Messina-Picerno, abbiamo smesso di parlare e iniziato a correre

Pubblicato il 26 Febbraio 2024 in Primo Piano

Due volti per due Messina completamente diversi tra loro. La squadra di Modica gioca un pessimo primo tempo contro un Picerno che pare insormontabile, poi un cambio tattico e uno – ancora più importante – di atteggiamento rendono i giallorossi travolgenti. E Zunno regala meraviglia.

ASSENTI DAL CAMPO – La frase che forma il titolo la regala Ermanno Fumagalli nella sua conferenza stampa post partita. Il portiere giallorosso – premiato per il suo record di presenza in Serie C (superata quota 700) – non usa mezzi termini per descrivere la differenza tra primo e secondo tempo dei suoi compagni. Basterebbe questo, perché racconta in maniera plastica cosa sia cambiato nella testa di Emmausso e compagni. Sì, un po’ riduttivo se si vuol fare una piccola analisi anche tattica, ma vero che nella prima frazione erano troppe le braccia allargate a cui seguivano dibattiti tra compagni e anche con l’allenatore. Non funzionava nulla per il Messina, col Picerno che sembrava in grado di poter fare il bello e il cattivo tempo. Pure peggiore di quello che si stava abbattendo al San Filippo. Le scelte iniziali di Giacomo Modica (voto 6,5) non convincono, perché la rinuncia a Marco Manetta fa presentare una coppia che non sembra poter reggere l’urto di Murano e Santarcangelo. Nessuno dei due guida la linea, così l’attacco di Longo domina dentro l’area di rigore. Polito soffre i movimenti di Murano e si fa travolgere anche dal punto di vista fisico; Dumbravanu è responsabile su entrambi i gol non tanto per atteggiamento ma per la facilità con cui viene tagliato fuori dall’azione. Sul primo inciampa e finisce sulle ginocchia, sul secondo basta un quasi blocco di Allegretto. Male entrambi, con Polito che non cresce neanche quando il Messina muta. Lui, infatti, gioca una ripresa impantanata nelle pozzanghere in cui rischia di lasciare palloni avvelenati. Il primo tempo è una sofferenza totale, perché Firenze non è in partita e manca nelle due fasi. Per Luciani vale lo stesso discorso: la caviglia malconcia di Plescia gli apre le porte della titolarità, ma lui buca l’appuntamento e la rete mancata nella sfida con Merelli è l’ultimo dei suoi problemi. Mancano le letture tattiche giuste, la capacità di invogliare Gilli e Allegretto a rompere la linea e andare fuori zona. Luciani, in buona sostanza, è un attaccante innocuo. Il massimo per una difesa iper fisica come quella del Picerno. In sede di presentazione avevamo scritto della possibilità di schierare Zunno come prima punta, non per giocare a fare gli allenatori ma era pensiero che sorgeva dopo aver analizzato lo storico delle scelte di Modica. Il numero 11, infatti, è l’uomo tattico per eccellenza nell’attacco giallorosso. Poteva starci, proprio per togliere riferimenti e per far uscire dalla comfort zone i centrali lucani. Succederà, in un secondo tempo che non pare essere continuazione naturale del primo.

