Juve Stabia-Messina, non pensavo che il nulla potesse durare così tanto

Pubblicato il 12 Dicembre 2022 in Primo Piano

Le parole sono terminate. Inutile insistere o ripetersi, perché ogni prestazione del Messina non fa altro che confermare quanto pessimo sia stato il lavoro di proprietà, dirigenza, staff tecnico e squadra. Tutti colpevoli e campionato che sembra non poter aver esito diverso dalla retrocessione.

SVUOTA TUTTO – Sceglie il silenzio il Messina nel post sconfitta del Menti. Un bel tacer al posto dell’ennesimo parlarsi addosso di Auteri. Lecito, anzi necessario, non porre il tecnico di fronte all’imbarazzo di dover spiegare una situazione che non sembra più dipendere dalla sua volontà. Totale lo scollamento tra allenatore e squadra, reso evidente dalla facilità con cui il castello di carte è crollato al primo soffio. A Castellammare va in scena la classica pagina finale, una di quelle prestazioni che costringono a decisioni nette. In questo Messina all’incontrario, però, non sembra essere una priorità quella di rivoluzionare il comparto tecnico. Esonero di Auteri che, quindi, non arriva. Men che meno le dimissioni, discorso identico per il ds Pitino. La sensazione spiacevole – a meno di comunicazioni nelle prossime ore o nei prossimi giorni, quindi in ritardo – suggerisce che il Messina abbia fissato la meta alla partita contro il Crotone che chiuderà il 2022. Dopo sarà il calciomercato l’ultima spiaggia per provare a salvare baracca e burattini, una strategia che tende a identificare nei calciatori gli unici colpevoli. Strano, come se questo gruppo – mediocre sotto ogni aspetto – si sia auto imposto in maglia giallorossa. Il legame a doppio filo che sembra unire proprietà e dirigenza sembra “costringere” Sciotto a una stasi insopportabile. Pensare che lo stesso Pitino – con il solito avallo di Auteri – possa firmare anche il mercato di riparazione pare davvero un paradosso surreale. Ultimo posto che il Messina difende con le unghie e con i denti, non mostrando alcuna possibilità di risalita. Pochissime speranze per questa squadra: troppo mediocre il gruppo, scarico di personalità e involuto anche nei suoi protagonisti più volenterosi. I giovani si barcamenano, gli over hanno già la testa a valigie e scatoloni per il trasloco. La guida tecnica ha palesemente perso la barra, con una precisa ed egocentrica volontà di insistere su qualcosa di inconcludente. Il peccato originale resta quello di un presidente Sciotto convinto di poter imbastire una stagione low cost secondo le idee di Manfredi e Pitino. Tutto sbagliato. Un girone basta e avanza per far diventare non più tollerabile ogni protagonista presente. Uno svuota-tutto diventa necessario per ritrovare la forza di credere che questo Messina possa lottare per una salvezza ai playout. Impensabile – allo stato corrente – pensare a quella diretta: sono i numeri a condannare i giallorossi con i loro 11 punti in 18 partite. Media di 0,61 a partita con una proiezione (23 punti totali) da retrocessione a marzo. Il cambio di passo è necessario, ma per toccare l’ideale quota 40 servirebbero 29 punti in 20 partite, media da 1,45 a partita. Più del doppio dell’attuale. Nulla è impossibile nella vita, ma prendersi in giro non fa mai bene. L’obiettivo diventa quello di evitare l’ultimo posto e giocarsela nello spareggio. Per ottenere questo risultato men che minimo, come detto, servirà un’intera nuova squadra (termine che include dirigenza, staff e rosa) e, forse, proprietà.

VENDITA – Su queste pagine difficilmente avete letto – e leggerete – di trattative societarie non confermate e/o nebulose. La premessa resta sempre la stessa: chi fosse intenzionato a vendere dovrebbe affidarsi ad advisor specializzati nel settore, chi fosse interessato a comprare dovrebbe compiere passi ufficiali e chiari. Quali? Pec a società e advisor incaricato, comunicato stampa con nomi e cognomi degli attori coinvolti, business plan da presentare alla piazza in maniera cristallina. In assenza di uno solo dei passaggi descritti ci troveremmo di fronte alle solite storie prive di concretezza. Una visione, forse, severa ma necessaria vista la fauna che popola il calcio italiano. Messina in vendita nel gennaio dello scorso anno, con il ripensamento estivo figlio di un ritrovato entusiasmo presidenziale. In questi mesi, però, resta pacifico che qualcuno abbia chiesto informazioni sul club giallorosso. Domandare è lecito, rispondere è cortesia, cedere non è un obbligo. Pesa la volontà e la possibilità di poter proseguire, anche di fronte alla necessità di dover investire – e parecchio – nel prossimo mercato di gennaio. Difficile vendere in poche settimane? Nì, sicuramente non impossibile. Volere è potere. In caso contrario, però, si comunichi in maniera diretta e chiara le proprie strategie per il rilancio atto alla ricerca della salvezza. Una terza via non è prevista.

