Messina, Manfredi: «Presto per il futuro, ma la città vuole di più»

Pubblicato il 13 Maggio 2023 in Sala Stampa

La rete di Ragusa e la salvezza strappata nel finale per un Messina che mantiene la Serie C. In sala stampa è tempo di ringraziamenti e bilanci per il direttore generale Lello Manfredi.

GRAZIE A TUTTI – «Loro hanno fatto la partita che dovevano, speravamo di sbloccarla prima e le cose stavano per mettersi male. Ci siamo aggrappati a tutto, che poi sia stato Ragusa a fare gol è il segno che la favola si stava realizzando. Ragusa è un professionista esemplare, oggi ha fatto un discorso da messinese puro davanti a tutti prima del match. Che poi abbia fatto gol è ancora più bello. Non so dirvi nulla del futuro, non abbiamo pensato al domani perché non avevamo certezze. È presto per parlarne, non sono io che devo rispondere a questa domanda, ma è giusto dire – da parte mia – che Messina ambisca a qualcosa in più e che il presidente alzi un po’ il tiro. Una cosa che vuole anche lui. Quest’anno le cose non sono andate bene rispetto al programma che avevamo in mente. Le cose non sono andate bene e siamo stati bravi nel ricostruire la squadra con uomini prima che calciatori. Il lavoro di Logiudice e Raciti è stato eccezionale. Tutti hanno dato il massimo per questa salvezza. Sono troppo felice perché l’avevo vista brutta. La salvezza è di tutti, perché solo insieme si possono raggiungere questi obiettivi. Raciti ha fatto un gran lavoro, anche superando alcune critiche ingiuste. La rincorsa ci ha fatto perdere tante energie, quando il traguardo è vicino e non lo raggiungi capita che le forze mentali possano esaurirsi. Siamo arrivati un po’ scarichi, ma la forza di questo gruppo – dal magazziniere al presidente – è stato il fattore vincente di questa salvezza. Ripartiamo dallo spettacolo del tifo di oggi, sia numericamente che come intensità sono stati decisivi. Questa deve essere la salvezza della città, una città che ha capito ed è venuta a sostenerci senza bisogno di appelli e agevolazioni. Anche stavolta non sono retrocesso».

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