazione del subentrante Curiale spiega perché Balde giochi sempre. Dovremmo parlare di mercato, di soluzioni. Dovremmo, ma i primi a non farlo – a non ricercarle – sono i dirigenti (proprietà inclusa) del Messina. Le operazioni di mercato non si annunciano – o peggio promettono – in un comunicato stampa, le operazioni di mercato si fanno e basta.

Lewandowski 5: nel primo tempo tira fuori un buon intervento su Starita, poi è incolpevole sul primo gol. La sua ripresa è più noiosa, ma nel finale la rende vivace sbagliando un rinvio che favorisce il raddoppio. Subisce una botta al volto che potrebbe costargli una piccola frattura nasale.

Konate 4,5: finisce nel blocco dei pugliesi e lascia a De Risio l’opportunità di impallinare Lewandowski. Solita partita piena di piccoli errori tecnici e grandi sbavature tattiche. (dal 28′ s.t. Iannone 6: ingresso di grinta, tenta anche un super gol dalla distanza. Una forzatura, ma ennesima dimostrazione di avere la giusta elettricità)

Berto 5,5: prova a essere il più ordinato possibile, ha un buon senso della posizione ma pecca in alcune uscite azzardate.

Camilleri 5,5: l’esperienza non basta per limitare danni e sofferenze nel duello con Montini.

Angileri 6: meglio in fase offensiva – dove sfiora anche la rete – che in quelle difensiva dove è un po’ troppo impreciso. Non è un terzino di ruolo, men che meno a sinistra. Viteritti è un cliente difficile.

Mallamo 6: altra ottima prova dopo quella vista col Latina. Mobile, sempre acceso e lucido quando c’è da servire i compagni. (dal 28′ s.t. Fazzi 5,5: non riesce a incidere quando viene chiamato in causa)

Marino 5: non trova mai la posizione giusta, non è mai al centro del gioco. (dal 14′ s.t. Fofana 5: fa pochissimo, in entrambe le fasi è disordinato)

Fiorani 5,5: un paio di bei palloni recuperati, poi si spegne piano piano ed esce dal match.

Grillo 5,5: primo tempo invisibile, poi due lampi che favoriscono una doppia occasione. Poi, sparisce nuovamente. (dal 38′ s.t. Zuppel s.v.)

Balde 5: quando il duo Grillo-Catania lo serve al limite dell’area lui è bravo a smarcarsi, ma non inquadrare la porta diventa manifesto delle sue prestazioni. Attaccante che non segna. (dal 14′ s.t. Curiale 4,5: un paio di scelte sbagliate, solita prestazione con poca sostanza)

Catania 6,5: corre, dribbla, crea e calcia in porta. Forse poco cattivo, forse leggermente impreciso, ma è il giocatore più pericoloso e sempre calato nella partita.

MONOPOLI Nocchi 6; De Santis 6, Drudi 5,5, Bizzotto 6,5; Viteritti 6,5, De Risio 6,5, Piccinni 6,5, Falbo 5,5; Rolando 5,5 (dal 23′ s.t. Manzari 6), Montini 5,5 (dal 51′ s.t. Corti s.v.), Starita 6 (dal 34′ s.t. Fella 6,5). All. Pancaro 6

*foto copertina: SS Monopoli 1966 – Facebook ufficiale

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