Messina-Potenza, domani è un altro giorno

Pubblicato il 22 Aprile 2024 in Primo Piano

Salvo. Come il giovane Giuseppe che segna e corre verso la sua Curva. Come il Messina che impatta contro il Potenza e chiude i conti dopo una stagione fatta di alti e bassi, ma che ha visto i giallorossi protagonisti di un calcio diverso rispetto agli anni scorsi. Peccato, però, che tutto sembra arrivato alla pagina finale.

IL MERITO – Ormai negare l’evidenza o alcune realtà storiche è diventata un’insana abitudine di questo mondo. Esercizio tanto abusato e capace di riscrivere pagine di storia. Figuratevi se questo atteggiamento viene, poi, applicato a un mondo tanto effimero e sfuggente come il calcio. Il cammino del Messina di Modica, quindi, rischia di essere raccontato a seconda dei vari punti di vista. Finché si resta nell’alveo dell’analisi spontanea e asettica le possibili opinioni rimangono rispettabili, se invece si mettono sul piatto reazioni personali tutto diventa più nebuloso. Su queste pagine avete letto di stima precisa verso il calcio espresso dalle squadre di Modica e verso il tecnico stesso, in egual maniera non sono mancate le sferzate quando questo Messina è sembrato lontanissimo dalle idee dell’allenatore tanto da sommare zero punti per tutto il mese di novembre. Insomma, quella che va verso la sua fine è una stagione che merita molto delicatezza nella sua fase di analisi conclusiva. I 45 punti conquistati dai giallorossi sono un traguardo importante e pensato come impossibile un girone fa. Festeggiare una salvezza non sarà da piazza ambiziosa, ma comprendere la realtà in cui si vive aiuta a capire cosa serve per una crescita strutturale e strutturata. Indubbiamente i momenti bui di questa squadra sono da sprofondo, ma i picchi in alto rappresentano la dimostrazione di un potenziale da non disperdere. Le due vittorie contro l’Avellino, i successi contro Casertana e Taranto, le non sconfitte nei due scontri col Picerno – la squadra che tatticamente ha messo più in difficoltà il Messina -, sono pagine che non possono essere archiviate come casuali. Anche negli anni scorsi sono arrivate vittorie pesanti, ma è innegabile che quelle stagioni fossero frutto di un lavoro di rattoppo dopo gironi d’andata pessimo. Quest’anno, invece, la continuità di lavoro concessa a Modica consiglia di analizzare diversamente quanto di buono fatto. Crescita è la parola che unisce i mesi del tecnico mazarese alla guida dei giallorossi. Nel gioco e nello sviluppo dei singoli, perché chi oggi è stato decisivo ieri era stato inesistente. E se non è un merito questo. L’obiettivo è stato raggiunto in anticipo, con il rammarico di aver sfiorato la possibilità di arrivare oltre. Nei playoff, che sono sfumati per errori sia del Messina stesso che degli arbitri. Una somma che deve valutare entrambi gli addendi, anche per non banalizzare e archiviare ogni non vittoria come colpa di fattori esterni. Crotone grida vendetta, ma Foggia – per esempio – rientra nelle cadute da ascrivere alla squadra. Inutile, ora, rifare la lista delle partite con influenza esterna – lo abbiamo fatto in quel momento -, ma resta la sensazione che con un paio di errori in meno – perché Modica non chiedeva favori ma ciò che riteneva suo – il Messina avrebbe potuto lottare per un decimo posto. Sarebbe stata la ciliegina, perché va anche detto che questa rosa vale la posizione che ha raggiunto. Sì, il Messina è in linea con quanto costruito e prodotto e quel qualcosa in più sarebbe stato figlio di un extra merito di allenatore e calciatori.