PRESENTI, ANZI PRESENTISSIMI – Nello spogliatoio qualcosa sarà accaduto. Dal punto di vista tattico il Messina cambia: Frisenna prende il posto di Firenze e rimette intensità alla mediana, liberando Franco dal doversi sdoppiare. Ragusa entra per Luciani con Zunno che, appunto, trasloca in mezzo. Il Picerno inizia a capirci molto poco, anche perché l’aver perso Gallo nel primo tempo ha tolto il faro in mezzo al campo. Il Messina alza la linea e si prende la mediana con Frisenna che è ovunque e Franco che respira e fa respirare. Ragusa cambia il volto di questa squadra con una grandissima applicazione di tipo tattico e per atteggiamento. Rincorre quando deve, poi è instancabile nei tagli centrali. Ecco, il quartetto offensivo si spazia in maniera diversa e Gilli più Allegretto vanno in difficoltà. Zunno si muove a mezza luna dal centro verso l’esterno, così Emmausso si allunga e Ragusa taglia dentro. Ora, è il Picerno che deve rincorrere. Rosafio si ritaglia una parte di campo dove fintare e rientrare per pennellare, il suo cross premia l’illuminante taglio di Ragusa che schiaccia di testa. Merelli respinge, poi ancora Ragusa ma Emmausso fa cancellare tutto. Episodio che sarebbe di scuola VAR se solo ci fosse. Tipico protocollo da applicare con on field review per far decidere all’arbitro se quella di Emmausso sia oppure no un’interferenza. Regolamento alla mano pare esserlo, così la rete viene annullata. Cambia poco, perché il Messina spinge e martella. Il vento dello Stretto aiuta ingannando Merelli e Novella che si fanno prendere in giro dagli elementi della natura aprendo la porta a Emmausso. Gran volée e punteggio accorciato. Ormai il piano tattico è evidente: Messina avvolgente e che cerca superiorità a destra, Picerno che non riesce più a tenere in alto il pallone. Murano e Santarcangelo spariscono dal campo, coi lucani che soffrono pure una serie infinita di assenze. Longo, poco incline alle giustificazioni, le cita a bassa voce nel post gara, ma la corsa promozione del Picerno è influenzata da una lunga lista di infortuni. Chi subentra, quindi, non è all’altezza di chi c’era e di quello che il Messina sta proponendo. Nella testa dei giallorossi è cambiato tutto, come dice Fumagalli: “Si corre e non si parla più”. La rete di Zunno è meraviglioso nell’esecuzione finale, ma spettacolare per la costruzione. La squadra di Modica alza il baricentro, muove i suoi giocatori e la sovrapposizione per trovare un cross dal fondo arriva da un mediano: Frisenna. Area piena zeppa di maglie giallorosse, poi Zunno fa vincere l’istinto e sforbicia. Rete che non si vede spesso e che resterà nella memoria della carriera di un ragazzo che rappresenta, con la sua crescita, rappresenta tutto il lavoro di Modica. Ne avevamo già scritto, ma Zunno è il manifesto di quanto abbia inciso il tecnico. Giocatore fumoso e dalla scelta sempre sbagliata, spesso ripreso dal suo allenatore proprio per questo. Il lavoro, soprattutto mentale, gli ha fatto limare i difetti e comprendere il potenziale. Quando ha la palla è sempre utile, sa cosa fare e come farlo. I compagni gli affidano più responsabilità e la sua presenza è diventa fondamentale al pari di quella di Emmausso e Rosafio. Un punto che pesa parecchio e che allontana la zona playout in maniera, probabilmente, definitiva. Non tanto in quintultimo posto ma sempre il penultimo e, perché no, anche il terzultimo. Messina che resta vicino alla zona playoff, ora atteso da una settimana che dirà tantissimo. Trasferta di Brindisi sabato, in casa col Crotone mercoledì e viaggio a Benevento domenica. La prima è quella che conta perché metterebbe la parola “fine” sul guardarsi alle spalle e farebbe puntare il mirino in alto. In più, darebbe modo di affrontare con meno pressione due difficilissimo scontri. Se questa squadra, invece di parlare (cit.), saprà sempre correre e giocare (soprattutto) non dovrà, comunque, temere nessuno.

Fumagalli 6,5
L’unico per cui non vale il discorso della prestazione dalla doppia faccia. Lui c’è sin dall’inizio della partita e tira fuori un paio di castagne roventi. Sui gol non può nulla.

Lia 5,5
Soffre tantissimo la catena Guerra-D’Agostino e perde presto le misure per metterci una toppa. Spinge con buona applicazione e continuità, ma pecca sempre in fase di cross. Nella ripresa cresce e aiuta Rosafio a costruire pericoli.

