Prima parte. Il copione non possiamo prevederlo, si reciterà a braccio. Perché per quanto tu possa essere preparato, più o meno forte dell’avversario, questa tipologia di sfide prevede fin troppi possibili colpi di scena. Il Messina è pronto ad affrontare il Foggia: si va in scena.

FORTI – Il finale di stagione è stato chiaro: i giallorossi sono la squadra più pericolosa per chiunque si giochi qualcosa di grosso contro di loro. Questo conta? Zero. Sì, perché il campionato è finito, la classifica è quella e ora il tempo e lo spazio accolgono due partite che non hanno logica. Un senso non possono averlo, perché non basta vincere e si retrocede senza perdere. Con due pari il Messina è retrocesso, con una vittoria e una sconfitta con lo stesso risultato è retrocesso. Solo restando avanti nel numero di gol è salvo, quindi una vittoria è obbligatoria. La squadra di Gatto vorrebbe trovarla subito e magari bella larga. Sì, un bel vantaggio per non andare allo Zaccheria con la possibilità di soccombere col minimo scarto. La partita con la Juve NG è vecchia di due settimane, in mezzo tanto lavoro e la vicinanza della gente. Ultimo bagno di tifo quello di Bisconte, con un tribuna piena per far comprendere alla squadra che si vive insieme. Destino legato a doppio filo. Il Messina arriva con la testa giusta, convinto di sapere cosa fare e di avere i mezzi per farlo. Gatto ha presentato la sfida con equilibrio, vuole vincere e non vuole vedere la squadra farsi prendere dal panico. Il tempo c’è, e ci sarà anche al ritorno perché questa squadra può vincere anche a Foggia. Di nuovo. Ci sarebbe da toccare tutta la questione extra campo, invece no perché non è il tempo. Non ci interessa di Sciotto, di Cissè e di altri interessati. Dal 17 maggio sera, dal 18 se volete. Ma non adesso, non domani e non nella settimana che porta alla gara di ritorno. Qualunque sia il risultato dell’andata.

I SOLITI NOTI – Dopo la sconfitta proprio col Messina, il Foggia ha esonerato Zauri per affidarsi ad Antonio Gentile, tecnico delle giovanili. A Picerno bastava vincere per condannare la Casertana al playout. Invece, solo 0-0 e spareggio. Squalificati il portiere De Lucia – giocherà Perina – e il difensore centrale Camigliano, si passerà a una difesa a tre – praticamente a cinque – per contenere e tornare a casa con la possibilità di avere più chance del Messina. Occhio, perché i giallorossi – altro gruppo sia chiaro – conosce bene l’errore del voler gestire: l’andata in casa Gelbison insegna, visto che alla fine la sconfitta arrivò e per salvarsi servì il miracolo firmato Ragusa prima e Fumagalli poi. Insomma, se il Foggia pensa di voler solo contenere sbaglia. Ma è squadra che deve preoccupare, perché non avrà più il gioco ma ha i calciatori: Tascone, Orlando, Zunno oppure Emmausso. Non serve che siano in ritmo, ma se hanno un metro hanno il colpo. Attenzione massima. Il Messina, invece, ha contesto oltre che gioco. Gatto ha fatto due modifiche interessanti e ha lasciato al cuore e cervello del gruppo di fare il resto. Si ripartirà dalle certezze, col solo dubbio difensivo sulla corsia mancina: Gyamfi e Ingrosso non stanno bene, toccherà ad Haveri? Probabile, meno possibile che scali Dumbravanu con Marino in mezzo. Il resto è già scritto. È una gara d’andata, con tutti gli annessi e connessi già noti degli incastri di risultati che non sono a favore del Messina. Però, servirà pazienza, attenzione massima e controllo emotivo. Quella capacità di mantenere la lucidità di fronte agli imprevisti. Perché cosa fare e come farlo è un conto, reagire all’inatteso fa la differenza.

MESSINA (4-3-3) Krapikas; Lia, Gelli, Dumbravanu, Haveri; Petrucci, Buchel, Crimi; Garofalo, Luciani, Tordini. All. Gatto

FOGGIA (3-5-2) Perina; Salines, Dutu, Parodi; Silvestro, Tascone, Da Riva, Gala, Felicioli; Orlando, Emmausso. All. Gentile

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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