Bari, la legge dei più forti

Pubblicato il 28 Settembre 2021 in Tattica

Nomi alla mano, la più forte. Il Bari di mister Michele Mignani accetta il ruolo della grande favorita del Girone C, con una rosa formata da calciatori di categoria superiore e una ricerca costante di pragmatismo.

IL ROMBO – Lo schieramento di una squadra dice tanto, non tutto, ma fa comprendere quale sia il possibile sviluppo di gioco scelto. Per la nostra breve analisi, allora, iniziamo proprio da un particolare legato al modulo.

Quello scelto da Mignani è il 4-3-1-2, perfetto per esaltare le caratteristiche di Botta – il suo trequartista – e per sposare al meglio le differenze tra la coppia di attaccanti. Nel nostro frame ci concentriamo sul centrocampo: con le linee arancioni abbiamo evidenziato il posizionamento dei quattro uomini in biancorosso. Tutto abbastanza classico, col regista basso che accorcia sulla difesa, le due mezzali che fanno l’elastico tra interno ed esterno e, infine, il trequarti che cerca spazio. Attenzione, però, perché Botta condiziona i movimenti: l’argentino è un mancino naturale, la sua tendenza resta quella di aprirsi verso destra per giocare sul piede invertito, sistema che – spesso e volentieri – stringe la mezzala e alza il terzino in appoggio. Occhio, quindi, agli inserimenti senza palla dell’altro interno, quello sinistro.

PROFONDITÀ – Tutto passa da Ruben Botta. Per tecnica e per ruolo. Se scegli di giocare col rombo, infatti, non è possibile escludere da tutte le trame di gioco il “numero 10”. Altro frame – che ricordiamo sempre essere un esempio per azioni, comunque, ripetute dalla squadra presa in analisi -, siamo nella gara contro la Paganese: in arancione vediamo Botta in possesso, dopo la battuta di una punizione corta, l’argentino alza la testa e legge il primo movimento di Simeri (riquadro giallo).

Attacco della profondità che, nella circostanza, non porterà a nulla, ma nello sviluppo del gioco del Bari questa tipologia di soluzione verrà ripetuta con continuità. Simeri o Cheddira – a seconda di chi scende in campo tra i due -, infatti, hanno ottima capacità di dettare il passaggio e attaccare la linea sul lungo. Diverso, invece, il lavoro che viene spesso attuato da Antenucci: l’ex Spal – il numero 7 che vediamo vicino alla zona palla – è calciatore che preferisce accorciare, giocare di sponda e alternano lungo e corto.

PRESSING IN AVANTI – Ultimo focus sulla squadra di Mignani. Passiamo alla fase difensiva: il frame che abbiamo preso in analisi riguarda una specifica volontà del tecnico dei pugliesi, ma il discorso generale va ampliato. Nell’immagine vediamo, intanto, come venga portato il primo pressing e come si lavori in schermatura.

Nel riquadro arancione c’è Botta: il trequartista si alza e prende la posizione centrale. L’argentino è pronto per aggredire l’eventuale scarico corto sul primo centrale, ma più logicamente ne evita proprio l’idea di giocata. In aiuto i due attaccanti: in marcatura sugli altri due difensori, così viene frenata l’idea di poter iniziare dal basso in maniera pulita. Squadra che difende in avanti, allora, perché Botta non gioca a uomo sul vertice basso della mediana avversaria ma viene in alto, portandosi dietro tutto il baricentro. Il discorso più ampio, poi, ci racconta di una squadra che difficilmente si lascia attaccare. Buon pressing, tanta aggressività in mezzo e gli unici rischi, solitamente, che arrivano solo su ripartenze che puntano sulle corsie esterne. Un’altra arma difensiva dei pugliesi? Il possesso. Se la palla ce l’hai tu…

*foto copertina: SSC Bari – pagina Facebook ufficiale

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