Le voci di Messina-Latina: Modica, Fumagalli e Di Donato

Pubblicato il 12 Novembre 2023 in Sala Stampa

Terza sconfitta consecutiva in casa per un Messina che pare in una crisi che coinvolge tutte le parti in causa. La caduta contro il Latina scatena anche qualche polemica interna col tecnico Modica e il portiere Fumagalli che non usano mezze parole per definire alcuni atteggiamenti visti in campo.

NON PERDONO PIÙ NESSUNO – Prima le proprie responsabilità, poi non mancano le parole dure nei confronti della squadra. Giacomo Modica è conscio degli errori commessi, ma non sembra più incline nel provare a mettere un ombrello sopra le teste di chi – a suo avviso – non sta mettendo tutto il necessario: «In questo lavoro sei sempre in discussione, non è una novità. Noi allenatori siamo sempre con le valigie pronte, bisogna chiedere alla società. Sono subordinato ai risultati, ma svolgo il mio lavoro con impegno, lavoro e passione. Decide la società, io posso analizzare la partita. Stiamo subendo un’involuzione brutta, questa squadra ha perso il filo conduttore del gioco, poi determinati compiti vanno svolti a pieno. Per i primi 20’ siamo stati ordinati, sapevamo che la loro forza sono le ripartenze ma non siamo stati bravi. Abbiamo perso troppi palloni, alla fine l’errore tattico scappa. Dopo lo 0-1 è cresciuta la paura. Mi aspetto che questa squadra sappia reagire, perché le avversità fanno parte del gioco. Giocare così non ci sta, con sufficienza. Occorre avere un comportamento tecnico-tattico uguale a quello che facciamo in settimana. E poi, occorre fare una vita diversa fuori dal campo, non credo che la società possa accettare certi atteggiamenti. Ci sciogliamo come neve al sole alla prima difficoltà, abbiamo smarrito i concetti che ci dovrebbero contraddistinguere. Lo spirito di chi scende in campo deve essere forte. Chi è più forte deve trascinare, ma qui succede al contrario. Se continueremo insieme, e sono convinto sarà così, molte cose dovranno cambiare». Un fiume in piena che passa dal campo al fuori campo, con accenti precisi su una squadra che sembra aver perso la retta via: «Emmausso mi sta abituando a fare le peggiori cose. Diamo un nome e un cognome, mi prendo le colpe, ma ognuno deve prendersi le sue. Le scelte sono state fatte per motivi precisi: Manetta terzino doveva liberare Emmausso, ma la palla non usciva pulita e, allora, ho rimesso Polito sulla corsia con Manetta in mezzo. Abbiamo perso tanti palloni. Poi, sull’ennesima uscita sbagliata Frisenna ha speso il secondo giallo. Gli errori sono stati sempre gli stessi. Non mostriamo la cattiveria per rimettere le cose sul binario giusto. Ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità. Io rimango, deve cambiare l’atteggiamento di chi vuole continuare a lavorare con me. Non si guarda in faccia nessuno. Ho perdonato, ora non più. Ringrazio la gente presente e chiedo scusa per la prestazione. Fino a gennaio siamo questi, ma non ho problemi a giocare con sette under se dimostreranno di essere più calati nella parte. Non guardo in faccia nessuno. Per 7 partite siamo stati capaci di mostrare qualcosa di buono, se abbiamo smesso significa che dobbiamo correggere tutto, anche fuori dal campo».

SE QUALCUNO HA MOLLATO PUÒ ANDAR VIA – Durissimo Ermanno Fumagalli nell’analizzare la prestazione del Messina nella sconfitta contro il Latina. Sincero e schietto, parole chiare verso i compagni nella ricerca di un senso di responsabilità diverso: «Chiedo scusa a tutti i tifosi e alla società per la prestazione indecorosa. Dobbiamo solo star zitti e pedalare, parlare meno e fare i fatti in campo. Oggi mi vergogno e mi dispiace per la gente che sotto la pioggia ci supportava. Abbiamo toccato il fondo e dal fondo si risale, sennò non siamo uomini. Siamo stati in gara fino al gol, dopo il rosso a Frisenna siamo spariti. C’era solo il Latina. Non c’è stata la forza di reagire, questo mi dà fastidio. Nella vita se le prendi devi reagire, ci dobbiamo dare una svegliata. La squadra deve capire che giochiamo a Messina. Normale che ci sia preoccupazione, dobbiamo dare il 100% e non lo abbiamo fatto, ora si deve andare a 200%. Se c’è qualcuno che non ci crede può restare fuori. Bisogna tutelare il Messina. Durante la settimana lavoriamo bene, poi la domenica incappiamo in errori incredibili. Prendiamo gol con letture personali errate, non riusciamo a lavorare di reparto. Non bisogna pensare al proprio orticello, questo è l’errore. Non basta il compitino e se poi sbaglia un altro fare spallucce. Anche rimediare all’errore dell’altro serve, questo aspetto manca. Manca malizia, manca cattiveria agonistica. Non riusciamo a farle nostre, nonostante lavoriamo molto su questi aspetti. Nelle ultime partite sembra che le altre squadre abbiano capito come metterci in difficoltà. Il campionato corre veloce e dobbiamo capire alla svelta come reagire. Tra noi e il mister le cose funzionano, ce lo teniamo stretto. Non è questo il problema. Io parlo personalmente e voglio vedere una squadra che entra in campo con attributi diversi. Se qualcuno non se la sente a gennaio può andar via».

DI DONATO – Il tecnico dei laziali spiega la prestazione della sua squadra e rivela la sua soddisfazione per aver visto messo in pratica quanto preparato in settimana: «A fine gara è semplice dire che sia stata facile. Questo è un campo difficile, il Messina ha sempre giocato e ci aspettavamo una squadra tosta. Siamo stati bravi a fare quanto preparato, sfruttando le loro caratteristiche difensive. A prescindere dalle loro scelte siamo stati a interpretarla meglio. Abbiamo capito le uscite, ci siamo compattati e abbiamo meritato la vittoria. Siamo una squadra giovane, vogliamo migliorarci giorno dopo giorno. L’obiettivo è quello di essere sempre competitivi. Campionato equilibrato e duro».

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