Cosa ci ha insegnato Avellino-Messina

Pubblicato il 12 Febbraio 2024 in Primo Piano

Un’altra vittoria, altri tre punti che cambiano ancora le consapevolezza di un Messina che non vuole smettere di stupire. Gara di sostanza e personalità che difficilmente poteva essere fatta meglio. Ecco 5 considerazioni sul match del Partenio.


SQUADRA MATURA – Ogni settimana che passa conferma la non casualità dei successi del Messina, arrivati grazie al lavoro sul campo e sulla testa di ogni giocatore. I ragazzi di Modica si dimostrano una squadra matura che non pone limiti alle proprie prestazioni e che affronta ogni avversario con l’attenzione e il rispetto dovuto. Dopo il vantaggio era quasi scontato un atteggiamento ancor più arrembante dell’Avellino ma senza strafare e sfruttando le ripartenze i giallorossi hanno concesso davvero poco di concreto lasciando le briciole agli irpini. Ogni partita va interpretata nel modo giusto e domenica il Messina ha saputo soffrire contro una squadra sulla carta più forte, portando a casa tre punti pesantissimi meritatamente. 

QUANTITÀ – La mediana del Messina è un fattore determinante della vittoria al Partenio. Franco e Frisenna interpretano alla perfezione un ruolo che richiede meno qualità e molta quantità. Fanno da filtro davanti alla difesa e da sostegno alla manovra offensiva offrendo un appoggio quando necessario. In generale quando hanno la palla non si ha mai la sensazione che non sappiano cosa fare. Ogni passaggio e apertura è frutto di uno stile di gioco ben preciso che i due giallorossi hanno fatto loro. 

FUMA DA PAZZI – Che Ermanno sia un portiere fuori di testa non è una notizia ma è giusto sottolinearlo perché buona parte dei meriti per questa vittoria sono da attribuire a lui. Circa tre o quattro parate decisive che vanificano quelle poche volte che l’Avellino si è presentato davanti a Fumagalli. Ma la sua diapositiva della giornata é una “non parata”: un pallone vacante a pochi passi dall’area piccola pronto ad essere spinto in porta dagli irpini, letteralmente spazzato con i piedi da Ermanno che salva così il risultato. Tanto folle quanto geniale, aggettivi che si adattano perfettamente al portiere giallorosso. 

IN CRESCITA – Il campo chiama ancora e non c’è tempo per Dumbravanu di ripensare agli errori con la Virtus Francavilla. Pacciardi non ancora al meglio e nuova chance per il moldavo che però è apparso in crescita e determinato a migliorare ancora di più. La prestazione del neo giallorosso è notevole sotto l’aspetto tattico e caratteriale: non sbaglia nulla in quanto a posizionamento, sempre in linea con la difesa e ordinato nei movimenti; bravissimo nelle chiusure, la sua stazza lo aiuta ma sono apparse evidenti buone capacità di lettura sugli innumerevoli cross degli irpini alla ricerca di Patierno. Si concede uno svarione per via di un rimbalzo calcolato male ma nel complesso Modica si può dire soddisfatto della seconda presenza stagionale del classe 2001. 

LA MANO DI MODICA – I cambi nella ripresa sembrano quelli di un allenatore che si spaventa e si chiude in difesa, ma non è così. Dentro Civilleri e Firenze, fuori Lia e Plescia. Più sostanza a centrocampo, meno in attacco dove però faticano ad arrivare palloni a Plescia e meno spinta sulla fascia dove gli irpini premono con decisione per trovare il pari. Il risultato è una squadra più compatta che concede ancora meno di quanto fino a quel momento avesse concesso e che porta il risultato a casa quasi in scioltezza. I giocatori giusti al momento giusto che danno merito a Modica di aver compreso il momento della partita e averla vinta anche attraverso questa decisione. 

*foto copertina: Profilo ufficiale ACR Messina |ph. Francesco Saya

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