
Vicina la quota di 200 mila euro, ma il tempo è sempre meno. Entro mezzanotte il Messina deve pagare i 312 mila euro per stipendi e contributi, in caso contrario penalizzazione da scontare nella prossima stagione e ulteriore mazzata sul morale di un gruppo già avvilito. Intanto, il sindaco Basile ha ricevuto la procura a vendere.
BARBERA, POI GLI ALTRI – Dove eravamo rimasti? Al tranquillo weekend di follia fatto di deleghe senza firma e presunti interessanti che alzavano bandiera bianca. Quanto messo in atto da AAD e dal sacrificato Alaimo rasenta il limite dello squallore, una melmosa serie di comportamenti utili solo a far perdere (volutamente) del gran tempo. Dopo la sceneggiata di una procura senza apostilla, è arrivato il viaggio della speranza dal Belgio a Messina con scalo a Roma. Un’avventura aerea che ha consentito (finalmente) al sindaco Basile di avere in mano un documento valido per sottrarre dalle mani cialtrone di Doudou Cissè l’80% del Messina. Il costo simbolico di un euro, anche troppo visti i soggetti e i conti da risanare. Ma quella è responsabilità di altri, anzi di Pietro Sciotto. Il padre padrone per 8 lunghissimi anni. Vendere per risanare e avere un futuro, ma la scadenza impellente è quella di oggi 16 aprile. Da saldare stipendi e contributi annessi. Quelli mancati a febbraio e che hanno portato ai 4 punti di penalizzazione che pesano come macigni nella corsa salvezza. Oltre ad aver gettato un velo di non serietà agli occhi dei rivali. Mancare il pagamento porterà a una penalizzazione da scontare nella prossima stagione, anche se bucarne due di fila farà storcere il naso a tanti altri club e non ci sarà da sorprendersi davanti a possibili ricorsi e tentativi di bloccare eventuali playout. Tutto è politica. E il Messina si pone disarmato, non avendo uno straccio di dirigente e non avendo mai avuto una reale credibilità in questi atroci e lunghi 8 anni. Per saldare questi conti si è fatto richiamo al senso di appartenenza, diventato collante per una ritrovata unità da contrapporre al menefreghismo colpevole di chi detiene la proprietà (totale) del club. “Comitato d’emergenza”, così ribattezzato, fatto della classe imprenditoriale locale. Il sindaco Basile ha trovato il canale corretto tramite il presidente di Arisme, l’avvocato Fabrizio Gemelli, e la volontà dell’imprenditore Francesco Barbera. Il primo è stato lui, apripista di una raccolta che ha visto protagonista svariati professionisti cittadini. Cifra di ingresso 25 mila euro, ma c’è chi ha raddoppiato di fronte al tempo che scorre via. Il totale, al momento, pare vicino ai 200 mila euro. Ne mancherebbero un altro centinaio, da versare sul conto dedicato aperto dal notaio Maiorana che sarà a disposizione per il trasferimento sul conto dell’Acr Messina fino all’ultimo istante possibile. Chiamare a raccolta non fa parte del nostro lavoro, ma al presumibile elenco in testa a tanti manca ancora qualche nome. Chissà, se ci sarà quello dell’ex presidente Sciotto. Presente all’appuntamento con Barbera, ma innervosito dalle domande del collega Pernice che ha ben pensato di aggredire verbalmente con offese rivolte a lui e all’intera categoria. Vabbè, onestamente della sua opinione ce ne freghiamo bellamente. Contano zero. Ma è corretta, nei toni e nei modi, la nota di Assostampa e USSI Messina per chiarire come il rispetto sia alla base della civiltà. Eh appunto. Se l’ex presidente vorrà partecipare alla raccolta non è stato chiarito, ma è lecito attendersi che sia il primo a voler raggiungere la cifra necessaria per non veder intaccata la sua fideiussione depositata in Federazione. Sì, perché calciatori e staff verranno finalmente pagati attingendo dalla fideiussione e per Sciotto la cifra sarebbe maggiore. Inoltre, ma questo è un nostro punto di vista, detenendo ancora il 20% del club dovrebbe partecipare per quella percentuale. Ma qui siamo nel campo della fantascienza.
LA VENDITA – Comitato d’emergenza per non cadere nella seconda scadenza mancata, ma il futuro del Messina passa da altri miracoli. Quello sportivo dipende dal 16 aprile: sia per non dare adito ai rivali di non accettare i giallorossi come squadra ancora in corsa, sia per dare una vera spinta al gruppo. Perché Banchieri e i calciatori meritano di essere pagati. Non è uno sforzo, non è un favore che gli viene fatto. Lavorare a vuoto non è degno, non è un sacrificio che andrebbe chiesto a nessuno. Non è scontato, infatti, che questo gruppo stia continuando a lottare con serietà. Lo stanno facendo per sé stessi e anche per la tifoseria, ma non hanno nessun obbligo – neanche morale. Lo scorso weekend ha detto che il Latina è vicino alla salvezza e che la Casertana si è rimessa nei guai, grossi. Poi, c’è il Foggia che proprio nello scontro diretto di sabato coi giallorossi si gioca la salvezza. In caso di successo sarebbe salvezza per i rossoneri. Ci sarebbe da incrociare tutti i calendari, ma quello della Casertana è talmente in salita da dire che i campani hanno il mirino del Messina addosso. Restare almeno a -8 e poi andare allo spareggio. Attenzione, però, perché per sicurezza sarebbe meglio restare in un margine ridotto di punti. Sul Messina, infatti, pende anche la possibilità penalizzazione legata alle mancate garanzie di solidità della proprietà nei confronti della Coaps (commissione di valutazione delle acquisizioni della Covisoc). Già concesse due proroghe, ma la possibilità di beccare altri 2 punti di penalizzazione è realissima. Ecco, il passaggio di proprietà non è quindi secondario. Serve eliminare dalla storia del Messina questa pessima parentesi il prima possibile. Qui casca l’asino, perché all’orizzonte non paiono esserci grossi interessati. Borgosano ha alzato bandiera bianca per via di conti che hanno terrorizzato chi lo accompagnava, ma risulta strano pensare che ci siano volute svariate settimane per rendersene conto. Altri interessati? Tutto tace. Certo, in una fase di “raccolta fondi” le porte sono aperte a tutti, compresi quelli che in questi anni si sono manifestati come pronti a rilevare il club. Nessun obbligo, solo coerenza.