Castrovillari-Fc Messina, lavoro di squadra

Pubblicato il 4 Febbraio 2021 in Primo Piano

Ci pensa Arena, quello giusto. Perché il campo prende, sempre, il sopravvento e tocca alla squadra mettere una toppa alle carenze dei vertici. Il Football Club Messina reagisce anche a Castrovillari, si mostra ancora una volta gruppo e resta attaccato al treno di testa.

SUL PEZZO – Più forti dei problemi, quelli seri che riguardano la salute. Perché la convivenza col virus non è semplice, ma verrà smaltita col tempo e con il ritorno costante in campo. Dopo la Gelbison il Castrovillari: un cammino difficile, accidentato, fatto di avversari che cercano punti e non regalano nulla. Al Mimmo Rende va proprio così, anche perché la squadra di Franceschini di sconfitte ne aveva collezionate già troppe. Il rigore di Bonanno – che forse non c’era – mette tutto in salita, soprattutto perché la paura di cedere prima alla stanchezza che all’avversario era reale. Non pervenuto il crollo fisico, perché Criaco gestisce i primi undici con rotazioni mirate e si mostra allenatore pronto. Le condizioni di Rigoli, infatti, indicano che le responsabilità, oggi, siano tutte di Leo Criaco e l’allenatore calabrese si mostra sul pezzo e senza paure. La sua squadra regge, combatte e non esce mai dalla partita. Il Castrovillari rinuncia a raddoppiare, forse per paura di scoprirsi ma – così facendo – invita il Football Club a crederci fino alla fine. Criaco sbilancia i suoi, mette in campo tutto il potenziale offensivo – fatto solo di esterni perché il centravanti resta vietato in casa Fc – e viene premiato dalla classe pura del giovane Arena. Catanese, classe 2000 e under solo per regolamento vista una carriera in ascesa sin da ragazzino. Lui e Bianco sono le note liete di questo ri-inizio di stagione, anche garanzia di poter schierare un paio di under in attacco e rinfoltire la mediana delle miriade di over presenti in rosa.

IDEE NUOVE – La punizione di Arena è deliziosa, contemporaneamente potente ma delicata e mostra le capacità del giovane attaccante. Nuova freccia in faretra, con la rosa che cresce ancora di livello nonostante l’incomprensibile strategia di non fornirla di un centravanti. Carbonaro torna e si fa sentire: resta attaccante esterno che può giocare come centrale, e diventerebbe più credibile con ai fianchi calciatori più abituati alla rete. Chissà, forse saranno proprio i due giovani appena arrivati, anche se come tridente resterebbe leggero. Non un male a priori, conteranno sempre i numeri che al momento restano scarsi per una squadra che pensa alla vittoria del campionato. Tornerà Caballero, e dovrà dimostrare dato che fin qui viene ricordato per trequarti della stracittadina e un tempo contro il Sant’Agata. Pochino, anche per pensare di essere ritenuto più affidabile dei compagni, giovani o meno. Il tema attaccante rischia di diventare il peccato mortale dopo che originale, superabile solo col lavoro di staff tecnico e squadra. Un “facciamo noi”, per superare le carenze di costruzione. Che non arrivi più nessuno in casa Football Club, infatti, resta una delle opzioni. A quel punto, allora, nel lavoro di Rigoli e Criaco e nell’applicazione dei ragazzi risiederebbe la possibilità di cavalcare l’onda del campionato di vertice. Al Mimmo Rende è cresciuto il peso specifico in avanti, sono aumentate le occasioni create ma il killer instinct resta basso. I segnali negativi, allora, sono sempre gli stessi ma un gruppo tanto profondo ed esperto potrebbe trovare la soluzione giusta indipendentemente dall’arrivo di nuovi innesti. In caso contrario, però, la divisione delle responsabilità penderebbe tutta da un lato. Quello lontano dal campo.

*fonte foto: Football Club Messina – ph. Marco Familiari

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