Messina-Juve Stabia, non c’è miglior chiave della volontà

Pubblicato il 5 Marzo 2022 in Primo Piano

La strada della continuità. Il Messina, reduce da tre vittorie consecutive, apre le porte del San Filippo a una Juve Stabia fresca del ritorno in panchina di Novellino e in cerca della via giusta per uscire da un momento di buio. La squadra di Raciti, però, non può (e non deve) fermarsi sul più bello.

AVVERSARIO VIVO – Le lezioni aiutano, quella di Viterbo è stata cruda e resta vivida nella memoria dei giallorossi. Quando cala l’asticella dell’attenzione, infatti, questo Messina pare crollare con troppa facilità. Viceversa, non ci sono avversari che sembrano insormontabili. Lo dice un girone di ritorno nel quale i 3 punti sono arrivati sia con l’ultima in classifica che con la prima. Da Bari a Vibo Valentia, con una serie positiva che ha cambiato classifica, prospettive e, soprattutto, umore. Continuità, come detto, diventa la parola chiave. Al San Filippo arriva una Juve Stabia in evidente difficoltà: 4 sconfitte nelle ultime 5 partite, intervallate solo dal successo contro il fanalino Vibonese, non il più alto degli ostacoli. Così, via Sottili e dentro Novellino. Un ritorno, curiosamente lo stesso Sottili era arrivato proprio alla vigilia del match d’andata. Invertire il trend sarà compito del Messina. Il campionato, infatti, racconta alcune storie che si ripetono. Quella della Juve Stabia è descritta dai numeri, perché l’esonero di Novellino – con successivo arrivo di Sottili – si muoveva sugli stessi incontri che hanno portato al suo ritorno. Momento del calendario che, quindi, gli stabiesi sembrano soffrire: Palermo, Catania, Picerno e Monopoli con 1 solo punto all’andata e zero al ritorno. Il Messina rappresentò la ripartenza, ma con Capuano in panchina accadde a tanti avversari di ripartire grazie all’incrocio con i giallorossi. Excursus che torna utile per comprendere come i campani siano squadra capace di risollevarsi, ai ragazzi di Raciti il compito di imporre il proprio miglior momento mentale. La testa dei giallorossi è mutata, con ampi meriti da dividere su tutti i piani. Quelli dello spogliatoio portano i nomi di leader nuovi e ritrovati. Piovaccari e Rizzo, più Carillo e Damian per un mix che ha risvegliato i “vecchi” grazie alla grande motivazione dei nuovi arrivati. L’atteggiamento sempre costruttivo di Raciti ha fatto il resto. Un tecnico che trasuda fiducia nel suo gruppo, che limita proteste e rivendicazioni e che, soprattutto, non si piange addosso. Contro la Juve Stabia il Covid resta protagonista, ma il tecnico chiarisce: “Fiducia illimitata in tutti i miei calciatori”.

FORMAZIONE DA DISEGNARE – La lista degli assenti la srotola lo stesso Raciti nella conferenza prepartita. Un elenco che serve più come promemoria: fuori Piovaccari, Rizzo, Fazzi, Caruso e Carillo. L’ultima, quella del capitano, è la vera novità che andrà a modificare l’assetto delle ultime uscite. Le altre, purtroppo, si protraggano da diverso tempo. Angileri scalpita per un posto sulla corsia destra, Trasciani pronto a scalare in mezzo al fianco di Celic con Morelli confermato a sinistra. In mediana Damian e Fofana dovrebbero vedere il rientro dal primo minuto di Marginean, anche in vista di una partita che sembra poter essere più tecnica che fisica. In attacco le scelte sono più ampie: torna Baldé tra i convocati, per lui ripartenza dalla panchina. Da dove spera di uscire Adorante, in gol contro il Monopoli da subentrante e utilizzato in corsa anche contro la Vibonese. Ottime le risposte di Busatto, tra i marcatori in Calabria, ma le sensazioni sembrano portare più sul rientro tra i titolari di Adorante. Sulle corsie Statella sembra in vantaggio su tutti – sia per esperienza che per equilibrio -, mentre l’ultima maglia vede Russo insidiare un Gonçalves che deve fare i conti ancora con qualche acciacco. Più indietro, invece, Catania che potrebbe tornare utile come arma tattica in corso d’opera. Sulle scelte di Raciti potrebbe incidere l’intenzione di coprire mossa su mossa quelle di Novellino. Il tecnico dei campani potrebbe ripartire dal 4-3-3 del primo ciclo oppure virare su un abbottonassimo 5-3-2 (o 3-5-2 a seconda delle scelte sulle corsie esterne). Possibile immaginarlo, difficile prevederlo. Per il Messina, quindi, la strada migliore sembra essere quella della continuità (e sicurezza) del percorso intrapreso. Poi, c’è la classifica: i campani vantano ancora 4 punti di vantaggio sul quintultimo posto. Così, quella del San Filippo diventa match, soprattutto, da non perdere. Per il Messina, invece, fare calcoli preventivi si trasformerebbe nel classico boomerang. Quando rincorri devi fare punti, senza guardarti indietro e senza accontentarti, se non in caso di estrema necessità o logica.

MESSINA (4-3-3) Lewandowski; Angileri, Trasciani, Celic, Morelli; Fofana, Damian, Marginean; Russo, Adorante, Statella. All. Raciti

JUVE STABIA (5-3-1-1) Dini; Donati, Cinaglia, Tonucci, Caldore, Panico; Altobelli, Schiavi, Davì; Stoppa; Eusepi. All. Novellino

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale

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