Messina, un pari inutile: a Foggia servirà vincere

Pubblicato il 10 Maggio 2025 in Primo Piano

Zero a zero. Messina che non passa contro un Foggia che si fa preferire per atteggiamento e carattere. La squadra di Gatto appare contratta e la fatica nel costruire occasioni pericolose ne è la riprova. Krapikas tira fuori un mezzo miracolo su Sarr e il risultato non cambia. Al ritorno i giallorossi possono solo vincere.

IMPAURITI – La sorpresa per la panchina di Emmausso passa presto, nell’esatto momento in cui il Foggia rivela la sua natura tattica: confermata la difesa a tre, ma Gentile spariglia con Felicioli che si adatta a terzo di sinistra mentre Salines e Zunno occupano il ruolo di esterni. Touho e Sarr fanno coppia in avanti, con primo compito quello di fermare la costruzione di Gelli e Dumbravanu. Messina con lo schieramento annunciato e classico, cominciare dalla questione tattica è quasi un obbligo perché la prima parte di match è una vera e propria partita a scacchi. Gentile vuole i suoi uomo su uomo a tutto campo, con un’intensità che mette in difficoltà un Messina che parte, in tutta onestà, fin troppo contratto. Banali le scelte offensive col pallone lungo a cercare Luciani che diventa scarico facilmente leggibile. Risultato: zero palloni toccati dal centravanti giallorosso. Foggia che tiene pallino e ritmo, anche se dalle parti di Krapikas arriva pochissimo. Sarr non trova il pallone su servizio di Touho, ma solo il contatto col lituano: giallo. I primi venti minuti sono di difficoltà per il Messina e continuano col destro alto di Tascone. Occorre variare sul tema, così si limitano gli affondi a destra per cercare spunti sulla corsia Haveri-Tordini. Un po’ fumosi e anche quando il pallone diventa pericoloso ci pensa Perina a mettere i guantoni. Legatissimo il Messina, ma sciogliersi è obbligatorio e serve un pizzico di personalità. Alla chiamata risponde Crimi: prima destro al volo dal limite che si apre troppo, poi spaccata sul secondo palo – su servizio di Lia – senza, però, incontrare il pallone. Non è la partita che ci si sarebbe aspettati dal Messina, e neanche dal Foggia visto che la squadra di Gentile non specula. Nemmeno un minuto di pura gestione, sempre propositivi e verticali. Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma la strategia di fondo non è per nulla quella di puntare al pari a tutti i costi. Finale di tempo senza variazioni sul tema. Intervallo. Tempo di confronti.

BLOCCATI – Si recita a braccio, come avevamo detto in fase di presentazione, e non può essere sorprendente. Il Foggia non perde la sua volontà di difendersi col pallone tra i piedi e di andare velocemente in verticale. Messina che, però, mostra maggior coraggio rispetto a un primo tempo legatissimo. Che non basta, perché gli errori tecnici sono troppi e la manovra si arresta. Lia e Garofalo non trovano l’intesa, Tordini sbaglia tutte le scelte e per Luciani il pomeriggio resta da zero palloni toccati. Complicata la sua partita, perché Parodi lo prende a uomo con fisicità ma soprattutto i compagni lo servono poco e malissimo. Gatto prova a cambiare con Dell’Aquila per Petrucci, in aperta necessità di trovare qualcuno che crei superiorità. Gentile non traballa, la preparazione sta funzionando e Zunno può fare il primo pressing e Felicioli completare l’opera. Evidente che il tecnico dei foggiani non voglia concedere chance sulla corsia destra giallorossa. Dell’Aquila entra con personalità e la dimostrazione arriva dal fatto che i due squilli che firma arrivano da due colpi di testa. Non proprio il marchio di fabbrica. Fuori Touho, dentro Emmausso. L’ex fischiatissimo entra bene in partita e ispira Gala che sfonda su Haveri, cross forte a ridosso della porta dove Sarr colpisce come può da zero metri e Krapikas firma il miracolo con una mano nel posto giusto al momento giusto. Le gambe cominciano a pesare, Gentile si gioca tre cambi con Mazzocco e Kiyine a ridare linfa a una mediana, comunque, brillante. La risposta di Gatto sarà Costantino, ma prima arriva la vera grande chance per i giallorossi: Kiyine perde un pallone sanguinoso, Dell’Aquila strappa in mezzo e serve Luciani – liberato sulla destra: controllo non perfetto e destro masticato sul fondo. Clamorosa occasione dato che il numero 18 era riuscito a fuggire dalla marcatura di Parodi per trovarsi a tu per tu con Perina. È tempo di Costantino, fuori Tordini e si passa a un 4-2-4 con Dell’Aquila e Garofalo esterni. Match che diventa più nervoso, i minuti sono pochi e la tensione si manifesta anche per un Foggia vicino al portare allo Zaccheria la chance del doppio risultato. Chiarella per Garofalo è l’ultima preghiera di Gatto. Inascoltata. Finisce così. Uno zero a zero che non è utile al Messina e non ci sono conti complicati da fare: sabato prossimo la salvezza arriverà solo in caso di vittoria.

MESSINA – FOGGIA 0-0

MESSINA (4-3-3) Krapikas; Lia, Gelli, Dumbravanu, Haveri; Petrucci (dal 15′ s.t. Dell’Aquila), Buchel, Crimi; Garofalo (dal 42′ s.t. Chiarella), Luciani, Tordini (dal 34′ s.t. Costantino). (Meli, Ingrosso, De Sena, Marino, Mameli, Pedicillo, Vicario, Anzelmo, Morichelli). All. Gatto

FOGGIA (3-5-2) Perina; Dutu, Parodi, Felicioli; Salines (dal 31′ s.t. Silvestro), Tascone, Pazienza (dal 31′ s.t. Mazzocco), Gala (dal 31′ s.t. Kiyine), Zunno; Sarr, Touho (dal 18′ s.t. Emmausso). (De Simone, Testa, Santaniello, Orlando, Marzupio, Da Riva, Brugognone, Spanò). All. Gentile

ARBITRO Ancora di Roma 1

NOTE Spettatori 6900. Ammoniti Sarr, Salines, Gala, Lia, Buchel e Mazzocco. Corner 3-1. Recupero 2′ e 5′.

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