Latina-Messina, l’esigenza di muoversi

Pubblicato il 17 Marzo 2024 in Primo Piano

Eppur si muove. Il pari di Latina aggiunge un punto alla già ottima classifica di un Messina ancora in corsa per un posto nei playoff. Il destino nelle proprie mani visto uno scontro diretto in arrivo, un calendario solo in apparenza proibitivo e la serenità di aver raggiunto l’obiettivo stagionale.

SFRUTTATA L’OCCASIONE – Non il più grande spettacolo dopo il Big Bang, ma tantissima sostanza. La gara del Francioni non rimarrà negli annali di questa stagione visti due tempi molto tattici e poco intensi. Latina che spreca la chance di scavare un solco, Messina che si prende il punto buono per salvezza e corsa playoff. Due piccioni con un pareggio per la squadra di Giacomo Modica (voto 6), brava nell’andare oltre uno svantaggio arrivato per una distrazione generale dell’impianto difensivo. Frisenna, Polito e Manetta ultimi anelli di una catena che manca l’appuntamento col pallone, cosa che Mastroianni non fa per insaccare alle spalle di un Fumagalli che, da quel momento in poi, diverrà insuperabile. Azione e reazione, con la squadra di Fontana che dopo il vantaggio non accelera più lasciando al Messina la possibilità di tornare in gara. Più o meno, perché la prestazione generale è di lotta e poco altro. Modica deve incastrare i suoi under rinunciando a Ortisi e aprendo le porte a Luciani – viste anche le assenze di Plescia ed Emmausso -, una soluzione che azzoppa la manovra offensiva vista la prova trasparente del ragazzo. Giallorossi che si arenano sulla trequarti con la loro prima punta che non intraprende mai il percorso giusto. Al bivio sceglie sempre la via sbagliata. Per questo, allora, ci vuole una giocata singola. Marco Zunno è in un momento di forma in cui non potrebbe temere di affrontare un quarto di finale di Champions League, figuratevi la difesa traballante del Latina. Lo scambio con Giunta – arrivato non prima del solito dribbling che lascia sul posto gli avversari – porta al sinistro piazzato e imprendibile che vale il pari. Il pari serve da anestetico, però, perché diventa palese che la squadra di Modica non voglia ripetere quanto accaduto a Giugliano. Vincere sì, ma soprattutto non perdere. Così, il livello di attenzione sale ma ad abbassarsi è il baricentro generale. Gli attimi di impasse sono parecchi e il pericolo si presenta da palla inattiva – strepitoso Marino – e, poi, solo nel finale quando una spinta nervosa sembrava poter aiutare il Latina. Ci pensa Dumbravanu a mettere una pezza dove Polito aveva creato una voragine.

CONSAPEVOLEZZA – La cronaca del match non racconta molto altro, mentre la fase di analisi qualcosa da dire la offre. Le scelte di Modica sono tra l’obbligato – per le assenze – e il volontario. L’assetto con due centrali più rapidi come Polito e Manetta più Dumbravanu spostato a sinistra si era già visto a Brindisi. Una soluzione che convince sempre a metà, perché Polito fatica in alcune letture e nel gioco uno contro uno. Si impegna parecchio e lotta nei contrasti, ma è un’apparenza che non inganna perché gli svarioni sono più evidenti dell’applicazione totale. Dumbravanu, invece, è un esperimento interessante: il moldavo è giocatore tatticamente evoluto e con un mancino educato che torna sempre utile in fase di inizio azione. Chiaro, la versione titolare con Ortisi a sinistra e una coppia centrale più solida resta preferibile. L’assenza di Emmausso ha mandato in soffitta il 4-2-3-1, una scelta logica se non si dispone un’alternativa reale al numero 10 in quel ruolo. Firenze è considerato un centrocampista, così la conferma – dopo Benevento – del 4-3-3 pare logica. Bene Giunta nell’interpretazione, altra uscita positiva per confermare quanto la rosa sia più profonda di quello che si creda. La struttura del Messina, quindi, rappresenta il punto di forza di questa squadra: camaleontica e capace di adattarsi a vari stili, anche a seconda dell’avversario. A Latina la prestazione è di quelle che manifestano maturità oltre alla consapevolezza di non poter buttare via punti per presunzione. Modica dirige la sua squadra con un andamento moderato: quando tocca a Ragusa a uscire è Rosafio, mentre in difesa Zona – il quarto under per far scattare il minutaggio – subentra solo negli ultimi due minuti utili. Non vuol toccare l’equilibrio raggiunto, consapevole di aver rischiato più di quanto creato ma che il pareggio possa essere portato a casa grazie, anche, a una limitazione delle mosse dalla panchina. Funziona. Così, il Messina sale a quota 41 e mantiene il distacco dal Latina oltre a recuperare un punto a Giugliano e Cerignola. Il resto – Sorrento e Foggia – saranno impegnate domenica contro avversari come Taranto e Juve Stabia. Insomma, il calendario delle altre non è certamente dissimile da quello dei giallorossi. Anzi, quello del Messina non è così proibitivo come pare. Soprattutto, quello interno dove arriveranno in sequenza: Foggia – match assolutamente decisivo -, Monterosi e Potenza. Sono questi i tre jolly che il Messina dovrà pescare per assicurarsi un posto nei playoff. Sì, inutile usare sempre il bilancino: serviranno, infatti, 9 punti nelle ultime tre sfide interne per rafforzarsi come candidata principale per un posto nelle prime dieci.