ESPERIMENTI – Come sempre il tuffo su quanto accaduto in campo resta obbligatorio. Nessuna partita è persa in partenza e tutta questa drammatica situazione sportiva è figlia di quanto accade sul terreno di gioco. Al Menti il Messina offre l’ennesima non prestazione, con Auteri (voto 4) che tira fuori un nuovo esperimento tattico: Napoletano trequartista con libertà di svariare e un occhio da buttare sulle tracce di Berardocco. Bocciato su tutta la linea. Un 3-4-1-2 che crea solo confusione, con la coppia d’attacco Balde-Ngombo che pare l’ultimo tentativo prima della resa. Il belga è palesemente un pesce fuor d’acqua: non entra mai in partita, non riesce a dialogare coi compagni e viene cercato pochissimo. Fatica quando il pallone finisce dalle sue parti, ma è tutto come previsto. Sbagliato chiedere a un calciatore appena arrivato di fare miracoli. La rete della Juve Stabia arriva al primo affondo con Maggioni che può tuffarsi e colpire in mezzo a una difesa di spettatori. Angileri perde la marcatura, ma puntare il dito non serve. Film già visto a Monopoli con Konate che molla De Risio, due indizi che raccontano della poca attenzione generale dei giallorossi. Si apre la crepa e viene giù tutto. La Juve Stabia è squadra ordinata e con una buona fase offensiva. Segna poco, ma di fronte a un Messina che stende il tappeto sarebbe stato maleducato rifiutare. Trasciani pasticcia e il tridente di Colucci costruisce il raddoppio. Nulla se paragonato all’umiliante confezionamento della terza rete con Berardocco che supera l’intera linea difensiva giallorossa scavando un pallone per Ricci, più o meno come in una partitella di calcetto del giovedì. Messina sempre spettatore. Ad Auteri resta il tentativo di averci provato, di aver cercato una nuova chiave per far male all’avversario. Insuccesso previsto. Il primo motivo che dovrebbe condurre all’esonero è rappresentato – come scritto in precedenza – dalla totale distanza tra le sue idee e l’applicazione da parte dei calciatori. Una frattura scomposta – figlia di mille motivazioni diverse – e dalla difficilissima possibilità di riduzione.

Lewandowski 5,5: non può nulla sulle prime due reti, sulla terza prova a metterci una pezza ma è in leggero ritardo. Nessuno merita la sufficienza.

Trasciani 4: non contiene mai Mignanelli e Pandolfi. Clamoroso l’errore che innesca la ripartenza del raddoppio campano.

Ferrini 5: un paio di salvataggi disperati e poco altro. Nelle letture è sempre un passo in ritardo, Zigoni fa quello che vuole. (dal 15′ s.t. Berto s.v.: secondo tempo non giocato, non giudicabile lui come tutti i subentranti)

Angileri 4: perde la marcatura di Maggioni con una leggerezza incomprensibile. Un paio di pezze non bastano per risollevare la prestazione. Esce per quello che sembra un brutto infortunio. (dal 15′ s.t. Konate s.v.)

Fiorani 5: il meno peggio per impegno e volontà. Calcia anche in porta, non una banalità per una squadra incapace di segnare da ben 408′, recuperi esclusi. Dalla sua parte, però, la Juve Stabia fa quello che vuole.

Mallamo 4,5: in mezzo alla bufera di una squadra incapace di attaccare e difendere, resta spettatore del giro palla avversario e quando può giocare sbaglia ogni scelta. (dal 15′ s.t. Catania s.v.)

Fofana 4,5: come il compagno di reparto non trova mai le misure per tamponare gli avversari, in fase di possesso sbaglia tutto.

Versienti 4,5: Maggioni lo stordisce, Silipo lo demolisce. Nessun filtro dagli attaccanti e così viene travolto dal binario destro della squadra di Colucci.

Napoletano 4: dopo aver fatto l’esterno d’attacco e quello a tutta fascia viene spostato nel ruolo di trequartista. Inesistente nelle due fasi, perde una marea di palloni. (dal 1′ s.t. Marino s.v.)

Balde 4: esterno, centrale o seconda punta cambia poco, lui non incide praticamente mai.

Ngombo 4: gettato nella mischia quasi più per disperazione che altro. Non si cala nella partita, sbaglia tutti i controlli e la buona volontà non basta per un giudizio pessimo. L’unico a cui dovrà essere concesso un po’ di tempo extra, non moltissimo.

JUVE STABIA Barosi 6; Maggioni 7 (dal 43′ s.t. Picardi s.v.), Altobelli 6,5, Caldore 6,5, Mignanelli 6,5 (dal 39′ s.t. Dell’Orfanello s.v.); Scaccabarozzi 6 (dal 1′ s.t. Carbone 6), Berardocco 6,5, Ricci 6,5 (dal 33′ s.t. Gerbo s.v.); Silipo 7, Zigoni 6,5, Pandolfi 6,5 (dal 33′ s.t. D’Agostino s.v.). All. Colucci 7

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