Savoia-Messina, umidità di risalita capillare

Pubblicato il 9 Dicembre 2019 in Primo Piano

Una delle maggiori cause di degrado delle strutture edilizie è rappresentata dall’umidità di risalita capillare. Fenomeno possibile a causa della capacità dell’acqua di penetrare le murature e risalire verso l’alto. Evento innescato dalle forze elettriche esercitate dalla pareti interne dei capillari sulle molecole d’acqua presenti nel terreno a contatto con la muratura.

I MANCATI APPUNTAMENTI – Il tris che l’Acireale rifila al Palermo fa il paio con la vittoria del Savoia, sempre, al Barbera contro i rosanero. Che la squadra di Pergolizzi sia una macchina da promozione resta evidente, che possa scivolare di fronte ad assenze e avversari di spessore diventa palese al secondo indizio. Deve mangiarsi le mani, quindi, il Messina preso a pallonate da Felici e soci un paio di settimane fa, deve farlo se l’evento si ripete a Torre Annunziata contro un Savoia che ringrazia il caos in salsa giallorossa e sogna l’aggancio al Palermo. Il campionato torna vivo grazie alle avversarie dei rosanero, e così sia con buona pace di chi tifava Palermo per poter fissare nel podio l’obiettivo da sbattere in faccia a critica e tifosi. Probabilmente – le forze in campo dicono questo – il Palermo resta preda imprendibile, dalle parti del Giraud non potranno rimpiangere di non averci provato, almeno fino a Natale. Il Messina buca il secondo big match in poche settimane, in totale linea con i tonfi già visti contro Troina, Acireale (pre Giudice Sportivo) e Football Club Messina. Drammaticamente – per il fu Obbedio e famiglia Sciotto – questa squadra pecca in spessore quando il livello si alza. Da rivalutare, quindi, il punticino strappato a Licata che rappresenta l’unico conquistato – sul campo – contro una delle prime sei della classifica. Nel nome di Rando, con Karel Zeman che si schianta contro una realtà ben diversa rispetto agli annunci rivoluzioni pre-Corigliano. L’acqua sotto i ponti non ha concesso modifiche radicali (al momento in cui scriviamo nulla di nuovo sul mercato), con la drammatica scelta di consegnarsi al Savoia lasciando a casa cinque calciatori.

TUTTO DA RIFARE – Tocca ricordare la storia della lista di svincolo da presentare in unica soluzione entro le ore 19 dell’11 dicembre. Dopo nessuno potrà essere svincolato, solo ceduto. Chiari di luna in casa Messina, perché mettere fuori rosa cinque contratti pesanti è la strategia meno ragionevole per convincerli a lasciare lo Stretto. Il Messina perde col Savoia con una panchina piena zeppa di ragazzi a cui non imputare nulla, anche gli undici in campo non meritano la scure della critica vista l’emergenza. La speranza – soprattutto per la credibilità dei protagonisti – resta quella di veder partire davvero i cinque epurati (Giordano, Ott Vale, Coralli, Esposito e Siclari); diventerebbe ridicolo oltre ogni limite rivedere anche solo uno di loro nella distinta delle prossime uscite. Nulla contro i ragazzi, anzi, ma se una società punta i piedi rinunciando a cinque opzioni – in una delle trasferte più difficili della stagione – sarebbe inaccettabile anche il minimo passo indietro. Il tempo fugge via: lecito attendersi notizie in queste ore (magari mentre leggete questo articolo sono già giunte novità), obbligatorio aspettarsi dal Messina la (ri)costruzione di una rosa capace di lottare con avversarie che sembrano aver trovato continuità.

IL MODELLO SCIOTTO – Aver affidato tutte le decisioni alla dirigenza proveniente dal Camaro e, di conseguenza, ad Antonio Obbedio non può escludere Pietro e Paolo Sciotto dalla critica. Chi comanda si prende gli onori e subisce l’onere della responsabilità. Di innocenti vittime non ne esistono nel terzo capitolo della gestione Sciotto: delegare fa parte di una buona gestione, non supervisionare resta un errore. Non per togliere responsabilità a chi ne ha, e tante, ma per dividere la torta nelle giuste parti. Sciotto ci ha messo il carico – evitabile – nel post Messina-Football Club quando ha superato il limite verbale e riscritto (a sua convenienza) le regole economiche del mondo del lavoro. I contratti potevano essere rescissi o ridiscussi, farlo dopo aver messo alla berlina una trentina di ragazzi dai guadagni non sfarzosi è stata mossa poco elegante e fuori dalle regole di ingaggio della battaglia economica tra società e calciatori. Cancellare, rescindere o tagliare diventa esercizio complicato che poteva essere facilitato da un basso profilo mediatico e da una strategia ben delineata. Di rivoluzione ed epurazione hanno parlato società, dirigenza e allenatori. Giocare con Crucitti falso nove al Giraud (ci piace sempre citare le cose di campo) faceva, forse, parte del playbook delle tattiche sciottiane? Domanda retorica, come tutte quelle che accompagnano l’analisi e il commento di questo Acr Messina.

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