Mister of the week | Mirko Cudini, a Foggia per lasciare il segno

Pubblicato il 4 Ottobre 2023 in Storie

La vittoria sul campo del Catania a cui far seguire la rimonta sulla Turris. Le ultime settimane di Mirko Cudini alla guida del Foggia sono state di grande crescita, in un anno che rappresenta per l’ex tecnico di Campobasso e Fidelis Andria la grande occasione per il salto di qualità.

TANTA GAVETTA – La storia di Mirko Cudini, attuale allenatore del Foggia, parte da molto lontano e lo ha visto impegnato in una lunga gavetta che, sommata a idee e lavoro, lo ha condotto alla terza partecipazione consecutiva al campionato di Serie C. Da calciatore è un discreto difensore con diverse esperienze in Serie C e Serie B. Calca anche palcoscenici di Serie A con le maglie di Torino ed Ascoli. Appesi gli scarpini al chiodo inizia un nuovo capitolo della sua storia calcistica. Nel 2015 diventa allenatore della formazione juniores della Sambenedettese, per poi passare al “calcio dei grandi” con la Sangiustese che gli dà una chance nel campionato di Eccellenza. Fiducia ampiamente ripagata con la vittoria del campionato e il conseguente ritorno in quel campionato di Serie D che mancava da nove anni. L’esperienza al Notaresco, conclusasi con un settimo posto nel campionato di Serie D, lascia intravedere aspetti interessanti di questo giovane allenatore e rappresenta il trampolino di lancio verso il professionismo. Infatti, a distanza di qualche mese arriva la chiamata del Campobasso, un’altra compagine militante nella quarta serie ma con ambizioni un po’ più importanti rispetto alle squadre allenate in precedenza. Dopo il secondo posto ottenuto nell’annata 2019/2020 riesce nella promozione che mancava da un trentennio alla società molisana. La stagione successiva è la prima tra i professionisti e l’obiettivo della salvezza viene centrato ampiamente, con un tredicesimo posto che è specchio di un buon lavoro di durata pluriennale. A fine stagione Cudini decide, dopo tre anni estremamente positivi, di lasciare il Campobasso per motivi di stimoli e ambizione. Lo accoglie la Fidelis Andria che punta tanto su di lui ma la prima parentesi pugliese si conclude con esito estremamente negativo: 7 punti in 11 partite di campionato che non lasciano altra scelta alla società se non quella di esonerarlo. Ma non si tratta di un addio, infatti l’allenatore marchigiano torna sulla panchina della Fidelis qualche mese dopo, rilevando colui che lo aveva sostituito: mister Doudou. Questa volta l’esito è ben diverso e vede il tecnico riprendere in mano una situazione farraginosa, mettendo a segno tre vittorie, altrettanti pareggi e due sconfitte in 8 gare. Una media punti di 1.58 per partita, che se mantenuta per tutta la stagione significa playoff, ma che in questo caso rappresenta una svolta tardiva e vana, che non ha evitato alla Fidelis Andria la retrocessione in Serie D.

EQUILIBRIO IDROSTATICO – Nonostante le difficoltà palesate nella stagione precedente le sue idee hanno conquistato la dirigenza del Foggia che, nel periodo di stallo e di incertezza legata ad un ipotetico ripescaggio in Serie B, sceglie Cudini come guida tecnica per la stagione 2023/2024. Tra i tifosi in quelle settimane emerge una leggera diffidenza riguardo alla scelta di un tecnico fresco di retrocessione dalla Serie C e relativamente a un mercato ingarbugliato dai numerosi esuberi. Il Foggia che si presenta al nuovo campionato di Serie C è una squadra ringiovanita e in generale rinnovata sia dal punto di vista organico sia da quello tattico. Il 3-5-2 di Delio Rossi lascia spazio ad un 4-3-3 improntato ad uno stile di gioco propositivo ma equlibrato allo stesso tempo. Non è uno zemaniano per intenderci, ma è comunque un tecnico che sul piano del possesso vuole prevalere sull’avversario e dunque fare la partita. Poca speculazione ma tanta flessibilità, è capace di adattarsi al materiale che ha a disposizione e al modo di giocare degli avversari. E la partita con la Turris è stata grande manifesto di questa sua capacità: passa al 3-5-2 per creare densità in mezzo al campo e limitare la qualità degli uomini offensivi della Turris, ma senza rinunciare alla qualità degli interpreti. Marino da play gioca un’ottima gara e le mezzali Schenetti e Martini accompagnano con qualità. La mossa decisiva è stata, probabilmente, la collocazione di Salines, che da braccetto ha libertà di sganciarsi ed inserirsi. Ma sulla sua rete che vale il definitivo 2-1 agisce da quinto, visto l’inserimento del centrale Papazov pochi minuti prima. Anche Embalo, autore del gol del momentaneo 1-1, è una mossa del tecnico a gara in corso, a dimostrazione dell’attitudine a leggere correttamente la gara. E anche se nella conferenza post-partita ha parlato di “vittoria dei ragazzi”, la sua mano si è vista eccome. Umile ed equilibrato – anche nel carattere – mister Cudini, uno di quei tecnici a cui non piace strafare con le parole ma che mette i fatti e il lavoro al primo posto. “Se guardiamo la classifica adesso significa che non abbiamo capito nulla del nostro percorso”, ha dichiarato, evidenziando come gli 11 punti attuali siano un buon bottino di partenza, senza, però, tralasciare che c’è ancora tanto da migliorare. Nel match di domenica è stata infranta un’imbattibilità durata ben 430 minuti – a conferma di un’impronta tattica chiara – che aveva consentito al Foggia di uscire illeso da Avellino e di espugnare il Massimino di Catania, nella prova più brillante di questo avvio di stagione. Proprio contro i siciliani, infatti, è arrivata un’altra gara caratterizzata dalla buona gestione del pallone e da una fase di non possesso attenta e organizzata. Basata su un equilibrio simile a quello idrostatico delle stelle che permette un corretto bilanciamento delle forze e e garantisce compattezza e brillantezza allo stesso tempo. La stella in questo caso è il Foggia di Cudini, una squadra giovane ma ambiziosa, guidata da un tecnico che vuole fare il definitivo salto di qualità in Serie C e che con questo gruppo potrebbe levarsi diverse soddisfazioni.

*foto copertina: Foggia Calcio 1920 – Facebook ufficiale

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