Messina-Acireale, risultato bugiardo

Pubblicato il 19 Ottobre 2020 in Primo Piano

Che inganno il calcio. Lo scarto minimo con cui il Messina regola l’Acireale, infatti, sembrerebbe narrare una sfida tirata, equilibrata e che potrebbe lasciare spazio a interpretazioni figlie di sfaccettature. Il Messina, invece, domina. Molto più di quello che un 2-1 possa dire.

SUPERIORITÀ MENTALE – La squadra di Pagana la partita la perde al calcio d’inizio. Lo si capisce dalla rabbia che i ragazzi di Raffaele Novelli (voto 7,5) mettono nel primo e immediato pressing. I primi venti minuti sono martellanti e diventano esagerati per eccesso: il giusto premio arriva con la freddezza di un Foggia che si ritrova sui piedi il destro masticato di Cristiani. Un vantaggio minimo che dice troppo poco, perché i giallorossi schiacciano l’Acireale nella propria trequarti e – come animali affamati – cercano, incessanti, il modo di far male agli avversari. La scena la conquista Domenico Aliperta, chiarendo in maniera netta quanto sia pesata la sua assenza nelle prime tre giornate. Vede calcio, dirige i compagni e gioca di prima quando serve, ma sa saltare l’uomo e creare superiorità quando occorre. Ma la Serie D è categoria subdola e, allora, i limiti di un centrocampo delizioso risiedono nei cartellini gialli collezionati da tutto il trio mediano, e ci torneremo. La partita è accesa, dura e qualche entrata di troppo ci può anche stare. Questo, però, fa parte di un disegno di superiorità mentale che i giallorossi mostrano a un avversario forte, anzi, fortissimo. L’Acireale non esce ridimensionato, sarebbe offensivo per la prova del Messina sminuire il valore dei granata. Il Messina vince una grande partita, la vince contro una grande squadra.

LA PESANTEZZA DI FOGGIA – I quasi cento minuti di gioco raccontano tante piccole storie, messe insieme dicono tantissimo. Si parte dalla scelta di un centrocampo over dove, però, arriva l’esordio da titolare di Cristiani. Ecco la mossa di Novelli: mediana di altissima qualità, la presenza di Aliperta mista al dinamismo tecnico di Vacca e Aliperta basta e avanza per dare copertura alla difesa. È in zona offensiva, però, che il Messina diventa devastante: Foggia gioca una partita di una completezza spaventosa. Cuce la distanza tra attacco e centrocampo, si apre quando c’è da lasciare lo spazio ai tagli di Bollino o l’inserimenti delle mezze ali. Torna indietro per picchiare ed essere picchiato, sa dare la profondità e calcia in porta. Ecco, gli attaccanti – anzi, i centravanti – calciano in porta. Segna il gol del vantaggio, si prende il rigore – dopo delizioso tacco di Vacca – da attaccante che ne ha viste tante ed è leader quando, con un sorriso, affida il pallone a Bollino per il penalty.

LA DUREZZA – Avevamo accennato dei gialli presi dai tre centrocampisti, e tutti nel primo tempo. Ci torniamo per un’analisi doppia: la giusta durezza e l’ingenuità. Perché quando Aliperta e soci, nel primo tempo, sono costretti a spendere il giallo lo fanno con cognizione di causa. Sono calati nella sfida, capiscono che contro questo Acireale il fioretto non basta. Vacca rischia il rosso, anzi lo avrebbe meritato, nel finale di tempo ma l’arbitro lo grazia. Non può farlo con Aliperta: il peccato più grosso è per il ragazzo, che gioca una partita superlativa ma quando Souare scappa via, lui, si fa ingannare dall’istinto. Un errore veniale, ma il giallo è giusto e alla fine accettato dallo stesso Aliperta. Un rischio, però, calcolato perché in tutte e quattro le uscite stagionali il Messina ha dimostrato di sapere quando e come bisogna alzare il livello dell’intensità agonistica. Una grande squadra passa anche da queste cose: nulla è lasciato al caso, e un centrocampo che brilla per talento mostra, poi, grande capacità di sacrificio e lotta. Se contro Biancavilla e Rotonda questo era servito per supplire a un calo di energie, contro l’Acireale è arma tattica. I granata giocano sotto le proprie qualità, il merito è del Messina che soffre solo la lucidità in regia di Saro Bucolo. Non punge mai Sparacello, con Lomasto che giganteggia e Rizzo piace, solo, grazie alla sua immensa tecnica.