CONFERMARE SÌ O NO – Quindi, restando al campo, va più che bene così. Il Messina è salvo con un turno di anticipo e senza aver mai sofferto davvero nell’ultimo mese. I pari di Benevento e Latina erano bastati per la tranquillità, quello che è mancato resta lo slancio per la top ten. I punti per l’aritmetica sono arrivati, forse, con un paio di settimane di ritardo ma pensare a un Messina nelle ultime cinque era complicato. Anche questo è un merito, e dice di una crescita rispetto ai due miracoli firmati da Ezio Raciti. Non poteva essere altrimenti, perché questa rosa era più che adeguata per l’obiettivo salvezza vista la costruzione logica – pur con qualche lacuna – voluta da Modica e il ds Roma. Se volessimo essere volutamente (e molto forzatamente) cattivi, allora, potremmo dire che il Messina ha fatto anonimamente il suo. Valeva una posizione tra il 12º e il 15º posto e tanto ha fatto. Sarebbe, però, quasi scorretto. Quell’anonimamente è avverbio da intendere come posizione in graduatoria e che, quindi, non vale se si pensa al percorso. Sì, perché – come detto in precedenza – il lavoro di Modica va ben oltre il semplice risultato sulla carta. Il lavoro di costruzione, applicazione e volontà di piacere non sono banali aspetti da buttare via. Questa rosa è stata disegnata con un’idea, partita con buoni spunti e fermata da un ottobre carico di impegni e un novembre che ha presentato il conto fisico e tattico. Eh sì, perché Modica ha insistito fino a un certo punto nel tentare di applicare un’idea a prescindere. Ha fatto un passo indietro tattico e fisico chiedendo ai suoi di difendere diversamente. Chiedendo alla squadra di esprimersi diversamente. Dicembre con gli 8 punti tra Monterosi e Monopoli, poi la vera svolta a Caserta quando Emmausso è stato messo al centro del gioco. Messina mai banale tatticamente, sempre in crescita nelle idee e sempre col rischio di sbagliare. Infatti, si è anche sbagliato. Era nelle cose, perché questa rosa è un prototipo di squadra di media classifica e non una certezza. Primi passi, come quelli che negli anni scorsi hanno compiuto realtà classificatesi più avanti rispetto ai giallorossi. Saranno pure piccoli centri – come se nel calcio del terzo millennio contasse davvero qualcosa -, ma hanno programmato e costruito. Il Messina ha fatto un primo passo, un anno zero che si trasforma in anno uno. Però, quanto durerà? Sì, perché il destino di Giacomo Modica pare segnato e per volontà condivisa. Certo, il suo addio non significherebbe rivoluzione obbligata, ma questo rientrerà nelle volontà della proprietà. E ci spieghiamo: che questa stagione sia stata a trazione Giacomo Modica è innegabile, ma una società che vuol crescere deve avere la forza di ripartire e migliorare a prescindere dai protagonisti. Modica merita la conferma? Per quanto visto la merita da un paio di mesi. Modica deve essere confermato? No, nel senso che questo aspetto rientra nei rapporti e nelle volontà dei protagonisti. Nella fase di analisi, quindi, possiamo esprimerci sul merito visto da fuori. Nella fase delle decisioni, invece, tocca ai protagonisti prendere la via che preferiscono. Questo, però, non significa – come detto – che l’addio di Modica debba cancellare tutto. Non facile, ma la base creata presenta delle potenzialità interessanti e una proprietà ambiziosa dovrebbe provare a solidificare le fondamenta e migliorare quanto possibile. Con Modica o senza Modica. Perché, in teoria, il punto di forza di ogni club dovrebbe essere la proprietà e non il resto. Il resto è una conseguenza di quella forza. Insomma, i rapporti personali e le richieste di crescita ambientale fortemente messe sul piatto da Modica stanno allontanando le parti, questo non deve fare rima con azzeramento. Le parole di Modica sono state sempre precise e quanto posto dal tecnico è altamente condivisibile. Pensare che quanto fatto dal Messina in questi anni – dal punto di vista organizzativo – possa bastare è abbastanza avvilente. Modica non chiede la luna, ma forse una normalità che non ha mai avuto cittadinanza da queste parti. Tanto da trasformare la parola stessa (normalità) in fonte di ironia. Se non è triste questo. Il Messina domani ci sarà anche senza Modica, ma per essere migliore di questa ultima versione dovrà lavorare molto e molto bene. Come proprio Modica ripete da mesi. Sottinteso, quindi, che il pallino passi al presidente Pietro Sciotto.

