Acr Messina-Fc Messina, supercalifragilistichespiralidoso

Pubblicato il 16 Marzo 2021 in Primo Piano

Il difetto sta già nel titolo: un susseguirsi di acronimi che devono farla da padroni, per non scadere nella confusione – che non c’è mai stata – e per segnare le differenze. Pena: la gogna social… brrr! Scontro promozione, o almeno lo sperano due società che si giocano futuro e credibilità.

NUMERI ALLA MANO – Fasi di atterraggio verso la stracittadina molto diverse per le due squadre: riposo totale per il Messina di Novelli, in campo il Football Club di Costantino che strapazza il Licata e torna al secondo posto. Chi rischia di più diventa materia di approccio. Forse ambedue anche se l’aritmetica non è un’opinione – ma quando c’è di mezzo il tifo esacerbato anche il mare non è salato – e, allora, un paio di differenziazioni vanno fatte: -2 dalla vetta e una partita in meno per il Football Club Messina, ecco che la squadra di Costantino non verrà schiacciata dall’obbligo della vittoria e potrà valutare il peso di non perdere. La sconfitta, comunque, sarebbe dura da digerire anche se il recupero col Roccella potrebbe riportare al -2 attuale. Siamo già abbastanza confusi, ma il calendario al tempo del Covid è così. Cambia un po’, invece, la prospettiva dell’Acr Messina: vincere peserebbe tantissimo, rimanderebbe – come detto – il Football Club a -5 e consentirebbe il mantenimento del primo posto anche in caso di vittoria di Giuffrida e compagni nel recupero con il Roccella. Un pari – in fin dei conti – viene sempre digerito positivamente, diverso il rapporto con la sconfitta: perdere significherebbe lasciare il primato ai rivali, rischiare di finire a -4 (sempre la storia del recupero) e sarebbe antipasto amaro in vista del successivo turno che vede la squadra di Novelli protagonista sul campo della Gelbison (e sono 3 gli scontri diretti consecutivi) e il Football Club Messina ospitare il Rende penultimo. Un risultato non vale l’altro, allora, ma provare a fare il quadro ci ha già fatto venire il mal di testa.

I NERVI – Le questioni di classifica peseranno, forse più della rivalità che, comunque, esiste. Un condizionamento che potrebbe incidere sulla sfida – sugli aspetti tecnici e tattici ci torneremo in maniera approfondita in settimana -, dando vita a una gara poco brillante, molto nervosa e stracolma di spigolature anche personali. Due squadre con qualche difetto ma a cui è difficile imputare la mancanza di personalità, quella che rischia di accendere micce che potrebbero far esplodere l’agonismo fino a qualche eccesso. L’emotività, allora, conterà più di quanto si pensi. Quasi come la voglia di dimostrare e cancellare l’andata. Il Messina arriva con una pressione diversa: tifoseria scottata in cerca di riscatto, una sconfitta mai digerita all’andata e – come provato a spiegare – la classifica. Diverso l’ambiente che circonda il Football Club Messina, più preoccupato dall’infinita necessità di dover dimostrare. Colpe non della squadra, che paga critiche più riconducibili ai vertici societari. Ecco che, così, il Football Club mette insieme due mezzi campionati (vista l’interruzione dello scorso) da zone alte della classifica ma – in una percezione errata o volutamente narrata in maniera errata – viene poco considerato dal punto di vista squisitamente calcistico. Tutta una questione di nome, ma i punti delle vittorie restano 3 sia che ti chiami Football Club o Città di Messina o Real Rocco Arena. Il presidente: l’uomo che divide. E questa non è un’opinione. Già detto, già scritto sin dall’estate del 2019, già fatta la lista di tutti i suoi sbagli (raffinata semi citazione di un gruppo musicale proprio di Torino): dal peccato originale della denominazione al corteggiamento della tifoseria. E anche questa non è un’opinione, ma uno dei capi di imputazione che la tifoseria del Messina muove verso il numero 1 del Football Club.