IL TECNICO – Pagana perde la sfida con Novelli: sceglie un centrocampo a tre che va sotto contro quello giallorosso. Davanti Savanarola e Rizzo non sono alla stessa pagina: il capitano si muove ma è fumoso, l’argentino è coinvolto in maniera sporca e non gli viene mai regalata una seconda palla da Sparacello. In generale l’Acireale appare fin troppo lezioso in alcune giocate offensive, cosa che produce le piccole ma decisive differenze. Il tecnico del Messina vede, finalmente, la sua squadra crescere dal punto di vista della convinzione e le giocate sono sotto gli occhi di tutti. Il suo 4-3-3 è una macchina quasi perfetta, soprattutto sulla parte destra dove Bollino e Cristiani duettano di prima e trovano in Cascione uno sfogo puntuale. A sinistra Cretella vorrebbe spaccare il mondo, è giovane e si farà. Le prestazioni dei singoli sono collegate a quanto preparato dal tecnico: squadra sempre corta, attenta nelle scalate e che sa sempre cosa fare quando costruisce. Qualcuno storce il naso per cambi in ritardo e ammoniti lasciati in campo, ma Novelli il rischio lo calcola anche stavolta. Primo: perché l’Acireale soffre da morire l’impianto giallorosso. Secondo: perché il famoso secondo giallo di Aliperta, alla fine, è estemporaneo e non frutto di debito di ossigeno o reiterazione. Non è questo il Messina definitivo, e sarebbe anche grave dato che manca ancora tanto. Se il risultato è bugiardo, infatti, lo è anche per colpa di una squadra a cui manca quel pizzico di cinismo in più in fase di finalizzazione. Da Cittanova all’Acireale, però, la crescita è evidente oltre che esponenziale. I meriti di Novelli sono questi, come la sua fortuna – paradossalmente – è stato un calendario difficile che ha stimolato il gruppo a fare – da subito – maledettamente sul serio.

Lai 6: è bravo a dare sicurezza e attento quando chiamato in causa.

Cascione 6: spinge con buona continuità diventando opzione utile per i compagni, in fase difensiva prova a essere più ordinato possibile nonostante clienti scomodi. (dal 37′ s.t. Mazzone sv)

Lomasto 7: si incolla a Sparacello e ne spegne le intenzioni. Bravo in anticipo, puntuale di testa e quando non ci arriva ci pensa il mestiere. Leader emotivo.

Sabatino 6: soffre più del compagno di reparto la marcatura a uomo, ma è sempre preciso in costruzione e non si fa mai prendere dal panico.

Giofrè 6,5: un paio di letture con chiusure decisive, quando accompagna la manovra è sempre un potenziale pericolo. (dal 43′ s.t. Izzo sv)

Cristiani 7: un giallo che arriva troppo presto, poi è bravo a gestirsi in fase di non possesso e regala quantità enormi in fase di costruzione e assistenza. (dal 36′ s.t. Lavrendi 6: ci mette esperienza in una fase rovente)

Aliperta 7: meriterebbe anche di più, ma il cartellino rosso arriva in maniera troppo ingenua per un calciatore della sua intelligenza tattica. Domina fisicamente, tecnicamente è di categoria superiore, ma è la visione completa di quello che accade e sta per accadere in campo a colpire.

Vacca 7: intenso, cattivo quando serve e attaccante aggiunto. Una delizia il tacco che porta al fallo da rigore. Avrebbe la palla del 3-0 ma non ci arriva per un pelo.

Bollino 7,5: non riesce a sprecare mai un pallone, anche volendolo fare di proposito non ci riuscirebbe. Dal suo mancino nasce, sempre, qualcosa di utile. Vuole tirare il rigore, non lo sbaglia e diventa il marcatore decisivo. (dal 45′ s.t. Boskovic 6: gioca solo il recupero, ma piazza due chiusure vitali)

Foggia 8: il gol – come a Cittanova – è la cosa meno interessante. Gioca una partita di legatura dei reparti, costruzione, riferimento e fase di pressing che non può essere raccontata in poche righe. Freddissimo nel gol, furbissimo nel procurarsi il rigore. Lucido quando vede negli occhi di Bollino il tiratore ideale per un penalty tanto pesante.

Cretella 6: troppo frenetico, bocciarlo sarebbe ingiusto ma nel secondo tempo si divora una grandissima occasione arrivata dopo una bellissima trama sull’asse Cristiani-Cascione. (dal 27′ s.t. Crisci 6: entra bene in gara, prova a dare freschezza e forza)

ACIREALE Ruggiero 6; Cannino 5,5, Silvestri 5,5, Bertolo 6 (dal 32′ De Felice 6,5), Mauceri 5; Buffa 6, Bucolo 7, Ott Vale 6 (dal 20′ s.t. Souare 6); Savanarola 5,5; Rizzo 6,5, Sparacello 5,5. All. Pagana 5,5.

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