Messina-Latina, le tante sfumature della gioventù

Pubblicato il 23 Ottobre 2022 in Primo Piano

Reazione obbligatoria. La risposta che si chiedeva al Messina è arrivata nella maniera più netta possibile. Il successo a trazione under sul Latina ha mostrato una squadra brava a non adagiarsi sul vantaggio. Una vittoria è una vittoria, ma non basterà per cancellare gli errori commessi e contestati.

PRESA DI RESPONSABILITÀ – Strana sfida quella tra Messina e Latina. L’approccio al match dei giallorossi è complicato, vuoi perché l’undici in campo presenta più di qualche sorpresa e anche per un ambiente che passa presto dal distaccato al rumoroso. Striscioni e cori contro Sciotto e squadra, per un clima che non può non incidere. Contestare, però, fa ampiamente parte del gioco e indipendentemente dall’essere d’accordo o meno. Nel processo di crescita di un gruppo poco esperto serve anche saper gestire una pressione del genere. La squadra di Auteri (voto 7) – a differenza di altre uscite – resta collegata e non si lascia trasportare dall’apatia o, peggio, dallo sconforto. La traversa di Carletti è il primo sliding doors, ma non è questa la partita che può essere riassunta solo dai “se”. Perché un risultato così netto deve pur contare qualcosa e il Messina resta in partita fino all’ultimo secondo – recupero compreso – tanto da meritare il poker che viene servito a fine corsa. Latina che sbaglia tutto quello che avrebbe potuto sbagliare: da Di Donato che abbonda nelle rotazioni, ai calciatori che approcciano in maniera banalotta e spesso superficiale nelle scelte. Messina che non sta a guardare, che sfrutta l’immobilismo della difesa nerazzurra e mostra un tridente finalmente verticale. Ci torneremo. Si parte, però, dalle scelte: fuori Fazzi dopo una botta in rifinitura, Camilleri perché tre gare in una settimana pesano troppo e Curiale per precisa scelta tecnica. Con Fofana squalificato, allora, il Messina deve rinunciare ai suoi quattro calciatori più esperti o, comunque, rappresentativi dato che tre di loro (Camilleri, Fofana e Fazzi) hanno portato a rotazione la fascia da capitano al braccio. Che siano gli acciacchi, il Giudice Sportivo o la volontà del tecnico, resta il fatto che il Messina sceso in campo abbia dovuto trovare nuovi leader e protagonisti in grado di prendersi reali responsabilità e affrontare le difficoltà. Lo hanno fatto Trasciani e Angileri: autori di una partita senza errori, fatta anche di quella cattiveria agonistica che gli veniva riconosciuta lo scorso anno ma che sembrava essersi persa in questa stagione. Marino torna a dirigere il centrocampo, ma la sorpresa è Mallamo: titolare inatteso e che tira fuori una prestazione pulita, senza eccessi e di grande voglia. Ecco, la vera differenza con le figuracce di Cerignola e Andria è l’atteggiamento. Saranno servite le sferzate dialettiche di Auteri, sarà servito il guardarsi negli occhi, tutto pesa e una formazione che somiglia a un Under 23 finisce col tirare fuori la miglior versione stagionale del Messina. Nulla di trascendentale – sia chiaro -, perché una vittoria non trasforma i giallorossi in una squadra che convince. Era un passo necessario, quasi dovuto. Obbligatorio, come detto all’inizio.

CAPIRE LE PROPRIE QUALITÀ – Nell’analisi delle scelte non può essere tralasciata quella del ritorno tra i pali di Lewandowski. Le 9 presenze collezionate da Daga hanno raccontato una serie di errori tutti uguali che non consentivano più la titolarità. Il fattore minutaggio ha inciso sulle scelte di inizio anno, ma questa rosa così carica di ragazzi giovani non può costringersi a schierare un portiere under nonostante il rendimento. E, infatti, Auteri ripesca il polacco che risponde presente: il secondo sliding doors arriva a inizio ripresa quando Carletti scarica tutta la sua frustrazione e Lewandowski tira fuori un riflesso decisivo. Portiere dalla buona tecnica che nella scorsa stagione ha pagato evidenti carenze nell’approccio psicologico. Positivo, quindi, che queste settimane in panchina lo abbiano caricato e non demolito. La prestazione con il Latina racconta questo. Altra storia su cui aprire una parentesi riguarda l’attacco. Dicevamo prima: un tridente finalmente verticale. Balde ha un passo che lo aiuta a uscire dal raggio di azione di Celli, ma è la cattiveria di Catania e Iannone a spostare i pesi sulla bilancia. Iannone è, probabilmente, pedina su cui puntare con una continuità diversa e a cui dare una fiducia maggiore: fisicità, elettricità e una cattiveria estrema nel voler puntare la porta. Ovvio, fin qui non è stato un calciatore dal rendimento entusiasmante – altalenante come altri -, ma gli indizi dicono che nel roster offensivo a disposizione di Auteri rappresenti il tipico pezzo di creta da modellare. Trova una rete da calciatore sveglio e sul pezzo, poi è bravo nel calibrare la palla per il tris. La sua capacità di oscillare tra corsia e centro dell’attacco rientra nell’idea di calcio di Auteri. Su Catania, invece, occorre fare un discorso diverso: deve essere lui a capire quanto può dare. Sin dalla sua prima uscita – lo scorso anno in Coppa Italia a Foggia – ha mostrato qualità di tecnica in velocità e progressione affascinanti, ma allo stesso tempo ha spesso sprecato sul più bello per una evidente mancanza di freddezza e lucidità. Per esaltare le qualità deve lavorare sui difetti, perché quando fila tutto liscio si vedono risultati come quelli contro il Latina. La sua sostituzione non piace per quanto presto arriva, ma forse Auteri conosce bene il carattere un po’ narciso del suo numero 20.

