Messina-Giulianova, la strana storia dell’assalto alla vittoria

Pubblicato il 2 Aprile 2019 in Primo Piano

Finalmente si gioca. La serata che qualcuno vuol trasformare in un evento, che in realtà rappresenta la minima opportunità di strappare un sorriso a una tifoseria delusa da mesi di anonimato misto alla paura di vedere la propria squadra impelagata nella lotta per evitare l’Eccellenza.

NON FARE CALCOLI – Il pareggio dell’andata non mette al sicuro nulla, il Messina non potrà permettersi troppi conti dato che un gol del Giulianova (o Real Giulianova, così da rendere tutto ancora più epico) aprirebbe le porte a una serata di problemi e fatica. La squadra di Oberdan Biagioni ha dimostrato, nei mesi scorsi, di avere buone capacità difensive riuscendo ad arroccarsi con ordine. Sarebbe un errore, però, pensare a una gara difensiva: le grosse difficoltà in zona gol diventerebbero una montagna impossibile da scalare in caso di rimonta necessaria; per questi motivi l’obiettivo dei giallorossi dovrà essere quello di chiudere la sfida presto e senza lasciare spazio a reazioni. Il Giulianova è avversario di carattere, nulla che però non possa essere archiviato con una prestazione decisa. Non si può chiedere qualcosa di diverso, anche perché le pessime uscite in campionato sono state (senza convincere nessuno) giustificate col peso e l’importanza della sfida del 3 aprile; eccoci arrivati all’appuntamento.

LA TESTA, IL GIOCO – Gara da affrontare e vincere con intelligenza e organizzazione: se sulla prima si può sperare nella prova dei ragazzi, per la seconda si spera in uno slancio del tecnico. La banalità con cui Biagioni ha mutato il suo Messina tra campionato e coppa non inganna più nessuno, soprattutto di fronte all’evidenza di come siano i calciatori a decidere del proprio destino. Un Messina corto e compatto, squadra convinta nel voler aggredire e non farsi schiacciare; a questi livelli la maturità per gestire potrebbe mancare in troppi protagonisti, meglio quindi pressare forte ma con intelligenza e senza strafare. L’avversario andrà lasciato all’inerzia dei ritmi imposti, in caso contrario la beffa potrebbe suonare alla porta in qualsiasi momento della sfida, e potrebbe non esserci più tempo per rimettere in piedi la qualificazione alla finale di Firenze.

IL CAMPO – Domenica di quasi riposo per Traditi: le pessime prove di Selvaggio e Bossa hanno costretto Biagioni a chiedere una mezz’ora al calciatore che, al momento, rappresenta l’esempio di tranquillità e applicazione, nonostante i limiti tecnici mostrati. Dalla sua prestazione, e da quelle dei leader Zappalà e Catalano, passerà la gara. Scontato il ritorno al 4-3-3 con Amadio e Bossa in campo per la regola degli under, anche se un eventuale forfait di Ferrante, e il conseguente inserimento di Ba, potrebbe aprire le porte della titolarità a un Selvaggio apparso più sul pezzo di Bossa. In avanti Cocimano si prenderà l’onere del ruolo di riferimento, da lodare l’applicazione anche se un raggio d’azione più ampio ne fanno, certamente, un calciatore più utile. Non sarà una partita di cuore e lotta, non servirà nulla di quella retorica greve che accompagna queste gare. Sarà una partita da giocare con furbizia e personalità, il Messina ci arriva con un minimo vantaggio che dovrà, però, dimenticare per non commettere il peccato di presunzione. Non si scriverà la storia, non si abusi delle parole quando si fa calcio di questo livello: è questo il vero rispetto verso chi continua a esserci, nonostante tutto.

MESSINA (4-3-3) Lourencon; Biondi, Zappalà, Ferrante, Barbera; Amadio, Traditi, Bossa; Catalano, Cocimano, Arcidiacono. All. Biagioni

REAL GIULIANOVA (4-3-3) Pagliarini; Del Grosso, De Fabritiis, Fuschi, Antonelli; Lenart, Napolano, Gori; Fazzini, Tozzi Borsoi, Barlafante. All. Bolzan

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