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Tre vittorie lontano dal Molise, per 11 punti in trasferta che rappresentano la fetta più grossa del totale di 15. Il Campobasso di mister Cudini è una delle rivelazioni del Girone C grazie a un calcio tutto: velocità, movimenti senza palla, assenza di punti di riferimento e tanto, tantissimo coraggio tecnico e tattico.
ATTACCARE ALTI – Iniziamo la nostra analisi – per cui abbiamo preso in considerazione le ultime due trasferte giocate sui campi di Turris e Monopoli – dalla fase di non possesso della squadra di Cudini. Primo frame che dedichiamo, allora, al pressing: siamo a Torre del Greco – partita vinta per 2-3 dal Campobasso -, i padroni di casa provano a ripartire dalla difesa, col pallone – partito da un rilancio con le mani del portiere Perina – che scorre dalla fascia destra a Tascone (il numero 17) che non ha altra alternativa che buttarlo via con un lancio più di alleggerimento che di convinzione.
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Perché? Facile intuirlo. Nel rettangolo rosso, infatti, possiamo vedere l’aggressività con cui il Campobasso porti 3 uomini in zona palla, pronti ad attaccare sia chi è in possesso che gli eventuali scarichi corti. Chiaro, quindi, come la squadra molisana provi a togliere pulizia e tempi di giocate alle squadre avversarie quando queste provano a ragionare.
CORAGGIO – Ancora fase difensiva per questa nostra prima parte di analisi del Campobasso di Cudini. Siamo a Monopoli – altro successo esterno -, il frame scelto ci aiuta a scoprire un’altra delle caratteristiche dei molisani: il coraggio. Ricordiamo, come sempre, che le immagini scelte servono a titolo esemplificativo e riassumono situazioni ripetute in più circostanze dalle squadre prese in analisi.
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Entriamo nel dettaglio: uscita palla dal basso veloce del Monopoli, scarico in mezzo al campo dove arriva un taglio e ricerca della profondità. Nel cerchio rosso vediamo D’Agostino che prova ad attaccarla questa profondità, ma finisce in fuorigioco. Primo motivo: scarsa lucidità nei tempi del passaggio. Secondo e fondamentale motivo: a palla scoperta il Campobasso accorcia e con l’ultimo uomo si ferma. Scelta consapevole e rischiosa quella di fare fuorigioco, ma funzionale.
AMPIEZZA – Passiamo, adesso, alla fase di possesso della squadra di Cudini. Per cominciare, allora, partiamo dallo schieramento: il modulo è il 4-3-3 e il taglio del nostro frame non è casuale. Il trio offensivo, infatti, lo analizzeremo in seguito. Iniziamo dalla difesa: evidenza azzurra che ci aiuta a notare l’ampiezza.
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Terzini aperti, quasi sulla riga e centrali ben spaziati e pronti a giocare la palla. Passiamo più avanti: evidenza rossa per il centrocampo dove vediamo che il vertice basso (Bontà) è preso a uomo dal Monopoli. Interessante la distanza dei due intermedi con Tenkorang e Candellori che restano aperti e lavorano da vertice alto dei triangoli esterni (terzino, mezzala, ala).
FALSO 9 – Spostiamoci, come anticipato, sul lavoro del tridente offensivo. Obiettivo puntato, in particolare, su Mattia Rossetti: il numero 9 di Cudini è un centravanti dalle caratteristiche particolari, dotato di grande tecnica e capacità di svariare. Riquadro rosso per vedere il suo movimento a uscire per giocare la palla: lavoro da prima punta, ma è la qualità a fare la differenza. Calciatore maturato, che ha imparato a usare la sua tecnica a servizio della squadra. Per lui parlano gol e assist.
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Tornando al frame: Rossetti viene basso, gioca la palla per la squadra e la profondità viene attaccata dagli intermedi. Evidenza azzurra per Tenkorang e Candellori che alzano la loro linea diventando riferimenti offensivi al pari dei due attaccanti esterni.
MOVIMENTO SEMPRE – Restiamo alla fase offensiva, ma torniamo alla gara vinta sul campo della Turris. Ancora Rossetti il protagonista (cerchio rosso): vediamo il suo movimento a uscire per favorire il taglio palla al piede di Candellori. L’intermedio attacca centralmente e approfitta del blocco sull’uomo di Tenkorang. Lo scarico arriverà su Vitali (evidenza azzurra) che sarà bravo nell’attaccare la linea e andare a concludere e realizzare.
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Molto interessante l’armonia con cui si muove la fase offensiva di Cudini: zero riferimenti, ampiezza che viene trasformata in densità centrale e attacco della profondità che arriva grazie a esterni e intermedi.
RULETA – Ultima immagine della nostra analisi sul Campobasso. Più una curiosità, anche per premiare una vera e propria giocata. Non tanto nell’atto, ma nella naturalezza della reazione di un compagno. Abbiamo puntato la lente di ingrandimento su Vanzan, che vediamo mettersi le mani tra i capelli in segno di stupore. Perché? Ruleta – resa celebre da Zidane – di Rossetti per uscire dalla doppia marcatura di Manzi e Ghislandi, testa alzata e attacco dell’area di rigore.
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Bellissima, ma sempre funzionale – termine che torna nuovamente utile – visto il movimento ad aggredire la porta dei compagni. Su tutti (freccia rossa) c’è la vera arma tattica (con e senza palla) di Cudini: Tenkorang, l’uomo ovunque.
*foto copertina: SS Campobasso Calcio – Facebook ufficiale