Castrovillari-Messina, primum vivere deinde philosophari

Pubblicato il 27 Gennaio 2020 in Primo Piano

Una delle questioni più dibattute in tema filosofico. Prima vivere e poi far filosofia, quindi: prima la praticità negli aspetti della vita. Concetto trasversalmente utilizzato: dalla Roma antica fino alle contestazioni kierkegaardiane agli studi basati sul pensiero di Hegel.

LE FACCE DELLA MEDAGLIA – “Non so più cosa fare”, come sempre è Karel Zeman a regalare gli spunti più interessanti nei post gara di un Messina – ancora una volta – orfano della vittoria in esterna. A Castrovillari arriva un pari che amareggia il tecnico, ma ne esalta, nuovamente, la visione personale del gioco. Sottovalutare l’incidenza degli errori commessi, o delle occasioni regalate, diventa moda in casa giallorossa. Giugliano, Troina e Acireale fanno da apripista alla prestazione di Castrovillari, tutte collegate da questa sbilanciata visione di analisi ritagliata solo su quanto creato. La doppia fase, però, resta vivace protagonista del calcio: il Messina subisce con estrema facilità, e prendere gol al primo (o unico!) affondo non è certamente un titolo di merito, anzi è una grossissima colpa. Indubbiamente anche al Rende il Messina crea una buona dose di occasioni da rete, le fallisce per lo storico di una squadra che in carriera non colleziona gol. Rossetti si muove parecchio e conquista, anche, l’ennesimo rigore stagionale. Buttarla dentro, però, non sembra il suo mestiere preferito. Un centravanti – e non è un’opinione – non torna utile solo per la finalizzazione, e Rossetti da questo punto di vista resta importantissimo; ma nel 4-3-3 di stampo zemaniano il numero 9 è, storicamente, uomo in dovere di chiudere lo sviluppo offensivo. Croce addosso al singolo? Perché no… se un portiere non para viene criticato; se un attaccante non segna il problema esiste. La medaglia si gira: la fase difensiva, di contro, non può essere archiviata con “abbiamo sbagliato due coperture”, non può perché se ogni qualvolta una copertura viene bucata arriva la rete avversaria, allora, non hai un problema ma un difetto strutturale. In più – e siamo volutamente capziosi – se volessimo giocare al “gioco dei se”: se il San Tommaso non avesse sbagliato la copertura sul movimento di Arcidiacono, o se Vona del Castrovillari avesse rinviato bene di testa, allora Crucitti non avrebbe regalato due bellissimi sinistri al volo.

FILOSOFICAMENTE – La questione difesa, con buona pace del tecnico, resta il punto focale del momento giallorosso. Il Messina prende troppi gol, tantissimi se paragonati alla quantità di quelli fatti. Gli errori, che Zeman vorrebbe archiviare con troppa velocità, diventano fondamentali nell’azzoppare la classifica. Il tecnico, infatti, si inquieta per gli sprechi offensivi che limitano i risultati, forse peggiori gli strafalcioni in fase difensiva. La correzione esiste? No, perché la filosofia è intransigente. Adesso andiamo oltre il caso Castrovillari, allargando il raggio di analisi. Si difende alto, su palla scoperta si sale e non si scappa, recupero palla attivo e pressing offensivo. Su queste pagine – lo confessiamo senza paura – queste regole restano vangelo dai tempi di uno straordinario Foggia con l’undici titolare ripetuto a memoria. Tra il restare liberi pensatori e obbligati analisti, però, il passo è breve. Non notare, quindi, come questa applicazione difensiva cozzi con le caratteristiche tecniche, fisiche e soprattutto mentali di questo gruppo sarebbe errato. Il Messina di Zeman è rimasto, purtroppo, un ibrido senza il reale lustro offensivo e con molti dei limiti difensivi.

NUMERI E DIPENDENZA – Il pari di Castrovillari lascia l’amaro in bocca anche, forse soprattutto, per la condizione che i calabresi attraversano, ormai, da mesi. Il trend dei giallorossi con le squadre avanti in classifica resta noto (4 punti sul campo, 7 in classifica), peggiorare quello contro le ultime 8 in classifica non è accettabile visto l’obiettivo fissato. Il calendario, poi, favorisce il cammino del Messina offrendo scontri esterni alla portata e sfide dirette da affrontare solo tra le mura del San Filippo. A mancare, quindi, non sono gli ingredienti necessari. Dovranno, quindi, essere mostrate le capacità per trasformarli in risultati realisticamente di alta classifica. In stagione, i giallorossi, hanno trovato 3 risultati utili solo nella gestione Rando: Castrovillari, Marina di Ragusa, Marsala. Solo due volte sono arrivate 2 vittorie consecutive: con Rando contro Castrovillari e Marina appunto, e la doppietta zemaniana tra Corigliano e Biancavilla. Il momento delle rivendicazioni, quindi, sembra dover lasciare il campo alla realtà di un campo dove diventa necessario alzare la media punti sia interna: 6º posto con 22 punti in 10 gare, media di 2,2 a partita (tra cui la vittoria a tavolino con l’Acireale). E, soprattutto, quella esterna: 10º posto con 8 punti in 11 gare, media di 0,72 a partita. Chiosa finale: nelle ultime 5 partite (da Giugliano a Castrovillari) il Messina ha totalizzato solo 4 punti e 5 gol: realizzati tutti da Antonio Crucitti. Il capitano tocca quota 10 in stagione, calciatore dal quale il Messina dipende in maniera assoluta.

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