Messina-Palmese, rivoluzioni e vena artistica

Pubblicato il 15 Dicembre 2019 in Primo Piano

Non riesce a essere, ancora, travolgente e bello il Messina di Karel Zeman. Contro la Palmese arriva, comunque, una vittoria che non poteva essere messa in discussione. Terza di fila – in casa – e vitale per avvicinare la zona playoff.

DIFETTO DI TECNICA – La perfezione non appartiene a questo mondo, chiederla a una squadra di Serie D – per altro in totale rivoluzione – sarebbe scorretto e anacronistico. Lecito, invece, attendersi di più da una squadra che mister Zeman (voto 6,5) prova a portare per mano nel mondo del calcio offensivo e dinamico. Impatto positivo, con una decina di minuti di buonissimo pressing alto; poi la rete di Rossetti e una partita entrata troppo presto in fase di gestione. Ecco palesarsi, allora, tutti i difetti tecnici dei giallorossi: troppo lenta la circolazione in mediana, dove Lavrendi supplisce alle assenze in regia ma può farlo – giustamente – a modo suo. Saverino e Cristiani non sono giocatori di possesso, ma attaccare lo spazio è per loro complicato se i due esterni offensivi restano periferici alla sfida entrando nel gioco solo a sprazzi. Crucitti è intermittente, un peccato visto che quando si accende sa come illuminare. Dalla panchina arriva la mossa che cambia l’inerzia: dentro Buono, aumentata la capacità di palleggio in mezzo al campo, e Saverino spostato nel trio offensivo. La ripresa del Messina è dominio territoriale, la rete dell’ex Sant’Agata il giusto premio.

IL PESO OFFENSIVO – Nel post partita il tecnico giallorosso è il solito pozzo di onestà nell’analizzare la prestazione dei suoi, allo stesso tempo parla di mercato in maniera chiara: un difensore diventa necessario, soprattutto nel giorno in cui Francesco Bruno sfodera una prestazione maiuscola chiarendo quale sia l’interpretazione del ruolo – e della linea difensiva – voluta dal tecnico. In avanti, invece, il numero è già buono: Rossetti ha mostrato il potenziale, favorito da un avversario mediocre ma utile per metterlo a suo agio con la nuova realtà. Centravanti moderno, tecnico e capace di finalizzare. Adesso serve continuità e cattiveria, tutte cose ancora assenti in carriera. Famà è il nome che ha fatto discutere – paradossalmente a torto e ragione -, ma il suo impatto piace per coraggio e sacrificio. Rovesciata prima, destro secco poi, in mezzo tanta corsa come mai visto ai tempi – vicini – di un Coralli re della staticità. Non un paragone, perché sarebbe ingeneroso, ma un sottolineare come l’ambizione di un calciatore in arrivo dal campionato di Promozione possa essere medicina per una squadra mal abituata a specchiarsi in curricula per troppi mesi. Il quadro resta speranza, poi c’è il campo dove questo Messina deve imparare a verticalizzare più velocemente e premiare la profondità che andrà attaccata con ali offensive e – alternativamente – intermedi di centrocampo. Il secondo gol è fotografia in movimento di quello che dovrà essere: Crucitti spazia, Cristiani affonda e il resto è l’esultanza di Saverino fatta di gioia e carattere.

IL FOSFORO – Le idee ci sono, gli interpreti sembrano leggermente più vicini alle richieste del tecnico, la vera incognita resta la regia. Sampietro è rimasto ai box, seconda volta di seguito con in settimana l’arrivo di Dejan Danza. Calciatore assente dai campi per troppi mesi, anche se la carriera fatta di buona Serie C racconta di un profilo da pesare e stimare per prestazioni e non preconcetti. L’unica incognita resta la tenuta, Zeman sembra crederci tanto e la ventina di minuti concessi chiariscono. Gioco di prima, verticale, veloce e tecnico (come l’esterno al volo e di prima per velocizzare il giro palla): in regia Zeman pretende capacità di esecuzione diversa rispetto a quanto fatto da chi si è adattato fin qui. Non una semplice questione di nomi o di valori assoluti, ma – e si noti bene l’esempio – di caratteristiche tecniche e di visione verticale. Non a caso papà Zdenek – nell’ultima esperienza romana – preferiva l’allora semi-sconosciuto Tachtsidis al campione del mondo De Rossi.

Pozzi 6: la scelta a sorpresa di giornata. Primo tempo sonnacchioso, nel secondo è reattivo quando viene chiamato in causa. Giusto premiarlo, portiere dal potenziale altissimo.

De Meio 6: intraprendente ma ancora poco convinto, deve aumentare il livello di pericolosità offensiva. (dal 43′ s.t. Barbera sv)

Bruno 7: non sbaglia nulla, regala un paio di chiusure da manuale del perfetto difensore. Valore aggiunto e migliore in campo.

Ungaro 6: meno impegnato nell’uno contro uno, gestisce tutto con sicurezza.

Fragapane 6,5: un martello sulla corsia per continuità e cattiveria, sempre utile la sua capacità di attaccare il fondo. (dal 43′ s.t. Bonasera sv)

Saverino 6,5: tre ruoli nella stessa gara, dimostrazione che l’ex Sant’Agata resta jolly necessario per questo Messina. Non mancano errori in fase di gestione, ma ancora una volta si dimostra presente in zona gol.

Lavrendi 6: esperienza al servizio di una squadra che necessita di una maggiore personalità nella gestione della sfida.

Cristiani 6,5: l’interpretazione della doppia fase è sempre da categoria superiore, intelligente nel saper soffrire per i compagni. Firma l’assist del raddoppio. (dal 30′ s.t. Danza 6: mette buon ordine)

Crucitti 6: da lui ci si aspetta sempre il salto di qualità. L’assist del vantaggio diventa tale grazie alla grande giocata di Rossetti, nella ripresa avrebbe meritato il gol dopo una splendida azione personale. Luci e ombre.

Rossetti 6,5: il gol arriva puntuale per chiarire che a Messina vuol vincere la scommessa fatta su se stesso. Perde troppi palloni per presunzione tecnica, deve giocare coi compagni, quando lo fa è sempre prezioso. (dal 34′ s.t. Famà 6: un quarto d’ora con due tentativi coraggiosi e più chilometri percorsi rispetto a un ex centravanti di Serie B)

Manfrè 5,5: la sua partita dura un tempo, poteva e doveva fare di più in fase di finalizzazione. (dal 1′ s.t. Buono 6,5: finalmente una prestazione in crescita dal punto di vista della personalità. Buona partita a livello tecnico e nella gestione della palla)

PALMESE Barbieri 6; Germanò 5, Baccillieri 5,5, Misale 5,5, Carrozza 5 (dal 17′ s.t. Maceri 5,5); Carlo 5 (dal 29′ p.t. Battaglia 5), Franco 5 (dal 10′ s.t. Verdirosi 5), Villa 5, Bonadio 5,5; Tiboni 5, Scopelliti 5. All. Ollio 5

*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale dell’Acr Messina

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