Palmese-Messina, l’ennesima ultima notte

Pubblicato il 24 Novembre 2018 in Primo Piano

Una serie di sconfitte mortificanti. Il Messina di Oberdan Biagioni ha perso la retta via immediatamente, il tris rifilato al Gela aveva illuso per poi diventare fumo sotto i colpi di Città di Messina e Portici. Perdere non fa mai bene, farlo con la sensazione che sarebbe bastato un impegno più reale per evitarlo, distrugge davvero. Altra settimana complicata all’orizzonte: la Palmese apre il ciclo di tre gare in pochi giorni, col doppio turno al San Filippo contro Castrovillari e Troina. Quale Messina affronterà le due sfide casalinghe non è ancora dato saperlo: il mercato apre veloce, cosa farà la società di Pietro Sciotto non è ancora chiaro. La voglia di buttare quanto fatto fin qui pare più presente tra i tifosi e critica, in casa Messina le riflessioni di carattere economico regnano come sempre sovrane. Il pentimento è alto, soprattutto di fronte alla realtà di aver commesso una serie infinita di errori. Questo, però, non dovrebbe portare a una reazione di pancia fatta di tagli immediati: la rivoluzione ci sarà, perché il rendimento insufficiente è sotto gli occhi di tutti. La sfida in Calabria, comunque, non dovrà essere considerata come una perdita di tempo da archiviare il prima possibile. Le partite in arrivo rallentato il mercato, la classifica indegna costringe a tenere alto il livello di attenzione. In caso contrario, ovvio paradosso, sarebbe meglio non presentarsi proprio sul campo di una delle squadre più complicate di questo torneo. La Palmese, ventiquattro ore prima dell’inizio del campionato, non esisteva praticamente più: solo un miracolo ha riportato sul campo i neroverdi, la risposta del gruppo è stata eccezionale. Amara realtà se confrontata a quella del Messina, una squadra che affronta in maniera ciclica l’ultima notte di passione.

MORALE – Quale sia il clima in casa Messina non è semplice dirlo. Il silenzio imposto non ha tolto nulla a un gruppo che non aveva, poi, molto da dire. Il lavoro di Biagioni e Torma sarà anche quello di capire chi abbia la testa ancora nel progetto e chi, forse anche subito, dovrà lasciare Messina. Incomprensibile il cammino dei giallorossi: oltre ai risultati sull’altalena, sono le prestazioni dei singoli a non far comprendere cosa passi per la testa di questi ragazzi. Quando sembrano trovare la giusta direzione, ecco una prestazione troppo negativa per essere vera. Che problemi abbia questa squadra è difficile da capire: sarebbe esercizio troppo banale quello di etichettarli come “scarsi”, anche perché tanti di loro in carriera hanno fornito prestazioni stagionali di ben altro spessore. Per l’ennesima volta ci si ritrova ad analizzare l’aspetto psicologico della questione: impossibile spostare l’attenzione solo sulla questione tecnica, bisognerà capire quali siano le mancanze che questo gruppo ha sofferto al punto di non trovare la serenità giusta per rendere al meglio. Carenze o sfiducia, perché i continui cambiamenti non aiutano mai una squadra, soprattutto se questa è figlia di tante teste e troppe anime.

CAMPO – Non tantissime le scelte per mister Biagioni, il ritorno di Arcidiacono aumenta le opzioni offensive nella speranza che chi scenda in campo possa trovare la scossa giusta. In regia tornerà Genevier, in una mediana che potrebbe vedere modifiche radicali viste le prestazioni e le qualità dei vari Biondi e Traditi. In gruppo è tornato Cossentino, in mezzo alla difesa però le capacità di visione di gioco di Ibojo piacciono a Biagioni e le gerarchie potrebbero essere riscritte. Cronaca banale, forse inutile perché questa squadra ha fatto male con chiunque in campo e gli undici che affronteranno la Palmese avranno come primo compito quello di non fare ancora peggio di quanto visto fin qui.

PALMESE (4-3-3) Barbieri; Piras, Cinquegrana, Bruno, Gambi; Calivà, Lucchese, Colica; Saba, Ouattara, Bonadio. All. Franceschini

MESSINA (4-3-3) Ragone; Dascoli, Porcaro, Ibojo, Lundqvist; Traditi, Genevier, Biondi; Arcidiacono, Rabbeni, Petrilli. All. Biagioni

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