Pescara, passato e futuro: D’Annunzio, Allegri, Zeman e una Serie C da lasciare

Pubblicato il 11 Novembre 2022 in Punto C

La storia di quello che, oggi, è uno dei protagonisti del campionato, ma il passato del Pescara racconta di ricche soddisfazioni e imprese a cavallo tra la B e la massima serie. Adriatico come tappa importante per numerosi protagonisti della storia moderna del calcio.

LE ORIGINI – Una traccia nella nascita del club è da individuare nell’illustre persona di Gabriele D’Annunzio. Il poeta – nativo di Pescara – ebbe il merito di proporre l’unione tra Pescara e Castellammare Adriatico, così da far nascere l’odierna provincia di Pescara nel 1927. Il calcio pescarese in quegli anni si sviluppa e grazie all’interesse di Angelo Vetta, primo storico presidente, nasce nel 1936 l’Associazione Sportiva Pescara. Non passa tanto per vedere il Pescara subito protagonista del calcio nazionale, tanto è che dopo soli 4 anni dalla sua nascita centra la promozione in Serie B. Il dopoguerra, però, porta alla società abruzzese un periodo di crisi che in pochi anni la farà sprofondare addirittura in Promozione. Possiamo individuare qui la fine della prima era del Pescara, a cui seguirà un ventennio tra la C e la D con numerosi cambi ai vertici societari. Dobbiamo fare un salto alla stagione 1976/77 dove con Armando Caldora alla guida della società avviene la prima storica promozione in Serie A, il ritorno in serie cadetta avverrà l’anno successivo, ma da questo momento inizia un periodo in cui il Pescara galleggia tra la B e la A, dimostrando solidità e una buona continuità, seppur cambiando spesso ai vertici e in panchina. In questo periodo passano per Pescara nomi degni di noti, due su tutti, Gianpiero Gasperini e Massimiliano Allegri – negli anni dell’affascinante calcio di Giovanni Galeone, suo mentore ancora oggi -, il primo anche capitano dei biancoblù per un certo periodo. Lancia anche alcuni giovani tra cui Mauro Esposito e Morgan De Sanctis. Dagli anni 2000 in poi il Pescara non vive un gran momento dal punta di vista dei risultati, ma soprattutto nell’ambito della gestione. Sonno anni di altalena tra la B e la C con il passaggio in panchina di allenatori come Maurizio Sarri, ma che porteranno il Pescara a vivere uno spartiacque della sua storia moderna, il fallimento.

DAL FALLIMENTO ALLA SERIE A – I problemi societari sono tali che in 2 mesi la guida cambia ben 4 volte vedendo coinvolti Dante Paterna per due volte, succeduto da Renzetti e Pincione. Un caos totale che porterà gli abruzzesi, ad ottobre del 2007, ad avviare una ricapitalizzazione che non avrà il successo sperato, a dicembre del 2008 il Pescara viene dichiarato fallito dal tribunale civile cittadino. La tifoseria risponde alla grande al momento di difficoltà e si presenta numerosa alla sede per l’asta. Ad aggiudicarsi il club abruzzese è un sodalizio tutto pescarese, il Delfino Pescara 1936. Il sodalizio è presieduto da niente meno che Deborah Caldora, figlia dell’ex presidente Armando Caldora, accompagnata dall’imprenditore Giuseppe De Cecco, proprietario dell’omonima azienda di pasta. La vicenda del fallimento si rivelerà poi più controversa di quanto fosse sembrato, qualche anno fa, infatti, gli ex presidente Massimiliano Pincione e Gerardo Soglia sono stati condannati dal tribunale di giustizia. Il primo a 3 anni di reclusione per aver sottratto 190mila euro dalle casse del club, il secondo a due anni, insieme al fratello, per bancarotta preferenziale. I primi anni della nuova gestione sono positivi con gli abruzzesi che in poco tempo conquistano la B fino ad arrivare alla stagione 2011/12, stagione che, probabilmente in pochi a Pescara dimenticheranno mai nella propria vita. La stagione è segnata da due avvenimenti che lasciarono stati d’animo diametralmente opposti. Il Pescara a inizio campionato cambia la gestione societaria affidando il compito a Daniele Sebastiani – attuale presidente della società – in seguito a degli attriti in seno alla società. La stagione del Pescara è perfetta, con alla guida Zdeněk Zeman gli abruzzesi offrono un calcio spregiudicato, tutto focalizzato all’attacco. I nomi da ricordare sono essenzialmente tre: Marco Verratti, Lorenzo Insigne e Ciro Immobile, la carriera di questi campioni parte da Pescara e da quella splendida stagione. La cavalcata incontra, però, un fatto terribile che segnerà per sempre chi quel giorno era presente. Il calciatore del Livorno, Piermario Morosini si accascia a terra durante il match dell’Adriatico tra biancazzurri e labronici dell’aprile 2012. Inutili gli sforzi dei medici, un lutto che pervade tutto l’ambiente portando con sé choc e tristezza. Il periodo di flessione della squadra è anche dovuto, con ogni probabilità, a questo spiacevole incidente. La squadra di Zeman, tuttavia riesce a ripartire conquistando all’ultima giornata il campionato di Serie B dopo una stagione trionfale. Il Pescara termina a pari punti con il Torino, ma ciò che vale il primo posto è la migliore differenza reti (+35) dovuta ad un attacco stratosferico capace di realizzare 90 gol in stagione.

IRONIA DELLA SORTE – Dopo la promozione in A, il Pescara torna in serie B nella stagione successiva per poi centrare nuovamente la massima serie nella stagione 2015/16. Gli anni di B e la nuova promozione sono segnati dalla figura di Massimo Oddo, poi esonerato durante la stagione successiva. I biancazzurri si affidano ancora una volta a Zeman, senza, tuttavia, mai lottare per la salvezza. La stagione 2016/2017 rimane l’ultima in A del Pescara che da lì inizia un lento declino. Due anni di lotta per restare nella serie cadetta per poi doversi arrendere all’amaro ritorno in Serie C dopo 11 anni. Una caduta dolorosa per l’ambiente pescarese che negli anni precedenti era abituata a lottare per i vertici della B, sperando sempre nella promozione in A. La stagione della C inizia con alla guida il tecnico Gaetano Auteri. Dopo un avvio incoraggiante il rendimento del Pescara cala drasticamente, ritrovandosi a dover lottare per l’accesso ai playoff. Auteri viene esonerato a quattro giornate dal termine, l’incarico viene affidato a Zauri che riesce a portare il Pescara alla fase nazionale dei play off, dove viene sconfitta dalla Feralpisalò. Gli abruzzesi in questa nuova stagione vengono inseriti nel Girone C traslocando dal B. Domenica all’Adriatico andrà in scena il match tra Pescara e Messina, e Auteri proverà, di certo, a fermare i biancazzurri vogliosi di continuare il proprio percorso per riconquistare la B. Magari affidandosi alla vecchia legge non scritta del calcio: quella dell’ex. La città e la tifoseria vogliono di più, consapevoli che il posto del Pescara non è la C. In questa stagione il presidente Sebastiani ha organizzato un progetto solido per centrare la promozione affidando la panchina a Colombo, ex allenatore del Monopoli, e portando a Pescara giocatori di spessore come Facundo Lescano, Luigi Cuppone e Luca Mora, tre tra i migliori giocatori del campionato fino a questo momento.

*foto copertina: Pescara Calcio 1936 – Facebook ufficiale

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