Avellino-Messina, il dovere di sentirsi obbligati

Pubblicato il 19 Marzo 2022 in Primo Piano

Obbligati a far risultato. La differenza di valori tra Avellino e Messina resta evidente, ma il cammino fatto di tre sconfitte costringe la squadra di Raciti a non guardare più in faccia l’avversario. Da guardare in faccia c’è una realtà che richiede pesantissimi punti salvezza.

RISALIRE – Febbraio magico, marzo tragico. I 14 punti seguiti da tre cadute e una classifica tornata preoccupante. Davanti non corrono ma si muovono, dietro prova la risalita il Potenza. Le notti del Messina non possono – e non devono – essere tranquille, perché per strappare la salvezza gli avversari sono tanti, forse troppi. Le sconfitte con Juve Stabia e Campobasso hanno rovinato tutto, perché i punti persi negli scontri diretti valgono doppio e pesano anche nella testa. La beffa firmata Catanzaro resta a due facce: troppi forti i calabresi, ma una squadra che deve salvarsi e che trova il pari nel finale non può subire una rete come quella di Biasci. Manifesto stagionale, una copia di quello già disegnato dalla Fidelis Andria capace di banchettare sulla confusione tattica di Capuano. Presente e passato daranno vita al futuro, così tutto pesa nella stagione del Messina e nulla va dimenticato. Al Partenio altro match difficile, altro avversario più forte e a caccia di punti per il miglior piazzamento nei playoff. Non importa, perché il primo errore di chi retrocede è quello di fare calcoli. I giallorossi non possono. Quello a cui devono, invece, ambire è il trovare punti sempre e comunque. Strana squadra quella di Raciti: più brava a risalire dal fondo che a restare a galla. Il passato recente dice che quando il Messina sprofonda è capace, poi, di tornare in corsa. Il pari di Palermo, la vittoria di Bari e tutto il resto di vittorie. Dopo quella di Vibo, però, qualcosa è tornato ad andare storto. Stanchezza, assenze – che pesano soprattutto in settimana -, forse un pizzico di presunzione (o rilassatezza) che ha fatto credere di aver già fatto il più. Invece no, il Messina non aveva fatto nulla. Lo aveva detto lo stesso Raciti, le sconfitte hanno fatto il resto e, ora, non esistono obblighi diversi da quello di vincere, o non perdere (opzione che deve limitarsi al solo match di Avellino).

SCELTE IMPORTANTI – Squadra forte quella di Gautieri, ma non imbattibile. Ultima uscita interna con sconfitta – contro il Palermo -, poi la scossa di Taranto a ridare senso alla rincorsa al secondo posto. Difficile, anche se una partita in meno rispetto alle altre potrà aiutare. Partiti per vincere, poi la delusione – finita con un doppio esonero – nel lavoro del ds Di Somma e del tecnico Braglia. L’arrivo di Gautieri, però, non ha modificato così tanto l’andamento degli irpini. Il tecnico napoletano ha messo da parte il suo 4-3-3 preferendo un 3-5-2 più coperto ed elastico. La qualità non manca, come le alternative che restano tantissime in ogni reparto. Gli indizi, quindi, dicono che la domenica del Messina dovrà essere di quelle perfette. Qualcosa di già visto nelle partite prima citate. Non una mera speranza, ma la consapevolezza che i giallorossi abbiano le possibilità di far bene contro ogni avversario. Non ci sarà lo squalificato Rizzo, out per lo stesso motivo anche Morelli che sconta l’ultima delle tre giornate combinate dopo il rosso preso contro la Juve Stabia. Uniche assenze tra i titolari. Opzioni in ogni zona del campo per Raciti, con la condizione di Marginean, Russo e Piovaccari che cresce tanto da spingerli verso una maglia da titolari. Riflessioni che iniziano dalla porta, però, con Caruso che insidia – e stavolta in maniera solida – l’insufficiente Lewandowski visto anche contro il Catanzaro. In difesa non dovrebbero esserci modifiche, anche se Angileri spera in una maglia al posto di Trasciani, anche per concedere un turno di riposo al ragazzo scuola Roma. In mezzo al campo sono certi del posto Fofana e Damian, per l’ultima maglia Marginean parte un passo avanti rispetto a Simonetti e Konate. Difficile un cambio di modulo dall’inizio, anche perché il passaggio al 4-4-2 svuoterebbe la mediana che rischierebbe una forte inferiorità visto quanto sarà folta quella di Gautieri. Sulle corsie Russo scalpita, Statella regala equilibrio e Gonçalves è sempre un’alternativa. In tre per due maglie, riserva che si scioglierà in mattinata. Ultima maglia quella di centravanti: impossibile ripensare a Busatto, più probabile – e utile – l’affidarsi ad Andrea Adorante con Piovaccari pronto a subentrargli o fargli da spalla offensiva.

AVELLINO (3-5-2) Forte; Silvestri, Dossena, Bove; Ciancio, Carriero, Aloi, Kragl, Mignanelli; Murano, Maniero. All. Gautieri

MESSINA (4-3-3) Caruso; Angileri, Celic, Carillo, Fazzi; Fofana, Damian, Marginean; Russo, Adorante, Gonçalves. All. Raciti

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale

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