Messina: niente drammi, ma indizi da non trascurare

Pubblicato il 27 Ottobre 2020 in Primo Piano

Una sconfitta, quella contro l’Fc, che fa male essenzialmente sul versante dell’orgoglio. Già pochi minuti dopo il triplice fischio, infatti, Novelli è stato pronto a evidenziare come la prestazione dei suoi sia stata adeguata e che il percorso di crescita ha fatto registrare un passo avanti.

LA GUIDA – Speriamo che anche i vertici societari abbiano incassato senza troppe conseguenze ed evitino i colpi di testa del passato. D’altronde, con alle spalle il doppio ostacolo Acireale-Fc, adesso il calendario propone una serie di appuntamenti grazie ai quali il Messina potrà recuperare in fretta la battuta d’arresto. Senza volere cancellare quanto di buono visto nelle ultime settimane, tuttavia, la gara contro l’Fc ha fatto emergere una serie di indizi da non trascurare. La prima e più facile analisi rimanda all’assenza di Aliperta. Indubbiamente l’assenza del “timoniere” titolare non è cosa da poco, non perché Lavrendi non sia giocatore all’altezza di una squadra di vertice, ma perché le caratteristiche dei due sono diverse. Tuttavia, c’è un altro fattore che – a nostro avviso – può risultare determinante per spiegare come il Messina abbia nuovamente palesato grandi difficoltà in fase realizzativa. Sembra paradossale, ma rispetto a sette giorni prima la presenza di Arcidiacono potrebbe avere inciso proprio sulla concretezza in fase d’attacco.

ALTERNATIVE – “Biccio” è, chiaramente, un valore aggiunto per questa squadra. La sua presenza, però, ha finito – e lo stesso era accaduto anche nelle prime tre giornate – per catalizzare il gioco sull’out di sinistra. Non è un caso se Bollino e Foggia, rispetto a quanto visto contro l’Acireale, apparissero trasformati (in peggio). Anche Giofrè, sulla stessa fascia di Arcidiacono, ha patito molto più che in altre occasioni, non riuscendo in diversi momenti della gara a trovare il giusto equilibrio tra spinta e copertura. Nella fase cruciale della partita, il Messina si è addirittura intestardito sullo schema “palla a Biccio e vediamo che succede”. Anche nei minuti finali, quando Novelli si è giocato la carta disperata del doppio centravanti, invece del lancio lungo in avanti ci si è ostinati a cercare Arcidiacono in zona decentrata. Dal canto suo, il capitano non è apparso ispirato come in altre occasioni. A fine primo tempo ha sprecato un’occasionissima (proprio da quella zolla, invece, era stato decisivo contro il Biancavilla) e, nella ripresa, è andato spesso a sbattere contro il muro di maglie azzurre. A tal punto che, quando è entrato Addessi, non sarebbe stato blasfemo pensare a un avvicendamento proprio con “Biccio”. Un punto di forza di questa rosa è rappresentato dalla panchina lunga, che implica la possibilità di non dovere dipendere dai singoli e, ove lo sviluppo della partita lo richieda, di rimescolare in fretta le carte. Da questo punto di vista, occorre fare tesoro della sconfitta contro l’Fc, senza troppe angosce, ma anche senza trascurare quelle difficoltà in fase realizzativa che vanno superate in fretta.

*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer

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