Catanzaro, la missione della famiglia Noto

Pubblicato il 22 Settembre 2022 in Punto C

La famiglia Noto è l’ambiziosa proprietà di un Catanzaro costruito con un unico grande obiettivo: la Serie B. Viaggio all’interno del mondo dei calabresi che tra alti e bassi sembrano volersi lasciare alle spalle il ricordo degli anni più bui e puntare a un futuro solido in categorie superiori.

“Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra”.

ALTALENA – Frase di Muhammad Ali che si adatta perfettamente ad alcuni passaggi della storia del Catanzaro. Sì, perché gli della Serie A con Claudio Ranieri con la fascia da capitano al braccio sono lontanissimi, con tanti tentativi di risalita arrestatisi presto o durati troppo poco. Citare il passato è cosa importante anche per dare ancora più valore alla situazione attuale. L’ultima altalena di emozioni inizia il 16 Maggio 2004: data simbolo per il calcio italiano visto che, in un Milan-Brescia, Roberto Baggio gioca la sua ultima partita della carriera. Non per questo ricordata, però, dai tifosi del Catanzaro. È, infatti, il giorno in cui i calabresi battono il Chieti in rimonta, conquistando la promozione in Serie B dopo 14 anni dall’ultima volta. Il biennio 2004/2006 non va come sperato, nonostante il grande entusiasmo e diversi giocatori di livello arrivati in terra calabra: Nocerino, Grava e Benito Carbone. La squadra, all’epoca guidata dal presidente Claudio Parente, si piazza all’ultimo posto ma “salva” la categoria grazie a un successivo ripescaggio. La stagione seguente, però, resta amara e il Catanzaro torna in Serie C. Amarezza che diventa dramma sportivo la sera del 10 luglio 2006, quando viene annunciata la scomparsa dell’Unione Sportiva Catanzaro Calcio a causa della mancata iscrizione della squadra al campionato di Serie C1. Dopo un inizio d’estate infernale, si fa largo una nuova speranza per i tifosi giallorossi con la nascita di una nuova società denominata “Football Club Catanzaro S.p.A.”, il cui presidente è Giancarlo Pittelli, avvocato e parlamentare di Forza Italia. Le intenzioni sembrano buone e alcuni risultati sul campo arrivano, ma i problemi societari rimangono stagione dopo stagione. Il 24 febbraio 2011 il Football Club Catanzaro S.p.A viene dichiarato fallito dal tribunale civile cittadino. L’estate successiva torna, apparentemente, la luce a Catanzaro grazie all’imprenditore Giuseppe Cosentino che rileva la società fallita all’asta fallimentare e acquisisce dalla curatela fallimentare anche il marchio e il logo della storica US Catanzaro. L’obiettivo è chiaro: “Tornare in Serie B”. Il primo anno i tifosi possono sorridere con la promozione diretta in Lega Pro Prima Divisione, trascinati da bomber Simone Masini. Nelle successive stagioni, però, il Catanzaro disputa stagioni anonime, vivacchiando nella parte medio bassa della classifica. Alla fine della stagione 2016/2017 la famiglia Cosentino palesa l’intento di disimpegnarsi dalla gestione della società e il 6 luglio 2017 viene quindi ufficializzata la cessione del Catanzaro ad una nuova compagine societaria, con la famiglia Noto che rileva l’85% del capitale sociale. Al timone l’imprenditore Floriano Noto, storico tifoso del Catanzaro nato ad Albi.

NUOVA LINFA – L’insediamento della famiglia Noto arriva come una boccata d’ossigeno per il club. Radici familiari radicate nel tempo in Calabria. La storia del Gruppo AZ guidato dai Noto ha inizio circa 40 anni fa. Nel 1979 nasce il primo supermercato AZ a Catanzaro, grazie alla visione imprenditoriale del commendatore Leonetto Noto e dei suoi figli: Desiderio, Luigi e Floriano, attuale presidente della squadra. L’azienda catanzarese negli anni ha continuato a espandere i propri punti vendita, costruendo anche centri di distribuzione e legandosi a grandi gruppi del settore come Auchan e Sidis, fino ad arrivare nel 2017 a costituire la Coop Alleanza insieme al gruppo Coop. Il gruppo “AZ Spa” – che fa capo al presidente del Catanzaro – ad oggi vanta un fatturato di quasi 322 milioni di euro. Citavamo il legame con la terra calabrese, mostrato in tutta la sua forza nel periodo della pandemia, quando per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 la società AZ ha stanziato 200 mila euro da devolvere agli ospedali calabresi. Cifra non banale, vicina a quelle donate anche da importantissimi club di Serie A per le strutture delle proprie regioni. Il gesto della famiglia Noto, oltre al forte impegno economico, è testimonianza di legame con la propria terra. Torniamo al calcio. Nel primo anno della nuova era Noto a Catanzaro, l’obiettivo dichiarato è la salvezza. Centrata alla 35ª giornata con una vittoria per 1-0 sul Siracusa, al culmine di una stagione tranquilla. Dalle successive annate si inizia ad alzare il livello con importanti investimenti anche nel calciomercato. La seconda stagione della Famiglia Noto alla guida del Catanzaro si rivela essere la migliore degli ultimi 20 anni… fino a quel momento. Alla guida c’è Gaetano Auteri che terminerà la stagione al terzo posto con 67 punti. La città al termine del campionato regolare è in festa. Dopo anni di delusioni, finalmente, il Catanzaro è tornato grande. Tutto questo entusiasmo, però, si trasforma in delusione quando ai quarti di finale dei playoff arriva l’inaspettata eliminazione con la Feralpisalò a causa del contestatissimo – arrivato da un corner fantasma – gol di Legati. Nelle stagioni successive la famiglia Noto non demorde continuando a sostenere il club e l’intera città. La promozione in Serie B non arriva, complici anche diverse scelte di campo sbagliate ma la strada tracciata è sicuramente quella giusta. Esempio reale è la stagione 2021/22 partita con Antonio Calabro in panchina e terminata con Vincenzo Vivarini capace di ottenere un ottimo piazzamento nella griglia playoff, ma fermato dal Padova in semifinale. Il lavoro dell’allenatore abruzzese non è passato inosservato, tanto da fargli ottenere la conferma per la stagione attuale partita con tre vittorie e un pari.

