Messina all’ultimo respiro: ciao Roccella, la marcia continua

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Pubblicato il 18 Febbraio 2018 in Primo Piano

Emozioni forti. Un Messina più umano del solito si affida al cuore. Spacca in due il Roccella, prima di farsi riprendere e poi esorcizzare il rischio di capitolare. Così si accende una luce, al tramonto di un match che pareva ormai indirizzato: Rosafio fa una giocata da Rosafio. Tanto basta. Un segnale, una sentenza. Modica ringrazia. La curva stende un tappeto davanti alla corsa liberatoria del suo fantasista.

IL MORSO DELL’EX – Le squalifiche di Lavrendi e Inzoudine costringono Modica ad apportare sostanziali correttivi in difesa e in mediana. Davanti a Meo si registra l’esordio da titolare di Misale, dirottato sulla corsia sinistra in una linea completata dalla coppia di centrali Bruno-Manetta e dall’esterno basso Lia, che agisce sulla destra. In mezzo al campo altro esordio da titolare, quello del messinese Balsamà, a cui Modica concede anche il peso della maglia numero 10. In regia confermato Bossa, con Cozzolino a occupare lo slot di interno destro. Davanti, inamovibile il tridente Rosafio-Yeboah-Ragosta. Va subito registrata quella che se vogliamo è un’anomalia rispetto alle ultime uscite interne del Messina: il Roccella gioca a viso aperto da subito, grazie soprattutto ai livelli di intensità proposti sulle corsie. Che mister Giampà sfrutta grazie alla superiorità quantitativa dettata dall’abito tattico scelto, un 3-4-3 che in fase di proposta fa leva su due uomini per fascia. Ed è proprio sugli esterni che divampa il primo sussulto degno di nota, con il tiro cross di Malerba che crea non pochi grattacapi a Meo. Il Messina tiene e non si sfalda. Inizia a ricamare la sua consueta trama, in realtà con meno convinzione rispetto agli standard abituali. Ed eccolo che arriva, il primo morso letale. L’azione è da accademia del calcio: Rosafio per Ragosta, Ragosta per Yeboah: la rete si gonfia, il ghanese porta a 11 il suo score stagionale (7 gol in giallorosso), ma in ossequio alla legge non scritta degli ex, frena il suo istinto e non esulta. Il Roccella non si spezza: ancora da sinistra arriva il traversone velenoso che Faella, di testa, non riesce a capitalizzare a dovere, spedendo il pallone in curva.

ROCCELLA, IL RITORNO –  L’ostinazione dei calabresi trova uno sbocco decisivo all’alba della ripresa: Plescia trasforma in oro il cross teso di Malerba. Il suo stacco non lascia scampa a Meo: è 1-1, preludio alla chance del possibile ribaltone, sciupata da Catalano. È il momento peggiore per la banda di Modica, che soffre maledettamente il forcing degli amaranto. Il tecnico prova a correre ai ripari: dal mazzo di carte a disposizione, non di certo fiorente per via delle tante defezioni, estrae il nome di Iudicelli, che rileva un Balsamà finito nel limbo dell’anonimato. In realtà lo stravolgimento vero e proprio arriva qualche minuto dopo: Modica aziona la leva del tutto per tutto, e spedisce in campo Cassaro e Cocuzza. Il primo – che in realtà gioca una decina di minuti, prima di infortunarsi ed uscire – sostituisce Misale; il secondo entra al posto di Cozzolino: un cambio, quest’ultimo, che tradotto significa la proposta di un disegno tattico spregiudicato. 4-2-4, con Cocuzza e Yeboah centrali, e Rosafio e Ragosta sulle corsie alte. L’inversione del trend stenta ad arrivare, perché il Roccella continua a premere: senza troppi fronzoli, gli uomini di Mimmo Giampà accarezzano l’idea del colpaccio. Che per quanto espresso sul campo, non è poi un’idea esattamente folle. Almeno sino al ritorno dei giallorossi, che senza acuti trascendentali, riescono perlomeno a uscire dal recinto territoriale in cui erano stati costretti a vivacchiare per lunghi tratti. È così succede l’imponderabile, che poi è un classico del calcio: Tassone fallisce a due passi l’occasione della vita. Dalla ripartenza successiva, Rosafio raccoglie un lancio lungo, brucia il difensore, salta il portiere e firma la sentenza. È il gol partita. Di quelli che, alla fine dei giochi, potrebbero pesare come un macigno.

MESSINA     2

ROCCELLA  1

MARCATORI Yeboah (M) al 26′ p.t.; Plescia (R) al 3′, Rosafio (M) al 44′ s.t.

MESSINA (4-3-3) Meo; Lia, Bruno, Manetta, Misale (dal 18′ s.t Cassaro; dal 30′ s.t. Bucca); Cozzolino (dal 20′ Cocuzza), Bossa, Balsamà (dal 13′ s.t. Iudicelli); Rosafio, Yeboah, Ragosta (dal 40′ s.t. Stranges). (Rinaldi, Prisco, Barbera, Bucca, Cassaro, Carini, Stranges). All. Modica.

ROCCELLA (3-4-3) Scuffia; Cordova, Chiochia, Strumbo; Faiello, Voltasio, Gattabria (dal 30′ s.t. Commisso), Malerba; Faella (dal 20 ‘ s.t. Tassone), Plescia, Catalano (dal 40′ s.t. Pagano). (Jusufi, Minunzio, Riitano, Surace, Pittelli, Filippone). All. Giampà.

ARBITRO Finzi di Foligno

NOTE Spettatori 600 circa. Ammoniti Balsamà, Rosafio. Corner 5-5. Recupero 0′ e 6’.

All'orizzonte un doppio turno cruciale, in esterna contro Troina e Vibonese. Il Messina può sperare in due vittorie?

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