Turris-Messina, basta saper voltare pagina e ricominciare

Pubblicato il 26 Marzo 2023 in Primo Piano

Tutto sbagliato e da cancellare. Il Messina crolla – risultato alla mano – in casa della Turris, ma la sconfitta deve avere il giusto peso in un momento tanto delicato della stagione. Monito importante, ma le possibilità dei giallorossi restano invariate e dipendono quasi del tutto dal proprio cammino.

UNA SQUADRA CHE NON C’ERA – Negativa sotto ogni aspetto. Dall’avvicinamento, alla preparazione fino ai protagonisti che cadono uno dopo l’altro. La vittoria di Potenza ha lasciato in eredità un paio di acciacchi, il resto viene fatto dalla febbre che stende Perez e dal solito fastidio che blocca Kragl dopo un quarto d’ora abbondante. Assenze che pesano, ma non si vive di sole evenienze negative. Contano le scelte, le prestazioni e gli errori di squadra e individuali. Raciti perde Perez e pensa a Marino sulla trequarti con Balde più avanzato. Una soluzione che, notoriamente, non funziona come insegnano i mesi di Auteri. Infatti, il Messina fatica a dialogare e sfruttare le seconde palle. Non sembrava partita da tatticismi estremi, anzi sin da subito diventa chiaro che l’incrocio è di quelli da duelli individuali. Il Messina li perde tutti, anche quando Raciti capisce la solfa e si mette a specchio – o quasi – per giocare uomo contro uomo sulle corsie. Zona di campo in cui la Turris sembra poter fare quello che vuole: dalla parte di Berto è una festa senza sosta per Contessa e Guida che duettano e si sovrappongono. Quando Frascatore si invita al party – e lo fa subito – il Messina traballa e cede. Dall’altra parte non va meglio: Celesia non c’è, tocca a Trasciani che contiene Giannone ma non legge mai i movimenti senza palla di Rizzo. Squadra sempre in ritardo: per tutta la prima frazione i giallorossi sono un tempo di gioco più lenti della Turris e sembrano non arrivarci mai. Dieci minuti sotto il martello e che la squadra di Fontana sia avanti di una sola rete è un mezzo miracolo. Oppure, spiega il livello reale della Turris stessa. Quando Kragl calcia come ultimo atto prima di andare sotto la doccia tocca a Iannone: sparito dai radar, rientra ed è senza dubbio il migliore. Sì, non sarà perfetto tatticamente e l’eccedere negli egoismi non gli manca. Ma è anche l’unico a puntare, saltare e giocare con carattere spavaldo. Una ventata d’aria fresca in una giornata in cui non gira quasi nulla. Ragusa parte esterno, poi trasloca in mezzo e chiude a destra. Fa sempre male visti gli spazi intasati, ma quando la porta gli si spalanca davanti fallisce una palla che non andrebbe mai sbagliata. Una rete che avrebbe cambiato l’inerzia del momento, anche se la percezione – è questa riflessione torna buona pure per la rete annullata a Balde – restava quella di una Turris in procinto di andare in gol a ogni affondo. Non per valori, ma perché il Messina proprio non c’era. Nei dettagli, nell’attenzione e nella cattiveria al momento giusto. Ferrara – uno di quelli capaci di limitare gli errori – mette in scena una partita totalmente imperfetta: perde ogni singolo duello, si fa saltare da Frascatore come se non fosse lì e poi confeziona l’orrore del raddoppio. Non è lui. Circostanza che spiega tanto del sabato amaro del Messina.

