Messina-Foggia: preoccuparsi, ma vietato drammatizzare

Pubblicato il 11 Maggio 2025 in Primo Piano

Spalle al muro. Il Messina che non passa contro il Foggia si condanna a un destino obbligato: vincere allo Zaccheria. Partita d’andata che delude per prestazione generale e per un atteggiamento fin troppo impaurito. Sentirsi con un piede in Serie D, però, non serve a nulla e la gara di ritorno è tutta da scrivere.

TROPPA PAURA – Esasperare i toni non serve a niente. Evidente che il risultato non sia quello sperato e che quanto mostrato in campo sia sotto il livello richiesto. Messina brutto, impacciato e contratto. Fin troppo, tanto da diventare esasperante. Che sulla squadra ci sia pressione lo dice un San Filippo pieno oltre ogni misura autorizzata, che questa pressione debba diventare negativa dipende dal modo in cui si reagisce. E la squadra lo fa male, facendosi schiacciare dall’aspettativa. Pesa la settimana di sosta post fine campionato che non ha fatto altro che alimentare le tossine negative, quelle che suggerivano che il Foggia fosse avversario senza speranza e che dalla partita d’andata passasse il destino intero. Scontato l’esito di una squadra quasi incapace di esprimere sé stessa, imbrigliata in limiti psicologici auto-indotti e costruiti nell’arco temporale che ha portato alla partita. La vittoria era diventata un obbligo non solo per questioni meramente di conteggi, ma costrizione per l’illusione di una differenza di valori che non poteva portare a esito diverso. Macché, il Foggia è squadra quadrata, rognosa e messa in campo con idee da Gentile. Il tecnico dei pugliesi vince il duello con Gatto (voto 5,5) con un paio di mosse che sparigliano: Zunno a tutta fascia a sinistra, che ripiega quando c’è da soffrire ma che resta in una posizione ibrida per lasciare Lia e Garofalo nel dubbio di attaccare o difendere. Uomo contro uomo a tutto campo, con Sarr e Touho che si appiccicano a Gelli e Dumbravanu complicando la loro partita. E quella del Messina. Prima costruzione che non funziona, coi due centrali che non riescono a incidere e palloni che arrivano a Buchel sporchi o da ripulire. L’ex Spal, poi, ci mette del suo con una prestazione che non può convincere. Troppo lento e pretenzioso nelle giocate. Insomma, il Foggia è messo meglio e costringe il Messina a variazioni sul tema non previste. La manovra dei giallorossi è inesistente, se non per qualche iniziativa personale sulla sinistra di Haveri e Tordini. A destra la catena non funziona, con Lia e Garofalo che non combinano praticamente nulla. Ne paga le conseguenze Luciani, fermato dalla marcatura ad personam di Parodi e spento dal mancato servizio dei compagni. La sua partita è solo spalle alla porta e con nessun pallone toccato. La questione è grave ma non drammatica, ma solo perché il Foggia non punge chissà quanto. Le due punte si sfiancano nel pressing e, comunque, non sembrano aver il killer instinct necessario. Come dimostra Sarr nella ripresa, con la partecipazione di Krapikas che reagisce al momento giusto. Il primo tempo è lo specchio della partita, suggerisce che lo zero a zero non abbia alternative e confessa che il Messina è nei guai.

