Corner Profile | Episodio II: Ibou Baldé, mio fratello che guardi il mondo

Pubblicato il 9 Dicembre 2021 in Storie

Primavera 1999, il 23 marzo. Data di nascita del rapper Quando Rondo, l’artista di “I remember” e del suo “on my avenue by myself”. Stesso giorno, a Girona in Spagna, nasce Ibou Baldé. Fratello di Keita, col destino nel pallone o col pallone nel destino. Nel suo cammino, da solo nel suo viale della vita.

LE ORIGINI – Genitori senegalesi e quarto di quattro figli. Muove, calcisticamente parlando, i suoi primi passi da prima punta, ma si sposta presto sull’esterno sinistro ispirandosi al fratello Keita. Ibou nato e cresciuto in Spagna nei settori giovanili di Espanyol e Barcelona, arriva in Italia grazie all’Arezzo che lo forma e successivamente lo cede nel 2015 alla Sampdoria per ben 215.000 euro. I blucerchiati lo tengono sotto contratto per 6 anni, prima di cederlo a titolo definitivo proprio al Messina. A Genova – nei vari scalini del settore giovanile – il fratello d’arte colleziona discreti numeri: 81 presenze, 32 gol e 12 assist. Uno score che faceva – e che fa – ben sperare. 

STORIA E FRATELLANZA – La rivalità fraterna è una delle questioni più ancestrali in assoluto, la storia ci offre svariati esempi: dai biblici Caino e Abele fino a Romolo e Remo. Karl Marx sosteneva che “la storia si ripete sempre due volte”, e Ibou fa parte di questo intreccio: fratello d’arte, dicevamo, di quel Keita oggi al Cagliari, ma esploso nella Lazio e passato da Monaco e Inter. Nel mondo del calcio, fortunatamente, il fratricidio non è mai arrivato. Anzi, la rivalità è diventata stimolo dando vita a coppie di fratelli famosi nel tempo. Franco e Beppe Baresi, il Pallone d’Oro Fabio Cannavaro e il più giovane Paolo. O Eden e Thorgan Hazard, fino agli ultimi noti Theo e Lucas Hernandez. Poi, ci sarebbe tutta la questione legata ai gemelli, forse ve la racconteremo un’altra volta.

IL SALTO – Primi passi tra i professionisti nel 2018, con la maglia della Vis Pesaro nel Girone B della Serie C. In panchina quel Leonardo Colucci oggi allenatore del Picerno, che tra qualche settimana tornerà a incrociarsi – da avversario – a Ibou. Non fortunato quell’incontro, perché coi marchigiani colleziona solo 860 minuti che non lo aiutano a crescere e migliorare. Nella seconda parte di stagione – da gennaio – le cose vanno anche peggio, perché un infortunio lo tiene fermo fino al termine del campionato. Un incubo. Torna alla Sampdoria, dove nel 2019/20 gioca con la fascia da capitano e torna a segnare e firmare assist per i compagni. La pandemia ferma presto la stagione, quella successiva è di nuovo tra i professionisti: Foggia. Come Pesaro, però, perché lo spazio è troppo poco. Pian piano, le soddisfazioni arrivano e nel marzo 2021 – il suo mese – arriva il primo gol tra i Pro con la rete firmata contro la Cavese. Un gol vittoria, uno di quelli che pesa. Come la doppietta nei playoff contro il Catania, o l’assist per Di Jenno nel derby col Bari. Un finale in crescendo, ma non basta. Perché il Foggia lo saluta, così Baldé torna in Liguria.

NUOVA TAPPA – Il rapporto con la Sampdoria finisce. Il 7 agosto diventa ufficialmente un calciatore del Messina, uno dei primi tasselli per i giallorossi dopo la promozione in Serie C. Un esordio in Coppa Italia – sul campo della Juve Stabia – che affascina, con sgroppate, dribbling e assist sulla corsia mancina. Arrivano anche i gol: su rigore nella prima giornata a Pagani, in mischia nel derby col Palermo. Una squadra – il Messina di Sullo – che trova risultati ondivaghi, con Baldé che si ferma presto. A Monopoli, terza giornata, un problema muscolare che, forse, continua a non dargli tregua ancora adesso. Tra terapie, rientri e ricadute. Ingredienti pessimi per migliorare, infatti Baldé perde smalto e continuità. Per un calciatore che strappa e salta l’uomo, infatti, non avere tutta la potenza muscolare possibile rappresenta un limite troppo grosso. Le difficoltà della squadra fanno il resto, con l’arrivo in panchina di Capuano che cambia il DNA, affidandosi a un atteggiamento meno offensivo. Meno chance, quindi, meno possibilità. Se non qualche contropiede o giocata estemporanea. Le qualità di Baldé restano evidenti, tanto che critica e tifoseria restano concordi nel credere che possa essere lo spagnolo ad accendere i giallorossi. Le carte in regola ci sono, forse è il tempo a diventare stretto, ma la Sicilia è terra di attaccanti. Lo dice il presente e il passato recente: con Lucca a Palermo e Moro a Catania, ma anche Adorante, suo compagno al Messina. Altri ruoli è chiaro, ma l’aria siciliana sembra far bene a chi ricerca reti e futuro.

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