Messina: l’indulgenza, l’attaccante, i tempi

Pubblicato il 19 Agosto 2019 in Primo Piano

Pronti via e, diciamolo senza indugi, ricompaiono antiche paure in casa biancoscudata. Tutte le attenuanti possibili e immaginabili, ma la sostanza è che l’Acr Messina stecca la prima e va fuori dalla Coppa Italia di fronte a una matricola del girone, tra l’altro non certo tra le protagoniste del mercato estivo.

Infortuni, carichi di lavoro, impegno imprevisto, un primo tempo comunque convincente, ecc., ecc.: la lista delle argomentazioni a difesa è lunga e oggettiva e l’indulgenza di cui godono il nuovo staff dirigenziale e tecnico della squadra giallorossa è ancora corposa. Questo, però, non può evitare di fare scattare alcuni campanelli d’allarme. Anche perché le due settimane che ci separano dall’avvio del torneo rappresentano un tempo ancora congruo per intervenire; congruo, ma non illimitato.

IL MERCATO – Ormai è assodato che dovranno arrivare altri tre over (uno per reparto) e un terzino 2000 o 2001. Ma, al contempo, sembra scontato pure che questi innesti dovranno rappresentare le “ciliegine sulla torta”. In sostanza, una buona parte degli acquisti dovrà avere caratteristiche tali da prefigurare un impegno stabile di questi innesti nella formazione base. E, allora, bisognerà muoversi in fretta, anche a costo di spendere qualcosina in più. D’altronde, il fatto che Cazzarò domenica abbia dovuto schierare sin dall’inizio un under in più del previsto, è un riscontro indicativo. 

L’ATTACCANTE – In questo senso non può essere sottovalutata quella che, allo stato, appare una vera e propria emergenza attacco. In rosa, potenzialmente, i bomber ci sono, tuttavia sia Esposito che Siclari inizieranno la stagione con l’handicap di non avere svolto – per motivi diversi – la parte più significativa della preparazione. E, al di là della bontà o meno (solo il campo potrà dare un verdetto definitivo) delle altre operazioni compiute dal ds Obbedio, la recente storia ci ricorda come le sciagure (sportive) del Messina dal suo ritorno in D, nascano innanzitutto proprio dalla mancanza di un numero 9 capace di andare abbondantemente in doppia cifra. L’unico, vero centravanti prolifico visto a queste latitudini negli ultimi anni è stato Yeboah: apparizione assai fugace e finale non certo da ricordare, però nelle poche occasioni in cui ha guidato l’attacco giallorosso ci ha ricordato come, in questa categoria, la punta capace di trovare il guizzo improvviso valga spesso più dell’organizzazione di gioco.

I TEMPI – Il tempo è una variabile che non va sottovalutata: inutile nascondersi o cercare di evitare pressioni sulla squadra, se non si partirà forte, i paragoni e le sovrapposizioni con le ultime stagioni saranno immediati e inevitabili. I recenti fallimenti (sempre sportivi) costituiranno, lo si voglia o meno, una spada di Damocle che penderà sulla testa dell’ambiente biancoscudato almeno per i primi mesi. Partire forte o, addirittura, fortissimo non sarà certo un dato che rientra nelle strategie sportive ideali (in qualunque disciplina). Psicologicamente, però, è l’unica medicina che potrà servire per fare dimenticare le recenti sventure. Le due settimane che ci separano dalla trasferta di Troina, quindi, sono semplicemente essenziali: è giusto che tutti i protagonisti possano lavorare godendo di assoluta tranquillità e archiviando in fretta il risultato di Palazzolo. Poi, però, sarà – piaccia o non piaccia – un’altra storia… 

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