Lupa Castelli-Messina, non è bello ciò che è bello

Pubblicato il 7 Marzo 2016 in Tattica

Il Messina di Raffaele Di Napoli visto a Rieti, contro una coraggiosa Lupa Castelli Romani, è semplicemente bellissimo. Stupendo e stupefacente nella sua prestazione. No, non ci stiamo sbagliando perché il Messina ha vinto. Lo ha detto Raffaele Di Napoli al termine della gara, nessuna critica sarebbe stata accettata perché alla fine il Messina ha vinto. Ed allora andiamo dietro al tecnico giallorosso, quando si vince la prestazione non si discute. Chiaro, se dovessimo essere coerenti allora dovremmo giudicare negativamente qualsiasi sconfitta, anche quelle ricche di episodi e magari arrivate dopo una bellissima prestazione. Il calcio è bello perché materia di discussione e come per il bello, piace ciò che piace. Al tifoso in fondo piace vincere, e chi se ne frega del bel gioco. Quello è la cornice degli esteti, l’importante è portare a casa il bottino. Agli allenatori dovrebbe interessare di più, sempre che nella loro testa ci sia l’opzione “bel gioco”. A tanti interessa il risultato, perché su quelli verrano giudicati e se c’è da alleggerire dell’aria pesante i tre punti sono graditi in qualsiasi modo essi arrivino. Prendiamo atto di tutto, il Messina di Rieti è stupendo e sarà bruttissimo dovesse perdere contro il Foggia a prescindere dalla prestazione. Non dovremmo neanche più discutere della gara, il Messina ha vinto inizino i caroselli. In qualche modo, però, dobbiamo riempire questo spazio ed allora piccola analisi su alcune bellissime azioni del Messina nella gara contro la Lupa Castelli.

CENTRALI NON CENTRALI – La formazione scelta da Raffaele Di Napoli stupisce. Esordio per Ionut sulla destra difensiva, il gol del rumeno trasforma in fortunata la decisione, in mezzo rimane fuori Burzigotti e De Vito torna a fare coppia con Martinelli. Che Andrea De Vito possa giocare in quella zona di campo è un conto, che sia adatto a farlo con la continuità delle ultime settimane è un altro discorso. Il ruolo è delicato, bisogna vedere il gioco e pensare prima dell’avversario, o addirittura leggere nel pensiero dello stesso. Siamo alla mezz’ora e la Lupa Castelli prova a pungere dopo aver solo subito. Roberti va in contrasto aereo con Martinelli, il pallone finisce a Maiorano che gioca verso il taglio di Morbidelli. Stoppiamo l’azione: in giallo vediamo come Martinelli rimanga tra il contrasto appena finito e il pallone, Roberti è pronto ad attaccare la profondità. Dietro rimane De Vito, il terzino adattato centrale vive l’enigma vista la copertura sulla profondità necessaria dopo l’uscita di Martinelli, e il movimento di Morbidelli (in rosso). Qui De Vito non è criticabile per l’incertezza, ma è la posizione troppo bassa il difetto. Un metro più in alto e le distanze sarebbero tali da fargli anticipare qualsiasi scelta di Maiorano. Il centrocampista laziale pesca Morbidelli che controlla e calcia, palla deviata e Messina salvo. In azzurro abbiamo evidenziato Ionut, il rumeno avrà anche segnato ma in questa occasione non aiuta i compagni. Rimane troppo largo lasciando il dubbio a De Vito, avesse stretto prima sul movimento di Roberti avrebbe lasciato “libero” De Vito di chiudere solo su Morbidelli.

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SCARDINA ESTERNO AL GIOCO – Altra sorpresa di formazione quella che vede Filippo Scardina in campo. Non tanto per la presenza dell’ex della partita, ma più che altro per la posizione che il mister sceglie per il centravanti romano: esterno sinistro. Chiarissimo che la posizione non dovesse essere quella di un esterno classico, non abbiamo bisogno di nessuna lezione per sapere che l’idea era quella di un tridente che non desse riferimenti con Gustavo libero e Scardina pronto ai tagli centrali. Sappiamo tutto, anche senza bisogno di guardare la partita. Anche perché dopo averla vista ed analizzata notiamo che Scardina, troppo spesso, finisce per fare proprio l’esterno sinistro. Non è possibile che il tecnico abbia chiesto ad un centravanti puro di adattarsi sulla fascia, più probabile che lo sviluppo della gara abbia costretto Scardina ad allargarsi. Inizio del secondo tempo, ecco che Scardina rimane periferico all’azione: Fornito è in possesso e aspetta la salita di Zanini, arriva lo scarico (freccia azzurra), il cross pescherà Tavares che però è in fuorigioco. Abbiamo bloccato l’immagine al momento del primo passaggio, analizziamo. Tavares (riquadro arancio) è già in fuorigioco, Scardina (cerchio rosso) si allarga uscendo dall’azione e Zanini fa partire un cross più per incertezza che altro. Clamoroso come Tavares rimanga in offside per tantissimi secondi, Scardina si apre tirandosi fuori dalle opzioni di passaggio e Zanini pensa più a togliersi il pallone dai piedi che altro. Non possiamo pensare che Di Napoli avesse in testa questo lavoro per Scardina, la scelta non può essere ricaduta su di lui senza pensarlo come soluzione tattica d’attacco al cuore dell’area.

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SQUADRA SPEZZATA – Il gol della vittoria del Messina arriverà nelle battute conclusive, di rischi i giallorossi ne corrono pochi anzi soltanto uno. Di Napoli ha tirato fuori Fornito (?) per inserire Barisic e passare ad un 4-2-4 con Scardina centrale (finalmente) in coppia con Tavares. Chiaro come la scelta serva per trovare la rete ma lasci spazio a qualche rischio. La Lupa Castelli recupera palla ed attacca dalla sinistra. La squadra di Palazzi si schiera con un chiusissimo 5-3-2 con De Gol e Carta esterni con pochissima licenza di attaccare. De Gol rompe gli indugi, sui suoi piedi la chance della partita: Carta chiede e ottiene lo scambio, Ionut troppo leggero su Maiorano che lancia il compagno, Martinelli arriva tardi sull’esterno mancino che alza la testa e pesca De Gol a rimorchio. In mezzo all’area De Vito guarda Morbidelli mentre Zanini ha stretto su Roberti, tutti perfetti tranne Barisic. Lo sloveno è nel cerchio azzurro, la sua attitudine è offensiva ma nel ruolo di esterno di dover correre all’indietro lo si deve mettere in conto. Barisic parte tardissimo rispetto a De Gol, non arriverà mai a coprire e solo l’imprecisione del terzino laziale salverà il Messina da un clamoroso e beffardo svantaggio.

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