Polito 5
La prestazione generale è negativa e il secondo tempo non lo aiuta a raggiungere la sufficienza. Sulla prima rete si fa sovrastare da Murano, di cui soffre la fisicità e le giocate per tutto il tempo. Nella ripresa è meno sotto pressione ma si mette nei guai da solo con un paio di scivoloni e palloni impantanati.

Dumbravanu 5
Male su entrambe le reti: sulla prima Santarcangelo lo brucia, sulla seconda si fa fermare da un mezzo blocco di Allegretto e perde la marcatura. Nella ripresa è più preciso ma gli errori pesano.

Ortisi 5,5
Soffre come tutti in un primo tempo in cui fatica a leggere i movimenti senza palla di Albertini e Santarcangelo. Poi, cresce anche in personalità e non perde più alcun duello.

Franco 7
Primo tempo dove fatica a trovare la misura e le distanze, nella ripresa si prende la mediana e domina sia in fase di recupero palla che nella gestione. Carattere puro.

Firenze 5
Non entra mai in partita. Gioca solo un tempo e non incide mai. Fatica troppo nel farsi trovare per dettare i tempi di gioco e si fa travolgere dalla fisicità avversaria. Spento.

Rosafio 6,5
Nel primo tempo gioca tanti palloni ma quasi mai senza concretezza. Nella ripresa la crescita è soprattutto caratteriale e dai suoi piedi piovono palloni sempre pericolosi.

Emmausso 7
Il campo non lo aiuta, ma la vera difficoltà e la densità centrale del Picerno che lo esclude dal gioco. Quando riesce a trovare spazio dipinge un filtrante che Luciani spreca. Nella ripresa si muove tatticamente in modo perfetto, poi firma la rete che riapre tutto con una bellissima volée mancina.

Zunno 7,5
Spettacolo. È il giocatore più decisivo del girone di ritorno e lo dimostra la quantità di palloni che i compagni gli affidano. Nel primo tempo prova a creare superiorità ma fallisce. Nella ripresa si sposta nel ruolo di centravanti e fa impazzire i centrali avversari con movimenti continui. Poi, vede quel pallone volare nel modo giusto per essere colpito con una rovesciata perfetta. Bem!

Luciani 4,5
L’errore a tu per tu con Merelli è grave, ma non è la cosa peggiore della sua partita. Fatica troppo a essere un fattore utile dal punto di vista tattico, con i centrali lucani che non vanno mai in difficoltà e lo tagliano fuori dal gioco. Dovrebbe muoversi diversamente per muovere e rompere la linea avversaria, invece finisce sempre nella terra di nessuno.

Ragusa 7,5
Che impatto. Il capitano prende per mano la squadra e gioca un tempo di altissima intensità e qualità. Corre sempre, pressa qualsiasi cosa si muova e rincorre. Molto più incisivo in zona offensiva grazie a una convinzione mentale diversa. Trova anche il gol, ma l’interferenza di Emmausso fa annullare tutto.

Frisenna 7
Mette in campo tutto quello di cui la mediana giallorossa aveva bisogno: intensità nel pressing e cattiveria nei contrasti. In più ci aggiunge la solita qualità palla al piede ed è lui a pennellare il cross per la rovesciata del pari.

Salvo 6
Entra in momento di grande tensione e pressione e torna subito in ritmo partita dopo tre turni di stop. Un paio di palloni sono giocati con troppa fretta, poi mette grande applicazione nell’appoggiare la manovra offensiva.

Scafetta e Plescia s.v.

PICERNO Merelli 4,5; Pagliai 6 (dal 21′ s.t. Novella 4,5), Gilli 6, Allegretto 6, Guerra 6; Pitarresi 6,5, Gallo 6,5 (dal 37′ p.t. Ciko 5,5); Albertini 5,5, Santarcangelo 7,5 (dal 40′ s.t. Petito s.v.), D’Agostino 6,5 (dal 1′ s.t. Graziani 5,5); Murano 6. All. Longo 6,5

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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