LE MOSSE FUTURE – Che è tornato a essere contestato dalla Curva Sud. Lui e l’amministrazione comunale. Troppo schiacciante e spesso umiliante l’atteggiamento che Palazzo Zanca ha avuto nei confronti dello sport, Messina compreso. I rapporti politici tra le due parti è evidente ed è giusto rispettare le posizioni senza entrare nel merito. Però, di fronte all’evidente atteggiamento positivo del Messina dovrebbe corrispondere quello dell’amministrazione. Fin qui, invece, il Messina ha dato più che preso – al netto del buon accordo con ATM per le trasferte -. Per questo, quindi, è tempo che Sciotto passi all’incasso e pretenda di più. Nessun processo alle intenzioni, quello che è stato è stato. Il domani potrebbe essere diverso e andrà commentato per quello che accadrà. Non solo istituzioni, perché altro aspetto da migliorare è quello organico al club. L’estate è stata calda e i tempi stretti. Si è fatto anche di necessità virtù, ma il Messina non ha una dirigenza all’altezza di un campionato professionistico. Un direttore generale esperto di calcio e che provenga dal calcio deve essere la priorità. Anche per avere una diversa presenza nelle sedi federali. Saranno temi da maggio in poi, ma che diventano attuali vista la contestazione arrivata a gara in corso. Arrivata – con senso di responsabilità – quando il Messina non rischiava più: era arrivato il pari e il vantaggio del Crotone sul Monopoli, anzi nel momento del picco di contestazione Salvo firmava il vantaggio. La salvezza era in ghiaccio e si poteva tornare a contestare dopo la pax durante l’anno. Sostegno anche contro il Potenza, in una gara che il Messina interpreta con terrore nel primo tempo tanto da andare sotto e non sembrare in grado di riprendere. Nella ripresa Modica (voto 6) riscrive tatticamente la squadra con Giunta a uomo su Saporiti e un attacco più leggero e tecnico. Rosafio incanta ed Emmausso fa quello che sa fare meglio: incidere. Chiaroscuro come sempre, ma nei momenti topici la firma è sempre la sua. Manifesto stagionale. A Monopoli si potrà andare senza pensare a nulla, con il senso di responsabilità e di rispetto del campionato dato che i pugliesi sono ancora in corsa salvezza e il loro risultato influenzerà anche il destino di altre squadre.

E. Fumagalli 6
Forse avrebbe potuto fare di più in occasione della prima rete, ma il pallone calciato da Di Grazia è tagliato e uscire diventa difficile. Incolpevole sulla seconda. Bravo a respingere una punizione di Di Grazia.

Salvo 7
E sono tre… i messinesi a segnare nella gara salvezza. Torna titolare e torna anche ai livelli visti in inverno. Contiene bene e si fa vedere con continuità in avanti, bravissimo nel seguire l’azione del raddoppio e a tagliare dentro l’area per calciare col sinistro.

Manetta 6
Primo tempo dove se la cava con mestiere, nella ripresa perde un pallone sanguinoso contro Caturano e Pacciardi ci mette una pezza.

Pacciardi 6,5
Molto bene, in grande crescita nelle ultime due uscite. Cattivo nei duelli con Caturano, forte negli uno contro uno.

Dumbravanu 6
Ordinato, non cerca mai di strafare e tiene la posizione. Come tutti, nelle due reti, avrebbe potuto fare di più.

Firenze 6
Primo tempo anonimo anche per colpa di una squadra totalmente spenta. Nella ripresa il pallino torna ai giallorossi e lui torna a essere utile grazie alla sua qualità.

Franco 6
Anche per lui gara dai due volti visto un primo tempo in cui i giallorossi soffrono parecchio in mezzo al campo. Nella ripresa alza la linea del pressing e smista con maggiore personalità.

Ragusa 5
Gioca solo un tempo e nonostante una gran voglia finisce per diventare confusionario.

Emmausso 7
Nel primo tempo pare estraneo alla partita, nella ripresa torna a regalare giocate di qualità. Bravo nel capire il taglio di Rosafio e nel sorprendere Hadziosmanovic. La palla che imbuca per Giunta e che dà il via all’azione del raddoppio è pura delizia.

Zunno 6
Primo tempo in cui non incide insistendo in giocate che non funzionano, nella ripresa è bravo a fare da riferimento. Sfiora la rete con una bella girata volante.

Plescia 5
Fuori partita. Dura un tempo e non incide mai.

Giunta 6,5
Ottimo ingresso per intensità e capacità tattica. Si incolla a Saporiti e ne spegne la regia. Poi, capisce l’idea di Emmausso e approfitta del suo tocco delicato per firmare l’assist per Salvo.

Rosafio 7
Entra a inizio ripresa e ribalta la sua squadra. Gioca decine di palloni e sempre utili, come la pennellata che manda Emmausso in rete. La sua mezza stagione in giallorosso non è stato sempre ad altissimi livelli, ma alcune perle resteranno impresse.

Civilleri, Giunta e J. Fumagalli s.v.

POTENZA Alastra 6; Armini 6, Sbraga 6, Maddaloni 7; Hadziosmanovic 6 (dal 31′ s.t. Maisto 6), Castorani 5,5 (dal 21′ s.t. Steffè 7), Saporiti 6 (dal 31′ s.t. Rossetti 5,5), Candellori 5,5, Burgio 5,5; Caturano 6,5, Di Grazia 6 (dal 25′ s.t. Volpe 5,5). All. De Giorgio 6

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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