CROLLO IN CAMPO MA NON IN TESTA – Sposta una pedina, stringine un’altra, ed ecco che l’ultima si abbassa un po’. Raciti (voto 5) ci prova con una difesa a tre più stretta e Iannone che deve cantare e portare la croce. Il numero 8 ci riesce abbastanza bene, parte più basso ma quando riceve punta e cerca la porta. Lo stoppa il palo e il Messina sembra fermarsi lì. Anzi no, perché punge ancora e passa pure: bandierina alzata e Balde vede annullata la sua ottava rete stagionale. Immagini da vivisezionare, ma siamo sempre al solito discorso da recapitare al presidente Marani: VAR in Serie C. Perché il fuorigioco di Ragusa – che ci fosse o non ci fosse – è di quelli da occhio tecnologico. Il dubbio non dovrebbe più esistere nemmeno in Serie C, almeno per i casi oggettivi come l’offside. Amen e attesa. Intanto il Messina si spegne piano piano, sempre per una fase difensiva sofferente e per la capacità della Turris di difendersi tenendo palla nel lato di campo dei giallorossi. Che fanno tutto da soli quando, come detto, Ferrara combina un pasticcio e Acquadro firma il gol dell’ex che non ricordava quasi nessuno. Beffa e partita andata a farsi benedire. Il tris è pesantissimo, ma forse ci sta anche perché la partita finisce al triplice fischio e non quando decidi di spegnere la luce. Approccio errato, formazione che non convince e incapacità di vincere i duelli, soprattutto quelli sulle corsie laterali. Lista degli ingredienti della sconfitta che non prevede quello a sorpresa, perché la voglia del Messina di lottare è ancora intatta. Classifica che resta in bilico, ma lo era anche prima. Nessuno si era illuso e pensare di poter gestire il vantaggio di un punto era inverosimile. Come quello che il Messina vanta ancora: sì, perché i giallorossi sono quintultimi per una migliore classifica avulsa su Gelbison e Monterosi con cui condivide i 36 punti in classifica. Il +9 attuale sulla Viterbese nega ai laziali il playout, per questo ai giallorossi potrebbe bastare vincere sempre. Pare facile. Sul cammino ci sono Foggia al San Filippo, poi Picerno fuori, Juve Stabia in casa e chiusura a Taranto. Con 12 punti il Messina potrebbe essere salvo senza mettersi a cercare i risultati del resto della compagnia sulle varie app specializzate. Unica variabile l’arrivo a pari punti con la sola Gelbison contro cui sono pari gli scontri diretti ma è perdente la differenza reti generale. Col Monterosi, invece, c’è il vantaggio grazie alla vittoria dell’andata più il pari al ritorno. Così, in caso di arrivo pari al quintultimo posto la beffa farebbe ancora più male. Utopia? Probabile e per statistica. La realtà suggerisce che al Messina serva, innanzitutto, non perdere più. Due vittorie e due pareggi – non per far tabelle, ma a quattro dalla fine è fin troppo facile far di conto – per quegli 8 punti che potrebbero bastare per assicurarsi – come minimo – un quintultimo posto con almeno 9 punti sulla penultima o, meglio ancora, un posto fuori dalla griglia playout. Con un occhio sempre al cammino della Gelbison.

Fumagalli 5,5: sulle prime due reti dei campani pare meno reattivo del solito.

Berto 5: dalla sua parte la Turris fa quello che vuole, a partire dalla rete del vantaggio che condiziona tutta la sfida.

Baldé 5,5: prova a rimanere a galla grazie alla sua fisicità, ma quando deve rompere la linea è sempre in ritardo e solo dopo il cartellino giallo capisce che il suo raggio d’azione deve limitarsi all’area di rigore.

Ferrara 4: sulla prima rete viene saltato con estrema facilità da Frascatore, sulla seconda fa tutto da solo quando decide di alzare un pallone che poi perde. Per il resto è sempre in ritardo, perde tutti i duelli ed è impreciso palla al piede. Giornataccia.

Trasciani 5: pesce fuor d’acqua e in grande fatica quando deve contenere i movimenti opposti di Rizzo. (dal 15′ s.t. Versienti 5,5: dovrebbe mettere brio e qualità offensiva, ma si vede poco)

Fofana 5: grandissima difficoltà nel prendere le misure ai mediani campani, non riesce mai a filtrare e in fase di possesso è troppo impreciso.

Mallamo 5,5: meno bene del solito anche se resta quello che prova a mettere ordine. Finisce per rincorrere, giocare pochi palloni e ne soffre.

Kragl s.v.: dura pochissimo e riesce pure a farsi vedere in avanti. Altro problema fisico, pesa. (dal 17′ p.t. Iannone 6,5: il migliore in assoluto per atteggiamento e capacità di incidere. Lo ferma solo il palo. E dal 45′ s.t. Grillo s.v.)

Marino 6: cambia posizione un paio di volte, più bravo quando deve impegnarsi in movimenti tattici all’apparenza più complicati. Prova a giocare con tecnica e sempre per i compagni. (dal 15′ s.t. Zuppel 5: non si vede mai)

Ragusa 4,5: saltati Perez e Kragl il Messina si appiglia a lui. Ci prova, si incaponisce ma quando ha la palla del pari la spreca in maniera clamorosa. Non è mai un fattore realmente pericoloso. Nel finale la stanchezza lo fa diventare anche lezioso.

Balde 6: da prima punta va premiato l’impegno, poi torna nella sua zolla e inizia a incidere con maggiore spessore. Era andato anche in gol, ma una bandierina ha cancellato tutto.

TURRIS Fasolino 6; Miceli 6,5, Di Nunzio 6, Frascatore 7; Rizzo 6,5 (dal 45′ s.t. Boccia s.v.), Zampa 6, Franco 6 (dal 45′ s.t. Maldonado s.v.), Contessa 6; Giannone 5,5 (dal 29′ s.t. Acquadro 6,5), Maniero 6 (dal 19′ s.t. Longo 6,5), Guida 6,5 (dal 19′ s.t. Ercolano 6,5). All. Fontana 6,5

*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya

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