Fumagalli 6,5
Non smette di volare. Strepitoso il riflesso su Marino nel primo tempo, poi gestisce la sua area con cattiveria e coraggio. Incolpevole sul gol.

Lia 6
Ordinato e poco aiutato in fase di non possesso, quando spinge trova un paio di volte il fondo. Si prende la responsabilità di avviare l’azione varie volte, ma i compagni – soprattutto Luciani – non leggono lo sviluppo come dovrebbero.

Polito 5,5
Partita di lotta con gli attaccanti avversari e i contrasti vinti non mancano. Troppe volte, però, si fa saltare con estrema facilità. Sulla rete laziale è in ritardo e troppo leggero.

Manetta 6
Anche lui non è perfetto nell’azione del gol di Mastroianni, poi prende le misure all’attacco laziale e diventa difficile da superare.

Dumbravanu 6,5
Torna a fare il terzino e gioca una buona partita. Bene il fase di impostazione, soffre poco le avanzate di Paganini. Miracoloso il salvataggio sul tentativo a botta sicura di Fabrizi.

Frisenna 6
Corre molto e cerca sempre di farsi trovare nel posto giusto, ma nella sua partita non ci sono spunti clamorosi.

Franco 6,5
Partita di grandissima intelligenza tattica. Sempre bravo nel leggere i movimenti avversari e duro nei contrasti. Quando va in difficoltà sa come cavarsela con l’esperienza.

Giunta 6
Ordinato, attento, pratico e senza fronzoli. Partita da calciatore utile, perfetto per il contesto di una partita complicata.

Rosafio 5,5
Non si accende mai, anche se prova a prendersi responsabilità importanti. Pare meno brillante di altri nel reparto offensivo.

Luciani 5
Chi l’ha visto? Fuori partita e mai capace di fare il movimento utile per i compagni e per sé stesso. Non attacca la profondità, non riesce a cucire il gioco e tocca, al massimo, cinque palloni. Tutti sbagliati.

Zunno 7
Peccato che abbia una sola vera chance. Momento di grazia che non si interrompe e altro gol che pare diventato un marchio di fabbrica. Avversario diretto saltato, porta che si spalanca e che sia destro o sinistro poco cambia: quando innesca il tiro per piazzare il pallone sul palo lungo non sbaglia mai.

Ragusa 6
Buon impatto sulla partita e tanta volontà di risvegliare il gioco offensivo. Peccato, per lui, che non lo segua nessuno.

Firenze 6
Dovrebbe mettere qualità, ma il momento è di difficoltà e capisce che il sacrificio è l’arma giusta.

Scafetta 5,5
Non impatta bene e si becca un giallo immediato, per il resto è ordinato nel tenere la posizione.

Signorile e Zona s.v.

LATINA Guadagno 6; De Santis 6, Marino 6,5, Cortinovis 5,5; Paganini 6, Di Livio 6 (dal 40′ s.t. Crecco s.v.), Riccardi 6, Mazzocco 5,5 (dal 13′ s.t D’Orazio 5,5), Ercolano 6,5; Mastroianni 7 (dal 31′ s.t. Fabrizi 6), Capanni 5 (dal 13′ s.t. Del Sole 5). All. Fontana 6

*foto copertina: Latina Calcio 1932 – Facebook ufficiale

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