NESSUNA ESALTAZIONE – Nelle settimane scorse la critica si è abbattuta in maniera pesante sul Messina. Tutti inclusi: da Sciotto ad Auteri passando per la dirigenza formata da Manfredi e Pitino. Una vittoria non può far rimangiare tutto. Sarebbe risibile e non farebbe altro che complicare la situazione. I problemi del Messina sono noti e non possono essere archiviati grazie a un 4-1. Il merito sulla singola partita non può non essere concesso, ma anche quello va pesato. L’esaltazione non ha fatto capolino dalle parti dei giallorossi, perché il Latina è stato avversario meno opprimente del previsto. Al Messina resta la capacità di aver reagito e giocato una partita seria, di averla gestita fino all’ultimo senza pensare di poterci speculare sopra. Ha vinto, segnato e merita la critica positiva per questo successo di tappa. Poi, c’è il quadro completo. Nel post Andria è arrivata la nota della società che raccontava di essere pronta a tuffarsi nel mercato per individuare qualche svincolato di lusso. Strano, solitamente le operazioni di mercato si fanno e non si annuncia che si faranno. Non c’è un mare così ricco da cui pescare – poteva esserci qualche settimana fa – e qualche nome girato sta bene dove sta. Per migliorare davvero servirebbe alzare di molto la possibilità di spesa, ma non pare essere questa la strategia nell’immediato. Come scritto dopo la sconfitta sul campo della Fidelis dovrà essere questo gruppo a trovare prestazioni e risultati per restare agganciati al treno salvezza. A gennaio si vedrà e si deciderà in base a quanto ottenuto. Un copione che pare ricalcare quanto accaduto nella scorsa stagione, con due differenze sostanziali: quella rosa aveva un tasso di esperienza e qualità generale maggiore, ma ha viaggiato per mesi senza una guida stabile. L’attuale sembra poter fare poco affidamento sui profili over e deve lavorare sulla crescita dei suoi under – o giovani -, ma gode di una maggiore sicurezza in panchina. Sì, perché Auteri ha sbagliato anche lui, ma è tecnico consapevole del quadro di insieme – cosa che ribadisce spesso – e il suo destino non sembra unicamente legato ai risultati come accadde ai precari Sullo e Capuano.

Lewandowski 6,5: torna titolare – a parte la parentesi in Coppa Italia – e sfodera una prestazione di sostanza e tranquillità. Quando Carletti lo chiama in causa – a inizio ripresa – lui risponde con un gran intervento.

Berto 6: qualche sbavatura iniziale, poi prende le misure agli avversari e non sbaglia nulla.

Trasciani 7: ottima la sua prova. Sempre pulito in fase di costruzione, attento nelle letture e cattivo nei contrasti. Se c’è un piccolo spazio, lui lo chiude.

Angileri 6,5: altra prova in crescendo e ricca di duelli vinti. Bravo e coraggioso quando c’è da resistere a qualche corpo a corpo spigoloso con Carletti e Rosseti. Esce per un fastidio. (dal 26′ s.t. Ferrini 6: bravo a calarsi subito in partita)

Konate 6: c’è sempre qualche pecca tecnica, ma gioca una buona partita per applicazione e recupera più di un pallone.

Mallamo 6,5: sorpresa di giornata e fiducia ripagata. Taglia e cuce in mediana, prova a supportare le punte con più insistenza rispetto ai compagni.

Marino 6,5: eccede con qualche conclusione forzata dalla distanza, ma gioca una gran partita in regia. Ripulisce una marea di palloni.

Versienti 6: bravo a non strafare, ordinato in fase difensiva e presente in quella offensiva. Fuori per un problema muscolare. (dal 24′ s.t. Fiorani 6,5: parte dalla panchina ma entra con la solita voglia di mangiarsi il mondo. Bravo e cattivo quando c’è da firmare il poker)

Iannone 7: sempre vivace e sempre elettrico. Qualche panchina di troppo nelle scorse uscite, allontanate da una prova con una rete da attaccante sveglio e un assist di buona tecnica. Il suo continuo muoversi toglie riferimenti ai laziali. (dal 15′ s.t. Napoletano 5,5: non entra bene in partita, troppo arruffone ed egoista)

Balde 6,5: la miglior prova stagionale per lo spagnolo. Bravo a lavorare da centravanti di movimento, spaziare e servire i compagni. Gli manca il gol e un pizzico di cattiveria in alcuni affondi.

Catania 7,5: non gli manca certamente tecnica e capacità di attaccare la porta. Se trovasse la continuità necessaria potrebbe diventare un valore aggiunto. Sbaglia una facile occasione, non demorde e si fa perdonare in un’azione simile. Poi mette il sigillo con una bella acrobazia. Esce troppo presto. (dal 15′ s.t. Grillo 5,5: come Napoletano non entra nel modo migliore, spreca anche una buona chance)

LATINA Cardinali 6; Cortinovis 5,5, Celli 5 (dal 20′ s.t. Fabrizi 5,5), Giorgini 5,5; Sannipoli 5 (dal 9′ s.t. Teraschi 5), Bordin 5 (dal 1′ s.t. Tessiore 5), Amadio 5, Di Livio 6, Di Mino 5,5 (dal 43′ s.t. Esposito Ant. s.v.); Riccardi 5 (dal 9′ s.t. Rosseti 6); Carletti 6,5. All. Di Donato 5

*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya

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