Messina-Juve Stabia, ogni giorno è una nuova opportunità per ricominciare

Pubblicato il 25 Novembre 2023 in Primo Piano

Reset. Il tasto che il Messina ha schiacciato nella settimana che porta alla sfida contro la capolista Juve Stabia. Allenamenti, lavoro e confronti: un mix di incroci utili a guardarsi negli occhi per aumentare il senso di responsabilità. Funzionerà? Parola al campo.

LAVORARE SU SÉ STESSI – Consapevole e duro, Giacomo Modica, nel presentare la sfida contro la squadra di Guido Pagliuca. Vorrebbe concentrarsi solo su quello che accadrà in campo, poi la deriva diventa fisiologica per la voglia di chiarire un paio di concetti che rientrano, ampiamente, nel gioco delle parti. E su alcuni, poi, si fatica a non concordare. Per esempio, quando si pensa sulle percentuali di responsabilità nella costruzione della rosa. Nessun uomo è un’isola, quindi attenzione al pensare sempre compartimenti stagni e (quasi) mai per collettività. Quella che sta affondando piano piano tutta insieme, quella che sempre legata dovrà reagire e risalire. Gennaio è lontanissimo, così prima di pensare alle rivoluzioni c’è da trovare i punti. Solo 11 in 14 partite, solo uno nelle ultime 6 uscite. Un bottino misero, somma della decadenza di rendimento a cui i calciatori hanno fatto assistere tecnico e pubblico. Sì, tocca ai giocatori recitare il mea culpa maggiore perché – presi singolarmente – nessuno di loro pensa di valere così poco in un girone quasi completo. Il campo, però, dice il contrario e per smentirlo non vi resta che dimostrarlo. Gioco di equilibri, per questo anche Modica dovrà – come avrà fatto – ripensare alcuni concetti che questa squadra, semplicemente, non riesce a mettere in pratica. Un limite figlio di paura e scarsa tenuta emotiva in momenti della partita, ma un limite da superare insieme. Poco c’entrerà il modulo, perché dovranno essere alcuni concetti e altrettanti atteggiamenti a essere modificati. Si potrà fare col 4-3-3 come si potranno mantenere pure giocando col 5-4-1. Per questo, quindi, meno numeri e più applicazione quando si analizza. Il Messina della prima parte di stagione era squadra a tratti brillante, sicuramente spinta da un’idea precisa e sbarazzina quanto bastava per pensare a un campionato divertente. Tutto crollato, coi motivi che vanno a radicalizzarsi in anni di film già visti. Nessun alibi, però, perché non si può dar sempre colpa all’aria che si respira, così le colpe evidenti dei calciatori devono essere cancellate dai calciatori stessi. Come quelle di Modica dovranno essere corrette dal tecnico. Lavorare su sé stessi per tornare a fare la prestazione, da quella arriveranno i risultati. Squadra fin troppo filosofica per buttare un pallone in aria e sperare. Concetti da limare, ma alla base resterà l’identità. La Juve Stabia è banco di prova duro, ma la squadra di Pagliuca non è una corazzata e arriva al San Filippo senza quattro titolari. Nessun tappeto rosso, ma gli indizi dicono che anche il mondo fuori da Messina non è sempre radioso.

SCELTE E RESPONSABILITÀ – Assenze, dicevamo, in casa campana con Baldi, Mignanelli e Candellone fermati dal Giudice Sportivo. Out anche Piovanello per un problema riscontrato nell’ultimo allenamento. Così, Pagliuca perde quattro pedine equamente divise tra difesa e attacco. Le due facce, tra l’altro, di una squadra che segna poco più di un gol a partita – percentuale irrisoria per una capolista -, ma che ne ha subiti solo 5. Un nulla, che raccontano anche di una sola sconfitta in stagione. Un 4-3-2-1 molto abbottonato ma non rinunciatario, solido nel difendere con densità centrale e molto fisico. Squadra che si fatica a scalfire, ma che non va sottovalutata quando innesca un attacco tutto velocità e fantasia. Il Messina ci arriva con Lia che torna tra i convocati, dove non rientra Buffa fermato da un fastidio muscolare. Ferrara è abile e arruolato, così il ballottaggio con Polito prende forma. Non l’unico, perché a centrocampo Giunta vuole una maglia ma Franco e Firenze paiono avanti per formare il trio con Frisenna. In attacco stessa musica: Plescia sì, Ragusa anche, poi Scafetta favorito su Cavallo e anche Zunno. Out Emmausso, per scelta tecnica ma anche per minutaggio. Lo stesso che fa la Juve Stabia, ma con “giovani” con più di 100 presenze in Serie C. Discorso tabù per alcuni, ma verità che svela come ogni crescita sia graduale o basata su elementi già formati. Quella del Messina parte, invece, da una costruzione da “anno zero” e come tale, allora, va accettata con tutte le difficoltà del caso. E senza pensare di risolvere le eventuali crisi puntando il mirino su un singolo capro espiatorio. “Si vive insieme, si muore da soli”… recitava il claim di una serie tv che ha segnato un’epoca e dal titolo evocativo: LOST.

MESSINA (4-3-3) Fumagalli; Lia, Polito, Manetta, Ortisi; Frisenna, Franco, Firenze; Scafetta, Plescia, Ragusa. All. Modica

JUVE STABIA (4-3-2-1) Thiam; Andreoni, Bachini, Bellich, D’Amore; Erradi, Leone, Buglio; Bentivegna, Meli; Piscopo. All. Pagliuca

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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