ATTUALITÀ – Il presente ci consegna un’idea precisa sul Catanzaro e in generale sulla famiglia Noto. Il club quest’anno è di certo una corazzata. Quando parliamo di “club” non ci riferiamo solamente alla rosa ma a tutto quello che c’è intorno. I Noto sono riusciti non solo a costruire un gruppo squadra di assoluto livello, permettendosi il lusso di aver a disposizione una rosa di soli titolari, viste le tante alternative di lusso per ogni ruolo. Anche di costruire, poi, tutto un contorno capace di rendere all’avanguardia questo storico club. La famiglia Noto ha investito con entusiasmo sul fronte delle nuove tecnologie. Creando, per esempio, un sito ad hoc per permettere ai propri sostenitori di ricevere tutte le news e le diverse informazioni sul club giallorosso. Inoltre, è di pochi mesi fa – precisamente del febbraio 2022 – l’ingresso della società giallorossa nel mondo degli Esports, con un progetto sviluppato in partnership con Reghium Esports. In merito a questo abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Egidio Morena, presidente della Reghium Esports. Diversi i temi toccati, siamo partiti dalla fondazione della società fino ad arrivare a spoiler sospetti: «La Reghium si è evoluta nel tempo, siamo partiti come team di Call of Duty fino ad arrivare all’apertura di altre sezioni di gioco. La nostra idea è stata quella di creare un punto di riferimento per il Sud e un team che possa permettere la crescita meritocratica da parte dei ragazzi». Sul Catanzaro e il rapporto con il presidente Noto parole al miele: «A causa della distanza non ho mai avuto modo di incontrare il presidente di persona, però, ci sentiamo spesso telefonicamente. Devo dire che il presidente Noto è molto partecipe e coinvolto in questo settore. È il primo tifoso del Catanzaro Esports, era presente durante le selezioni dei player, guarda tutte le partite del campionato Esports e non ci fa mai mancare il suo supporto». Il settore degli Esports è un mondo nuovo e molto spesso si ha paura del nuovo: «Molte società, purtroppo, non vedono ancora bene il nostro settore e pensano che sia solo “un giocare alla PlayStation”. In realtà dietro il nostro lavoro c’è uno staff professionale. Abbiamo il presidente – che sono io -, il vicepresidente, il direttivo in generale, ogni sezione di gioco ha il proprio team manager, i coach, analyst e tante altre figure. C’è uno staff che va a seguire a 360° i nostri player. Molte società, ancora, non capiscono tutto il lavoro che c’è dietro». Un settore in espansione che per il presidente Morena ha tanta strada da fare: «Nel momento in cui le società capiranno che può anche esserci un guadagno sia in termini economici che di immagine, allora, inizieranno ad investire in questo settore. Il percorso è ancora lungo, basti guardare l’ultima eSerieC (campionato esports dei club di Serie C, ndr), su 60 squadra ufficiali eravamo solo in 20. Questo fa capire che molte squadre di Serie C o non hanno la possibilità economica per investire in questo settore o non hanno interesse. La situazione è ancora acerba. In Italia, come spesso accade, arriviamo dopo». Sulla situazione in Sicilia, in merito al mondo virtuale, il presidente della Reghium elogia il Palermo e – tra le righe – si lascia andare ad un piccolo spoiler per una new entry siciliana: «In Sicilia ormai da diversi anni c’è il Palermo che domina di fatto gli Esports a livello regionale, stanno lavorando molto bene. Potrebbero esserci dei nuovi ingressi e già nelle prossime settimane potrebbe arrivare qualche sorpresa».

*foto copertina: US Catanzaro 1929 – Facebook ufficiale

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi