Picerno: scusi, che ha fatto Palo?

Pubblicato il 24 Settembre 2021 in Tattica

Una vittoria, un gol fatto e uno subito. Numeri a ribasso, ma punti in classifica che soddisfano per una squadra arrivata per ultima tra i professionisti. Il Picerno di Antonio Palo ha la caratteristiche tipiche della formazione che può dar fastidio a chiunque.

DIFENDERE TUTTI – Non si subisce una sola rete in maniera casuale. Chiaro, nel corso del campionato i lucani non rimarranno impenetrabili, ma quella mostrata fin qui è una solidità difensiva figlia di una capacità di copertura totale. Piccolo recap: i frame che utilizziamo servono da esempio generale e vengono scelti dopo aver visto e analizzato le gare per intero. Siamo nella sfida contro il Bari, il giorno del primo gol subito e dell’unica sconfitta, ma gara che ci aiuta a comprendere il tipo di organizzazione voluta da Palo.

Nella nostra immagine – che abbiamo evidenziato in arancione – possiamo vedere come i rossoblù scelgano di abbassarsi di squadra, difendere con una fortissima densità centrale e rinculare sul palleggio avversario. Squadra compatta, da non confondere con una scelta di arroccamento a prescindere. Un Picerno che – come vedremo – in fase di uscita cerca l’ampiezza, ma quando deve difendere la propria porta preferisce il contenimento che l’uno contro uno.

SVILUPPO LATERALE – Ribaltiamo il campo e passiamo a una fase di possesso. Siamo ancora nel match contro il Bari, in un’azione che non porterà alla creazione di un pericolo, ma che ci aiuta a comprendere una delle giocate più ricercate dai lucani.

In fase di possesso, infatti – quale che sia il modulo iniziale: a 3 in Coppa col Palermo e poi sempre a 4 con modifiche solo sulla trequarti offensiva -, la squadra di Palo sceglie lo scarico laterale. Contro la Turris, la gara del primo successo, la rete della vittoria arriverà con Reginaldo che attacca da destra e cerca la chiusura dell’esterno opposto in inserimento. Non casuale, come la voglia di avere sempre uno scarico sulla corsia. Nel frame vediamo come il calciatore in possesso alzi la testa e trovi in Esposito (riquadro arancione) un approdo sicuro. In questa circostanza vediamo uno sviluppo già sulla trequarti avversaria, ma già in costruzione la ricerca è sempre quella di andare sui lati del campo.

COSTRUZIONE MISTA – Ultimo focus sulla fase di impostazione dell’azione. Siamo sempre nel match col Bari – che abbiamo scelto essendo l’ultima gara giocata in casa sul sintetico del Vivarini -, e vediamo come le analisi fatte fin qui si intreccino: rimessa dal fondo, evidenziato in blu c’è il portiere Albertazzi e vediamo come i due centrali stiano corti nell’area piccola.

Due opzioni per la costruzione, con il pallone che andrà a Ferrani (in arancione) che, immediatamente, scaricherà a destra su Vanacore. Non un’uscita classica, però, perché il terzino destro non cercherà di proseguire il palleggio, ma andrà ad attaccare lo spazio cercando l’uno-due con l’esterno offensivo alto. Costruzione dal basso? Quasi, più un tentativo di non buttare solo la palla in alto. La tecnica conta, però, perché il Bari mette paura al Picerno che, allora, finirà col giocare lungo alla ricerca di spizzata e seconda palla. Questa doppia uscita la si può notare in ogni gara, cosa che denota lucidità e, soprattutto, un pragmatismo dettato da nessun oltranzismo.

*foto copertina: AZ Picerno – pagina Facebook ufficiale

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