LO STADIO – Poco importa. Anzi, quasi nulla perché questi restano argomenti per chi non trova altro su cui discutere in tema calcio. Prima del pallone che rotola, però, i passaggi obbligati sono altri e riguardano ancora il Football Club Messina: lo stadio. Scriviamo nel tardo pomeriggio di lunedì 15 marzo, al momento della pubblicazione, però, saremo vicini a uno degli snodi fondamentali per la concessione pluriennale del Franco Scoglio. La seduta pubblica della Commissione che dovrà giudicare – convocata per martedì 16 marzo – potrebbe avere risvolti di ogni tipo, più probabile che si tratti di un passaggio ulteriore verso la fase di definizione finale. Triste che anche una materia del genere sia diventata occasioni di becero dibattito. Ne va della credibilità dei professionisti della Commissione, e in generale dell’istituzione. Bando pubblico – comunque poco attrattivo – e come tale varranno documentazione, tecnicismi precisi e numeri. Zero spazio alle opinioni. I punteggi, poi, sono già filtrati e – abbiamo sentito esperti veri nell’ambito delle gare d’appalto – da considerare di medio valore. Sufficienti o no, ormai, il tempo è scaduto e presto sapremo. Vi aggiorneremo. Resta la curiosità – anche sugli eventuali partner – sull’oneroso progetto presentato dal Football Club Messina: 142 milioni euro (e richiesta di concessione a 99 anni) per quello che pare un rifacimento vero e proprio. Chissà, ma – come spiegato già nel marzo 2019 (ben prima dell’arrivo di Rocco Arena a Messina) – i precedenti di stadi di proprietà o in concessione in Italia arrivano da processi inversi: società forti e pronte a investire e Comuni lungimiranti. La questione della capacità attrattiva verso nuovi investitori (quindi nuovi proprietari), invece, diventa percorso rischioso e dal finale positivo non obbligatorio.

NUOVI VALORI – Capitolo dovuto quello dello stadio, con l’attenzione che resta alta ma lo sfondo della partita resta ricco di fascino. Una gara che vale tantissimo, in termini emotivi, anche per una proprietà: quella del Messina. La famiglia Sciotto ha raccolto anni di errori e amarezze. Nell’estate che sembrava raccontare il loro addio è arrivato, invece, il rilancio vero con l’accordo con i soci salernitani e un management di livello superiore. La mano di Cocchino D’Eboli a cancellare le porte girevoli di allenatori e calciatori alternatisi per colpa degli umori ballerini del presidente Sciotto. Lo stesso che, oggi, capisce che il passo indietro e lo spazio ai suoi dirigenti rappresenta la sua vera arma. 3 anni di sofferenze, perché resta uomo appassionato, ma chi è causa del suo mal può solo fare autocritica. Un termine, forse, poco incline al carattere di Pietro Sciotto che, però, ha compreso che l’unico modo per continuare nella sua avventura era quello di non correre da solo. La stracittadina è la partita che potrebbe regalargli la svolta definitiva, cancellando anche i due precedenti con sconfitta sempre amarissima. La continuità, invece, la cerca la squadra di Costantino: il terzo allenatore della gestione, ma anche quello che salvò – per una sola settimana in più – la sua panchina grazie allo 0-3 nell’unico scontro della scorsa monca stagione. Il suo ritorno ha inciso, non solo dal punto di vista tattico, ma nel trasmettere nuova serenità alla rosa. Un gruppo, storicamente, basato su un grande spirito di compattezza. Poi, c’è il campo e la sfida col collega Novelli: il tecnico campano – lo abbiamo già detto altre volte – rappresenta il vero valore aggiunto del Messina, non per questioni tattiche ma per la profonda e paterna capacità di gestire i suoi ragazzi. Gli ingredienti ci sono tutti per una settimana di avvicinamento piena di spunti calcistici.

*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari

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