NESSUNA REAZIONE – La ripresa non diventa la tazza di tè preferita dei giallorossi. Cambia poco come svolgimento generale, nonostante un Foggia che sul lungo periodo diventa meno spavaldo anche nelle ripartenze. Dell’Aquila è la scossa necessaria che serviva al Messina, anche se contenerlo non diventa un’impresa. Infatti, diventa pericoloso come meno te lo aspetti: di testa. Emmausso si prende fischi e insulti ma quando ispira fa paura. Gala lavora per Sarr e, come detto, Krapikas risponde. Era la palla della vittoria, ma l’episodio non ha girato dalla parte del Foggia. La reazione del Messina non è pervenuta, rimane in bozza e viene declassata dalla miriade di errori in fase di scelta finale. Gatto mischia le carte ma cambia poco. Tordini disperde un paio di ripartenze interessanti, poi tocca al Messina pescare dal cappello degli episodi. Ma sbaglia. Kiyine combina un pasticcio, Dell’Aquila strappa e costruisce la palla della vittoria per Luciani: il centravanti si apre bene a destra per prendersi spazio, ma arriva male all’appuntamento col destino. Forse pensa troppo e finisce per non decidere lucidamente. Arriva un pizzico avanti sul servizio, controlla troppo corto e calcia quando ormai non aveva più l’inerzia giusta. Destro masticato e lontanissimo dalla porta. Questo tipo di partite ti regala una sola chance, Luciani non ne approfitta. E può starci, perché rientra in una prestazione di squadra insufficiente. La classica giornata in cui non riesce nulla. Gatto si gioca la doppia punta con Costantino vicino a Luciani, ma forse è tardi e probabilmente neanche la soluzione giusta, tatticamente parlando. Il finale è di quelli che dicono che la sconfitta non sta bene a nessuno. Sicuramente non al Foggia, certamente neanche a un Messina che non pensa che sbilanciarsi sia saggio. Finisce zero a zero. Negativo. Ma fasciarsi la testa non può essere un buon consiglio, perché questa tipologie di sfide si gioca sul doppio confronto e non è per nulla una frase fatta. Certo, il Messina ha bucato la prestazione della partita d’andata e nascondere la polvere sotto il tappeto non aiuterebbe nessuno. Però, quella di ritorno resta una partita dal pronostico aperto e non solo per lasciare accesa la speranza. Non ci sono alternative alla vittoria allo Zaccheria, quantomeno sarà più facile dal punto di vista psicologico. Essere o non essere, per intenderci. Preparare la partita dal punto di vista tattico è un altro discorso, perché conterà l’approccio del Foggia: attendere o colpire? Forse entrambi, perché Gentile può pescare una serie di contropiedisti come Emmausso e Orlando. Insomma, il Messina è consapevole di essere spalle al muro e del tipo di partita che potrebbe attenderlo. Attenzione, vero che il Foggia può giocare anche per il pari ma non può eccedere nella gestione; trascinare il pari potrebbe riservare cattive sorprese nel finale. Quando non c’è più tempo per reagire. Sarà una partita difficile da leggere prima e ancora più difficile da giocare. Tutto in 90′. Soprattutto per i calciatori. Il Messina – inteso come club – resta appeso ad altri interrogativi. Quello societario per intenderci, con una proprietà che resta terreno di conquista e sarebbe gradito evitare nuovi avventurieri. Discorso lungo e complicato, che tornerà sul tavolo dal fischio finale dello Zaccheria in poi. E nessuno viva nell’illusione che il risultato sportivo non inciderà sulle possibilità future.

Krapikas 6,5
Senso della posizione e un pizzico di fortuna quando respinge il tocco ravvicinato di Sarr. Per il resto non più di un’ordinaria amministrazione.

Lia 5,5
In fase difensiva Zunno è un pessimo cliente, lui contiene come può. Quando spinge mostra la parte peggiore della sua prestazione sbagliando tutte le scelte.

Gelli 6
Partita complicata dal pressing perenne degli attaccanti avversari, che ne limitano la possibilità di impostazione e condizionano la manovra in generale. Bravo a reggere duelli non banali con Sarr.

Dumbravanu 6
Copia e incolla del giudizio del compagno di reparto.

Haveri 5,5
Mostra una buona intraprendenza quando decide di attaccare lo spazio in appoggio a Tordini, peccato che gli manchi sempre un soldo per fare una lira. In copertura regge anche perché Salines non spinge troppo.

Petrucci 5,5
Finisce per combinare molto poco, intrappolato nel traffico di un centrocampo dove serve un’altra intensità. (dal 15′ s.t. Dell’Aquila 6,5: molto buono il suo ingresso in campo per impegno e voglia di far male all’avversario. Non riesce a incidere nell’uno contro uno come vorrebbe, ma punge due volte di testa e serve a Luciani una palla ghiotta)

Buchel 5,5
Fin troppo lezioso e lento quando serviva cambiare passo a una squadra contratta. Un paio di palloni ripuliti non possono bastare.

Crimi 6,5
Capisce presto che la squadra non è nella condizione mentale di dominare la sfida. Prova a dare la carica anche in fase offensiva attaccando gli spazi e provando qualche conclusione, anche forzata. La sua serenità nel post partita è la notizia migliore.

Garofalo 5
Non la stessa prestazione delle ultime uscite. Contenuto tatticamente, poco spazio e quando potrebbe colpire non ha la precisione necessaria. (dal 42′ s.t. Chiarella s.v.)

Luciani 5
Partita difficilissima per lui, servito male e sempre spalle alla porta. Contenuto con fisicità sostenuta da Parodi. Capita a lui, però, la palla che potrebbe valere la vittoria, che spreca controllando e calciando con frenesia e imprecisione.

Tordini 5
Parte bene, piazza un paio di spunti interessanti e costringe Salines a usare le cattive. Nella ripresa cala troppo, finendo per non essere più utile e sbagliando tutte le scelte negli ultimi venti metri. (dal 34′ s.t. Costantino s.v.)

FOGGIA Perina 6; Dutu 6, Parodi 6,5, Felicioli 6; Salines 6 (dal 31′ s.t. Silvestro s.v.), Tascone 6, Pazienza 6,5 (dal 31′ s.t. Mazzocco s.v.), Gala 6,5 (dal 31′ s.t. Kiyine 5), Zunno 6; Sarr 5,5, Touho 5 (dal 18′ s.t. Emmausso 5,5). All. Gentile 6,5

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